Carioti: il governo riscrive il piano contro l'antisemitismo

Cambia la strategia del governo italiano contro l'antisemitismo. Quella precedente risale al 2021: un altro esecutivo (lo guidava Mario Draghi), un altro coordinatore nazionale per la lotta all'antisemitismo (la professoressa Milena Santerini, oggi c'è il generale Pasquale Angelosanto) e soprattutto un'altra epoca. Nessuno, allora, poteva immaginare quello che sarebbe avvenuto il 7 ottobre del 2023 in Israele, né l'ondata d'odio contro gli ebrei che si sarebbe scatenata in Italia e in Europa nei mesi successivi. Nelle nuove “linee”, infatti, l'elemento fondamentale è la sicurezza delle comunità ebraiche italiane, chiesta al governo dai loro rappresentanti, che sono stati coinvolti numerosi e hanno dato un contributo importante. E non è un caso che l'annuncio sia arrivato il giorno in cui il presidente d'Israele, Isaac Herzog, era a Roma per incontrare Sergio Mattarella e Giorgia Meloni, prima di raggiungere i rappresentanti della comunità ebraica nel Tempio maggiore. La strategia pre

Carioti: il governo riscrive il piano contro l'antisemitismo

Cambia la strategia del governo italiano contro l'antisemitismo. Quella precedente risale al 2021: un altro esecutivo (lo guidava Mario Draghi), un altro coordinatore nazionale per la lotta all'antisemitismo (la professoressa Milena Santerini, oggi c'è il generale Pasquale Angelosanto) e soprattutto un'altra epoca. Nessuno, allora, poteva immaginare quello che sarebbe avvenuto il 7 ottobre del 2023 in Israele, né l'ondata d'odio contro gli ebrei che si sarebbe scatenata in Italia e in Europa nei mesi successivi.

Nelle nuove “linee”, infatti, l'elemento fondamentale è la sicurezza delle comunità ebraiche italiane, chiesta al governo dai loro rappresentanti, che sono stati coinvolti numerosi e hanno dato un contributo importante. E non è un caso che l'annuncio sia arrivato il giorno in cui il presidente d'Israele, Isaac Herzog, era a Roma per incontrare Sergio Mattarella e Giorgia Meloni, prima di raggiungere i rappresentanti della comunità ebraica nel Tempio maggiore.

La strategia precedente si fondava su un'analisi storica e sociale dell'antisemitismo e prevedeva di combatterlo soprattutto sul piano culturale. Quella elaborata dal governo Meloni va molto più sul concreto: è costretta a farlo, dopo le manifestazioni di antisemitismo che si sono viste nelle piazze e nelle università. Come ha detto Angelosanto a luglio in parlamento, dopo il 7 ottobre i casi di antisemitismo in Italia (crimini d'odio, di istigazione all'odio eccetera) sono quadruplicati. L'ostilità non viene più nascosta e anche ieri, davanti al Colosseo, è stato appeso uno striscione rosso con la scritta «Herzog non è il benvenuto! Palestina libera», “firmato” con falce e martello e la bandiera palestinese.

 

I CINQUE PUNTI

La nuova strategia è contenuta in un documento presentato durante il consiglio dei ministri di ieri e preparato da un gruppo presieduto da Angelosanto, al quale hanno partecipato, assieme alla presidenza del consiglio e ai ministeri interessati, rappresentanti delle associazioni ebraiche (Ucei, Ugei, Cdec, Ihra) e del mondo accademico. Prevede cinque linee d'azione: raccolta e analisi dei dati per definire il quadro di situazione e le sue matrici, da tenere sempre aggiornato (quali sono i gruppi più pericolosi? Come si stanno muovendo?); formazione nella scuola, nel mondo del lavoro e nello sport (con certe tifoserie ci sarà molto da lavorare); valorizzazione della «cultura della memoria»; garanzia della sicurezza delle comunità ebraiche; massima attenzione alla dimensione digitale, coinvolgendo anche i gestori del web. Un programma quasi «militare», nel quale – realisticamente – l'enfasi è sulla tutela degli ebrei da ogni forma di aggressione, fisica e digitale.

La premier ne ha parlato con Herzog durante il loro incontro a palazzo Chigi. Arrivato poi in sinagoga, il presidente israeliano si è detto «felice dell'adozione del programma per la lotta contro l'antisemitismo». Meloni ha anche detto ad Herzog che per l'Italia è importante la tenuta del cessate il fuoco a Gaza, che ha consentito il rilascio di parte degli ostaggi, e che aumenti «sensibilmente» l'assistenza umanitaria nella Striscia. Ambedue hanno confermato la volontà di approfondire il partenariato bilaterale in tutti i settori, a partire da quelli energetico, scientifico e tecnologico: la risposta a chi, anche nelle università, vuole che l'Italia aderisca al boicottaggio internazionale di Israele e interrompa ogni intesa.

 

IL COLLOQUIO SUL COLLE

Buona parte della discussione tra Herzog e Mattarella, a quanto si è appreso, ha riguardato invece la situazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, che è in cima alle preoccupazioni di Herzog. Il presidente della repubblica ha confermato la vicinanza del popolo e delle istituzioni italiane a Israele, «in questi giorni tristi in cui si acuisce il dolore per l'inaccettabile e disumana strage del 7 ottobre con la restituzione dei corpi degli ostaggi».

Mattarella ha ribadito a Herzog che l'Italia difende «il diritto di Israele alla sicurezza» e che «per avere una pace reale nel Medio Oriente bisogna assicurare una concreta prospettiva di futuro ai palestinesi», chiarendo bene che questo dovrà avvenire «con ovviamente l'esclusione di Hamas». Herzog lo ha ringraziato, anche per aver partecipato, pochi giorni fa, alla commemorazione dell'anniversario della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz È stato il giorno, insomma, in cui Italia e Israele hanno confermato in pubblico quell'amicizia che molti, soprattutto a sinistra, vorrebbero rompere. Davanti a Mattarella, Herzog ha detto che «la voce dell'Italia risuona molto forte nell'opinione pubblica israeliana», anche grazie al «forte legame e alle relazioni uniche fra i nostri Paesi e i nostri governi».

E questo, ha proseguito, «fa una grande differenza, perché sappiamo chi sono i nostri amici e li ascoltiamo». In serata, nel suo discorso in sinagoga, il presidente israeliano ha poi augurato «una pronta e completa guarigione» a papa Francesco, del quale ha ricordato «le importanti parole di condanna dell'antisemitismo».

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