Capri Holdings, si avvicina la cessione di Versace e Jimmy Choo. Focus su Michael Kors
Si intensificano i rumors su una possibile cessione da parte di Capri Holdings dei brand Versace e Jimmy Choo. Il gruppo statunitense guidato John Idol sarebbe ora intento a puntare tutto su Michael Kors, brand fondato dall’omonimo stilista e che aveva dato il nome al gruppo, all’epoca della sua fondazione (Michael Kors Holdings Limited fino al […]
Si intensificano i rumors su una possibile cessione da parte di Capri Holdings dei brand Versace e Jimmy Choo. Il gruppo statunitense guidato John Idol sarebbe ora intento a puntare tutto su Michael Kors, brand fondato dall’omonimo stilista e che aveva dato il nome al gruppo, all’epoca della sua fondazione (Michael Kors Holdings Limited fino al 2019). Fino ad un anno fa Capri Holdings sperava, infatti, in una svolta con l’acquisizione da parte del gruppo Tapestry, che fa capo a Coach, Kate Spade e Stuart Weitzman. Ma dopo il ‘no’ deciso all’operazione arrivato dal Tribunale statunitense che ha dunque dato ragione alle tesi dell’accusa, ovvero la Federal Trade Commission secondo cui il deal avrebbe portato ad un “monopolio nel mercato del lusso accessibile”, oggi il gruppo si trova a dover riscrivere i suoi piani per il futuro.
E lo fa rilanciando il suo marchio, ma potrà portare avanti questa strategia solo una volta ceduti Versace e Jimmy Choo. Già a lavoro sull’eventuale cessione sarebbe Barclays, impegnata nella ricerca di potenziali acquirenti, anche se non è stato reso ancora noto nessun dettaglio da parte del gruppo e dei singoli brand. Una data room con informazioni riservate sulle attività è in fase di allestimento per i potenziali acquirenti. Una fonte di stampa vicina a Wwd ha riportato che Barclays avrebbe espresso volontà di iniziare a ricevere indicazioni di interesse da parte di potenziali acquirenti già prima di Natale.
Stando ai rumors, Pambianconews aveva anticipato che alla diffusione della possibile cessione della maison Versace, nello specifico, sarebbero stati due i pretendenti a farsi avanti: Exor, holding della famiglia Agnelli guidata da John Elkann, e il colosso francese del lusso Kering.
L’idea di un ‘all in’ su Michael Kors rifletterebbe anche la volontà del gruppo di riprendere le redini di un marchio storico fondato agli inizi degli anni ’80 e che in questo momento, dando uno sguardo all’intero gruppo, si trova in sofferenza.
Nell’ultimo bilancio riportato a fine novembre dei dati relativi al secondo trimestre 2025, infatti, il gruppo ha accusato un calo del 16,4% con ricavi pari a 1,1 miliardi di dollari (circa 930 milioni di euro). Un risultato al di sotto delle attese, che Lseg aveva fissato a 1,2 miliardi. Nel primo semestre, i ricavi complessivi sono ammontati a 2,14 miliardi di dollari, contro i 2,5 dell’anno precedente (-15 per cento). Sul versante della redditività, nel trimestre Capri Holdings ha registrato un utile netto di 24 milioni di dollari, pari a 0,20 dollari per azione, contro i precedenti 90 milioni del medesimo periodo dell’anno precedente. L’utile netto rettificato è invece ammontato a 77 milioni di dollari, sui 133 del precedente secondo quarter. Dal punto di vista operativo, la società mostra una perdita di 38 milioni di dollari e un margine del 3,5%, contro l’utile pari a 100 milioni di euro e il margine del 7,7% totalizzati nel Q2 del 2023.
Nel commentare i dati, Idol non aveva dato segnali di imminenti operazioni di cessione, anzi, nell’esprimere la sua delusione circa il bilancio, aveva affermato: “Nonostante il difficile contesto globale della vendita al dettaglio, rimaniamo concentrati sull’esecuzione delle nostre iniziative strategiche iniziative strategiche per ottenere una crescita sostenibile a lungo termine in tutte e tre le nostre case di lusso”. Stando alle indiscrezioni riportate da Wwd, invece, alcuni documenti riportano che prima del deal mai concluso con Tapestry, Capri Holdings aveva già affrontato delle conversazioni con alcuni corteggiatori dei suoi brand, ed in particolare uno era con il “presidente e amministratore delegato di una holding multisettoriale” che ha discusso la possibilità di acquistare sia Versace che Jimmy Choo o di investire in qualsiasi Ipo. Un altro era “il presidente e amministratore delegato di una società internazionale di beni di lusso”, che voleva tornare alle “conversazioni precedenti” sull’acquisto di entrambi i marchi.
Queste opzioni furono poi accantonate quando Capri andò avanti nell’accordo con Tapestry, ma dopo che il deal è sfumato il mese scorso, i colloqui precedenti avrebbero ripreso ed è noto che, il mese scorso, dopo la sentenza del tribunale, Idol ha esposto in una conference call con gli analisti i suoi piani per il gruppo e che sia stato chiesto di cercare alternative strategiche per Versace e Jimmy Choo.
È certo che sarà necessario attendere conferme dal gruppo, che ha già vissuto l’insicurezza di piani mai andati in porto. Intanto il titolo è in lieve calo nel pre-market al Nyse, segnando un -1,16% sui listini a poche ore dall’apertura delle borse.
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