A settembre 2024 la California ha approvato una legge che proibisce l'uso di sei coloranti artificiali – blu 1, blu 2, verde 3, giallo 5, giallo 6 e rosso 40 – nel cibo venduto o offerto nelle scuole. Partendo da una ricerca sistematica della letteratura sul tema, il California School Food Safety Act (questo il nome della nuova norma) ha rilevato un'associazione tra coloranti alimentari artificiali e disturbi neurocomportamentali nei bambini come disattenzione, iperattività e irrequietezza.
C'è davvero da allarmarsi? E se questi coloranti sono così pericolosi, perché non sono proibiti ovunque, e non solo nelle scuole californiane?. USA e Europa. Bisogna innanzitutto fare una distinzione tra Europa e USA: molti coloranti alimentari legali negli Stati Uniti non lo sono infatti nel Vecchio Continente, come il rosso 3, il verde 3 e il biossido di titanio (E171), quest'ultimo uno dei più usati oltreoceano per tingere caramelle, dentifrici e bevande al caffè. Anche il rosso 40, il giallo 5 e il giallo 6 possono essere utilizzati in Europa solo se accompagnati dalla dicitura sull'etichetta dell'alimento "può avere effetti avversi sull'attività e l'attenzione dei bambini".. Nulla di certo. La scienza conferma dunque che questi coloranti causano disturbi comportamentali nei bambini? No, ed è proprio per una mancanza di prove certe che non è possibile esprimersi in modo netto in un senso o nell'altro.
Uno dei principali problemi è l'impossibilità di testare i coloranti da soli: non possiamo, ovviamente per questioni etiche, significherebbe dare colorante puro ai bambini per vedere come reagiscono, e dunque per forza di cose i test sono sempre condotti su alimenti che contengono altre sostanze, che potrebbero essere la vera causa dei problemi. Per questo i risultati possono al massimo mettere in luce una correlazione tra consumo di coloranti e disturbi del comportamento, ma mai una causalità.. Poco obiettivi. Un altro problema è che spesso le ricerche si basano su quanto riferiscono i genitori riguardo ai comportamenti dei bambini, e questi dati possono chiaramente non essere precisi (la visione di un padre o una madre sul proprio figlio non è mai oggettiva); molti degli studi, inoltre, sono stati condotti su campioni troppo piccoli, e nessuno ha mai evidenziato effetti avversi gravi o estremi.
Finché non verrà dunque confermato scientificamente che i coloranti alimentari artificiali causano disturbi del comportamento nei bambini non sarà possibile proibirli del tutto: quella della California, però, è una decisione che sicuramente farà riflettere la FDA (Food and Drugs Administration) e i consumatori americani..