Cavalli: Il pesce, il gatto, il pollo, proverbi per capire la Cina

Mentre mezzo mondo recalcitra alla marcia verso un nuovo ordine globale imposta dall'arrivo di Donald Trump (qualcuno si era illuso che fosse ordine quello di bideniana fattura?), la Cina «cresce nel vento e nella pioggia e diventa più forte nei momenti difficili» (Xi Jinping, discorso per il Capodanno cinese). Non che si sappia granché di questo territorio con ampi tratti di confine ancora oggetto di rivendicazioni incrociate, in cui sono disseminate, e disciplinate, 1 miliardo e 400 milioni di persone. Dal 2019, per esempio, il governo cinese non pubblica un libro bianco sulla sua strategia di difesa (un tempo edito ogni due o tre anni); non sono stati resi pubblici i dati sui decessi causati dalla pandemia (ed è stata eliminata anche la voce “cremazioni” dai rapporti ufficiali); nel 2023 è stato limitato l'accesso internazionale al China National Knowledge Infrastructure, il maggiore database accademico in Cina. La chiusura di Pechino e la manipolazione dei dati sono aumentate a ta

Cavalli: Il pesce, il gatto, il pollo, proverbi per capire la Cina

Mentre mezzo mondo recalcitra alla marcia verso un nuovo ordine globale imposta dall'arrivo di Donald Trump (qualcuno si era illuso che fosse ordine quello di bideniana fattura?), la Cina «cresce nel vento e nella pioggia e diventa più forte nei momenti difficili» (Xi Jinping, discorso per il Capodanno cinese). Non che si sappia granché di questo territorio con ampi tratti di confine ancora oggetto di rivendicazioni incrociate, in cui sono disseminate, e disciplinate, 1 miliardo e 400 milioni di persone. Dal 2019, per esempio, il governo cinese non pubblica un libro bianco sulla sua strategia di difesa (un tempo edito ogni due o tre anni); non sono stati resi pubblici i dati sui decessi causati dalla pandemia (ed è stata eliminata anche la voce “cremazioni” dai rapporti ufficiali); nel 2023 è stato limitato l'accesso internazionale al China National Knowledge Infrastructure, il maggiore database accademico in Cina.

La chiusura di Pechino e la manipolazione dei dati sono aumentate a tal punto che gli analisti, costretti a fare affidamento solo sui media officiali o sui social network, parlano di “nebbia informativa”. Cerchiamo di non perdere l'orientamento e guardiamo Pechino in tre aspetti fondamentali (con altrettanti proverbi cinesi a mo' di prolegomeni): economia, tecnologia e difesa. -Economia, ovvero “Date a un uomo un pesce e mangerà per un giorno. Insegnategli a pescare e mangerà per tutta la vita”. Tradotto: meno peso alle esportazioni, più al mercato interno. È un proposito che Xi ha ribadito nel discorso per il Capodanno, annunciando che «le ciotole cinesi sono ora riempite con più cereali cinesi». La domanda interna rallenta da anni, più nettamente dall'inizio della pandemia da Covid-19, e va di pari passo con l'aumento del tasso di disoccupazione giovanile, l'impoverimento della classe media, il rischio dello scoppio della bolla immobiliare, le lacune del sistema sanitario e il declino demografico. Nel 2024, la Cina ha registrato un tasso di crescita del Pil del 5%: è il valore più basso degli ultimi decenni (ed è quello ufficiale, tant'è che il mercato azionario cinese ha sottoperformato più del previsto).

Per il 2025, la crescita è stimata tra il 4 e il 4,5%, il governo ha annunciato che aumenterà il deficit al 4% e abbasserà l'obiettivo dell'inflazione al 2%. Ed è più propenso a riconoscere l'importanza delle aziende private per la crescita economica. Ad oggi, però, le riforme annunciate non decollano, i consumi non crescono alla velocità di un tempo e le esportazioni saranno inevitabilmente colpite dai dazi americani. Durante la sua campagna, Trump ne aveva promessi al 60%: per ora si è fermato al 20, cui la Cina ha risposto con una combinazione di tariffe, controlli sulle esportazioni, divieti commerciali, indagini antitrust. Reazione prudente, secondo Hui Shan, capo economista cinese di Goldman Sachs, perché ogni aumento di 20 punti percentuali dei dazi statunitensi ridurrebbe dello 0,7 la crescita del Pil cinese. -Tecnologia, ovvero “Gatto giallo o gatto nero, finché cattura i topi è un buon gatto” (proverbio poi attribuito a Deng Xiaoping). Tradotto: basta che funzioni. Se gli americani ci tolgono i chip, facciamoli noi. Il piano “Made in China 2025”, lanciato nel 2015, mirava a trasformare la Cina da potenza manifatturiera a potenza tecnologica avanzata, che producesse cioè tecnologie strategiche come semiconduttori, veicoli elettrici, intelligenza artificiale. Secondo un'analisi del South China Morning Post del 2024, è stato raggiunto l'86% degli obiettivi fissati dal piano. I controlli alle esportazioni di Washington hanno avuto l'effetto collaterale di stimolare l'ingegno degli asiatici, che non vedono più l'autosufficienza tecnologica come un miraggio. Vale per Huawei (che inizia a dare qualche grattacapo al colosso dei chip Nvidia), vale per l'intelligenza artificiale (dopo DeepSeek è arrivata Manus a scuotere l'industria americana e a scatenare il panico nel mercato azionario), vale perla Bank of China che ha appena istituto un fondo da 7 miliardi di dollari da investire in startup tecnologiche, in scia all'Industrial and Commercial Bank of China che mercoledì ha annunciato un fondo da 11 miliardi per l'innovazione, dalla biomedicina all'aerospazio.

A febbraio, Xi Jinping ha esaltato la tecnologia come uno dei principali motori di sviluppo (e un mezzo per essere meno vulnerabili agli Usa) e ha annunciato che il governo sosterrà lo sviluppo di tecnologie avanzate come l'intelligenza artificiale, la guida autonoma, le energie rinnovabili. -Difesa, ovvero “Uccidi il pollo per spaventare la scimmia”. Tradotto: se la Cina è disposta a combattere per gli atolli disabitati nel Mar Cinese Meridionale (degli arcipelaghi Spratlys e Paracel), tanto più combatteranno per Taiwan. Pechino ha segnalato che le spese militari aumenteranno del 7,2% nel 2025 (246 miliardi di dollari), in linea con gli ultimi anni. Missili avanzati, aerei da combattimento, droni gregari, navi militari e sottomarini, un arsenale di testate nucleari aumentato da 500 a 600 nel solo 2024, 2,03 milioni di soldati in servizio permanente, in costruzione la più grande portaerei a propulsione nucleare del mondo nel porto di Dalian (informazione però smentita dai cinesi, che l'hanno definita “puramente speculativa”) e un centro di comando militare dieci volte il Pentagono, nei pressi di Pechino. Funzionari dell'intelligence statunitense paventano che Xi abbia detto all'Esercito popolare di liberazione di sviluppare le capacità per invadere la “provincia ribelle” entro il 2027, pur sottolineando che tale dichiarazione non sottintende necessariamente “tra due anni scatenate l'inferno”. L'esercito deve però vedersela con le molteplici estromissioni ai vertici della difesa (alti ufficiali, dirigenti d'industria, ministri) e qualche fiasco (nel 2023 è affondato un sottomarino a propulsione nucleare in un cantiere di Wuhan). L'ultimo proverbio è per noi: “Si inizia a scavare un pozzo solo quando si ha sete”. Tradotto: finora siamo stati imprevidenti (per incoscienza o incompetenza o malafede), sarebbe tempo di impugnare la vanga.

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