Cavalli: Kristi Noem severa ma giusta. Scelta per cacciare i clandestini
Donald Trump deve averla scelta perché è empatica come un sasso. Kristi Noem, nuova segretaria alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti, quella cioè che si dovrà occupare dei rimpatri a giumelle promessi dall'amministrazione, è nota alle cronache principalmente per aver fatto fuori il suo cane. E per averlo raccontato: nella sua autobiografia (“No going back”, non si torna indietro) scrisse che Cricket, un Pointer di 14 mesi, avrebbe dovuto cacciare i fagiani e non ne aveva punto voglia. In compenso rubava polli e mordeva gli umani: indisciplinato e aggressivo, spiegò Noem. Lo portò in una cava e gli sparò. Nella stessa cava, ha dedicato non uno, due proiettili a una capra, aggressiva pure quella, tanto che il primo colpo non la finì. Secondo lei, l'esecuzione canina avrebbe dovuto fungere da esempio di come certe cose semplicemente vadano fatte, anche se «difficili e brutte», nella vita come in politica. Soprattutto nel Midwest, casa sua, nel South Dakota. I commentatori americani
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Donald Trump deve averla scelta perché è empatica come un sasso. Kristi Noem, nuova segretaria alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti, quella cioè che si dovrà occupare dei rimpatri a giumelle promessi dall'amministrazione, è nota alle cronache principalmente per aver fatto fuori il suo cane. E per averlo raccontato: nella sua autobiografia (“No going back”, non si torna indietro) scrisse che Cricket, un Pointer di 14 mesi, avrebbe dovuto cacciare i fagiani e non ne aveva punto voglia. In compenso rubava polli e mordeva gli umani: indisciplinato e aggressivo, spiegò Noem. Lo portò in una cava e gli sparò. Nella stessa cava, ha dedicato non uno, due proiettili a una capra, aggressiva pure quella, tanto che il primo colpo non la finì. Secondo lei, l'esecuzione canina avrebbe dovuto fungere da esempio di come certe cose semplicemente vadano fatte, anche se «difficili e brutte», nella vita come in politica. Soprattutto nel Midwest, casa sua, nel South Dakota.
I commentatori americani dissero che era un “Jeffrey Dahmer con le faccette” (il riferimento è al Cannibale di Milwakee, 17 omicidi dalla spiccata creatività, e a uno scandalo su un trattamento odontoiatrico che pubblicizzò quand'era governatrice), gli americani si indignarono e lei si giocò la possibilità di diventare Vicepresidente. Se volete lezioni di autobiografia, meglio citofonare a JD Vance.
Insieme con lo zar delle frontiere Tom Homan, funzionario di lunga data dell'agenzia Immigration and Customs Enforcement, e con il vicecapo dello staff della Casa Bianca Stephen Miller, mente della politica di separazione familiare attuata durante il primo mandato, Noem si occuperà della sicurezza delle frontiere e di combattere l'immigrazione illegale. «Ripristineremo la sicurezza delle comunità americane in modo che le famiglie abbiano di nuovo l'opportunità di perseguire il sogno americano», è stata la dichiarazione all'annuncio della sua nomina, confermata in Senato con il sostegno di sette democratici.
RITRATTI DEI PRESIDENTI
Ruolo complicato, quello di Noem, 52 anni, tre figli, nel 2018 prima donna governatore dello Stato che ospita il Monte Rushmore, e non solo perché sarà a capo di un'agenzia tentacolare con un budget di 60 miliardi di dollari, più di 230mila dipendenti e che supervisiona tutto, dalla dogana all'immigrazione, dalla sicurezza informatica alla prevenzione e gestione dei disastri naturali fino ai servizi segreti. Ma anche perché dovrà avverare i desiderata del presidente, che durante la prima amministrazione bruciò cinque ministri in quattro anni e che si sta già lamentando per l'esiguo numero di arresti (circa 8mila nelle prime due settimane, l'obiettivo è 1.400 al giorno). L'agenda MAGA prevede infatti l'allontanamento delle 11 milioni di persone prive di documenti: tra ostacoli finanziari, legali e logistici, oltre al tempo necessario per identificazione, arresto, detenzione ed espulsione, anche il ripatrio di un milione di immigrati l'anno, ovvero 2.700 arresti al giorno, pare un'aspirazione. Nel 2024, Biden ne rimpatriò 271.484, il numero più alto degli ultimi dieci anni (Trump, nel 2019, arrivò a 267mila).
Dalla sua, oltre a una vita a gestire il ranch di famiglia, tra bestie, bambini, sputacchiere e armi (e quando staccava dal lavoro andava alle scuole serali, si è laureata in scienze politiche, ha infilato stage su stage fino a vincere il seggio alla Camera, nel 2006), ha un'assoluta fedeltà al presidente e una discreta esperienza sul campo. Ha elogiato tutte le politiche migratorie di Trump del primo mandato, ha definito la situazione al confine meridionale “un'invasione”, tanto da istituire un Fondo di emergenza per schierare la Guardia Nazionale tra Texas e Messico, si è opposta all'accoglienza dei rifugiati afghani in South Dakota.
Nel 2020 portò al presidente una sculturetta del Monte Rushmore con il volto di lui accanto al pantheon dei grandi presidenti americani (idea che negli ultimi giorni ha rispolverato Musk, su X, scrivendo che andrà a scalpellare personalmente) e, durante le primarie, è stata uno dei primi governatori a schierarsi con l'ex tycoon. Come lui, infine, non ha il gene della diplomazia: le è stato vietato di visitare le terre dei nativi perché ha dichiarato che le tribù indigene del suo stato traggono benefici dalla presenza dei cartelli della droga messicani.
«BARBIE DEI CONFINI»
Le prime critiche? Un abbigliamento a tema, come il Salvini che fu (il casco dei Vigili del Fuoco un giorno, la divisa della Polizia un altro). A un raid a New York quando ancora albeggiava si è presentata con il giubbotto antiproiettile e il cappellino con lo stemma dell'Ice, la polizia responsabile del controllo dell'immigrazione (da cui fluiva una chioma più da gara che da battaglia), è andata a visitare il confine meridionale a cavallo e indossando un cappello da cowboy (e la stessa chioma) e si è fatta fotografare mentre sistema il filo spinato insieme con i militari (sì caschetto, stavolta una coda). Le han dato della “Barbie di frontiera”. Per lei ha risposto un compaesano, il deputato del South Dakota Dusty Johnson: “La gente di New York o di Washington non riuscirebbe a sopravvivere un giorno nella vera America. Noem indossa l'abbigliamento delle persone che sta guidando. Ho sempre detto che sarebbe stata una che prende a calci nel culo ed è quello che sta facendo”.
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