Capezzone: Speranza e le virostar ancora in guerra con la libertà dei cittadini
Chirurgico e preveggente, il grande Checco Zalone aveva anticipato tutto a Sanremo ormai quasi tre anni fa, immaginando il dramma delle virostar alle prese con l'inevitabile esaurimento dello spauracchio-Covid: La curva è andata giù/sta per finire il sogno/nessuno si spaventa più (...). Pandemia ora che vai via/che ci faccio con la rosolia/Pandemia se te ne vai via/lavo i piatti in qualche pizzeria... Esagerava? Forse per difetto, vista la tenacia e lo zelo con cui diversi virologi del terrore, più il loro totem politico Roberto Speranza, continuano a riaffacciarsi attraverso i canali social e le pagine dei giornali per spacciare le ultime dosi di panico rimaste in magazzino, e soprattutto per sparare a palle incatenate contro la scelta della maggioranza di centrodestra di non proseguire la jihad legale contro le persone che scelsero a suo tempo di non vaccinarsi. Come i leggendari ultimi giapponesi sull'isolotto, il duo Buriasco (Burioni più Pregliasco) o se preferite il duo Preglio
Chirurgico e preveggente, il grande Checco Zalone aveva anticipato tutto a Sanremo ormai quasi tre anni fa, immaginando il dramma delle virostar alle prese con l'inevitabile esaurimento dello spauracchio-Covid: La curva è andata giù/sta per finire il sogno/nessuno si spaventa più (...). Pandemia ora che vai via/che ci faccio con la rosolia/Pandemia se te ne vai via/lavo i piatti in qualche pizzeria...
Esagerava? Forse per difetto, vista la tenacia e lo zelo con cui diversi virologi del terrore, più il loro totem politico Roberto Speranza, continuano a riaffacciarsi attraverso i canali social e le pagine dei giornali per spacciare le ultime dosi di panico rimaste in magazzino, e soprattutto per sparare a palle incatenate contro la scelta della maggioranza di centrodestra di non proseguire la jihad legale contro le persone che scelsero a suo tempo di non vaccinarsi.
Come i leggendari ultimi giapponesi sull'isolotto, il duo Buriasco (Burioni più Pregliasco) o se preferite il duo Preglioni (Pregliasco più Burioni) si sbraccia, protesta, urla, forse angosciato all'idea che gli italiani possano ritrovare quest'ultimo pezzetto, quest'ultima rata di libertà con il venir meno delle multe.
«Ai no vax regalano un condono», frigna Speranza. E il logoro copione del “condono” lo ripete pure Pregliasco. Attenzione però: intervistato sulla Stampa, Pregliasco introduce l'altro mantra ribadito pure da Burioni su Repubblica: «Una cultura antiscientifica», dice il primo, e «Una scelta contro la scienza», fa eco l'altro.
E qui si arriva al cuore della questione. Ma come? Con che coraggio si presenta come se fosse un dogma il complesso delle decisioni assunte a suo tempo durante il periodo pandemico (lockdown, green pass, obbligo surrettizio)? I lettori di Libero non hanno bisogno che sia loro ricordato che è stato miseramente smentito il presupposto “logico” e “scientifico” di tutte le restrizioni introdotte in quegli anni, e cioè che quelle misure fossero davvero efficaci per impedire il contagio. Resta indimenticabile al riguardo l'infelice sortita di Mario Draghi sul green pass («garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose»). Oggi pure chi scelse – noi tra questi – di vaccinarsi sa bene che le cose non stavano così. E lo si sapeva anche allora, a onor del vero.
Quelle e molte altre parole non avevano base scientifica ma puramente politica. E semmai hanno oggettivamente contribuito, nella discussione pubblica, alla demonizzazione e all'isolamento di cittadini che erano e sono come gli altri, che pagavano e pagano le tasse come gli altri, e che però furono additati come untori.
E allora ecco l'altra questione decisiva, sistematicamente travolta dagli adoratori dello stato e dell'intervento autoritativo pubblico: il tema della libertà personale. Si può condividere o meno una scelta sanitaria compiuta da un'altra persona: ma, se si è liberali, si ha il dovere di rispettarla, perché su se stesso e sul proprio corpo ogni individuo è sovrano. Detta ancora più chiaramente: si può essere favorevoli anche a quel vaccino (per se stessi), ma non c'era e non c'è alcuna ragione per pretendere di imporre la medesima scelta a tutti gli altri, e in particolare ai contrari.
Non stupisce che a sinistra, dove per definizione lo stato è considerato gerarchicamente superiore ai cittadini, nessuno si sia posto il problema della compressione delle libertà personali durante il triennio pandemico. Ma sarebbe davvero bizzarro se ora, a guerra finita e fuori tempo, fosse qualcuno nel centrodestra a cadere in questa trappola illiberale.
Quanto ai nostri “esperti”, tanto vale ridare la parola all'insuperabile Checco Zalone di Sanremo 2022: Pandemia quanta nostalgia (...) Pandemia please don't go...
Qual è la vostra reazione?