Caso Zuncheddu, in Cassazione la proposta di legge per il risarcimento
lentepubblica.it Una nuova proposta di legge, attualmente all’esame della Corte di Cassazione, mira a velocizzare i risarcimenti per coloro che sono stati ingiustamente detenuti come nel noto caso che ha fatto discutere negli ultimi mesi relativo a Beniamino Zuncheddu. Con la presentazione ufficiale in Cassazione avvenuta il 10 gennaio, ha preso avvio la raccolta firme necessaria […] The post Caso Zuncheddu, in Cassazione la proposta di legge per il risarcimento appeared first on lentepubblica.it.
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Una nuova proposta di legge, attualmente all’esame della Corte di Cassazione, mira a velocizzare i risarcimenti per coloro che sono stati ingiustamente detenuti come nel noto caso che ha fatto discutere negli ultimi mesi relativo a Beniamino Zuncheddu.
Con la presentazione ufficiale in Cassazione avvenuta il 10 gennaio, ha preso avvio la raccolta firme necessaria per portare la proposta all’attenzione del Parlamento. Se approvata, la normativa potrebbe rappresentare una svolta per coloro che hanno subito ingiustizie, fornendo un sostegno immediato e concreto a chi si trova a ricostruire la propria vita dopo un errore giudiziario.
Caso Zuncheddu, depositata in Cassazione una proposta di legge per il risarcimento
L’iniziativa, di natura popolare, mira a fornire un sostegno economico immediato a chi si trova senza risorse dopo anni trascorsi ingiustamente in carcere, come accaduto a Beniamino Zuncheddu.
Zuncheddu, incarcerato per oltre tre decenni per la strage di Sinnai del 1991, è stato riconosciuto innocente solo l’anno scorso dalla Corte d’Appello di Roma. La sua vicenda ha evidenziato le criticità di un sistema che lascia le vittime di errori giudiziari prive di mezzi di sussistenza fino alla definizione del risarcimento, una procedura che può richiedere fino a dieci anni.
Il Tribunale di Sorveglianza di Cagliari ha riconosciuto a Zuncheddu un risarcimento di circa 30.000 euro per le condizioni di detenzione ritenute “inumane e degradanti” dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.
La proposta di legge, promossa da Irene Testa del Partito Radicale insieme alla giornalista Gaia Tortora e ad altre vittime di errori giudiziari, prevede l’introduzione di un assegno provvisorio erogato dallo Stato dal momento dell’assoluzione fino alla sentenza definitiva di risarcimento. L’obiettivo è garantire un minimo di sicurezza economica durante il lungo iter legale, evitando che le persone cadano in situazioni di estrema indigenza. Attualmente, chi esce dal carcere senza mezzi è spesso costretto a rivolgersi ad associazioni benefiche o a fare affidamento su aiuti familiari per sopravvivere.
Gli obiettivi della proposta
Ogni anno in Italia si registrano circa 1.000 casi di ingiusta detenzione, con un costo significativo per le casse dello Stato. La proposta prevede l’introduzione di una rendita mensile pari al doppio dell’assegno sociale, finanziata con i fondi della Cassa delle ammende. Questa misura, di immediata esecutività, si estinguerebbe solo nel caso in cui la richiesta di riparazione non venisse presentata nei termini di legge.
Il disegno di legge introduce modifiche al codice di procedura penale, tra cui l’aggiunta di un nuovo articolo, il 411-bis, che disciplina l’assegnazione della rendita provvisoria nei casi di archiviazione o proscioglimento con formula piena. Le disposizioni si applicano anche nei casi di revisione della sentenza, garantendo la restituzione delle somme versate per pene pecuniarie e spese processuali, oltre alla costituzione della rendita economica.
I dettagli dell’iniziativa
Qui il testo della proposta di legge e il modulo di adesione.
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