Cè la sentenza su Mincione: respinte tutte le accuse del Vaticano sul palazzo di Londra

Oggi la Commercial Court - dopo un processo durato 17 giorni e al termine di un iter giudiziario durato quattro anni - ha respinto le accuse di disonestà, frode e cospirazione avanzate dalla Segreteria di Stato vaticana nei confronti degli Attori Mincione, WRM Capital Asset Management Sarl e il fondo lussemburghese Athena Capital. La Commercial Court ha inoltre riconosciuto agli Attori la maggior parte delle dichiarazioni (conclusioni) che essi avevano richiesto alla Commercial Court e in merito alle trattative e alla vendita di un noto investimento del Vaticano in un progetto immobiliare al numero 60 di Sloane Avenue a Londra.  Le parti Gli Attori erano Athena Capital Fund SICAV FIS S.C.A., Athena Capital Real Estate and Special Situations Fund 1, WRM Capital Management S.a.r.l. e Raffaele Mincione.  I primi due Attori sono fondi di investimento gestiti dal terzo Attore. Il sig. Mincione, cittadino britannico, è un imprenditore e finanziere che ha fondato il Gruppo WRM.  Il convenu

Cè la sentenza su Mincione: respinte tutte le accuse del Vaticano sul palazzo di Londra

Oggi la Commercial Court - dopo un processo durato 17 giorni e al termine di un iter giudiziario durato quattro anni - ha respinto le accuse di disonestà, frode e cospirazione avanzate dalla Segreteria di Stato vaticana nei confronti degli Attori Mincione, WRM Capital Asset Management Sarl e il fondo lussemburghese Athena Capital. La Commercial Court ha inoltre riconosciuto agli Attori la maggior parte delle dichiarazioni (conclusioni) che essi avevano richiesto alla Commercial Court e in merito alle trattative e alla vendita di un noto investimento del Vaticano in un progetto immobiliare al numero 60 di Sloane Avenue a Londra. 

Le parti

Gli Attori erano Athena Capital Fund SICAV FIS S.C.A., Athena Capital Real Estate and Special Situations Fund 1, WRM Capital Management S.a.r.l. e Raffaele Mincione.  I primi due Attori sono fondi di investimento gestiti dal terzo Attore. Il sig. Mincione, cittadino britannico, è un imprenditore e finanziere che ha fondato il Gruppo WRM. 

Il convenuto è la Segreteria di Stato della Santa Sede, braccio amministrativo del Vaticano (“il Vaticano”). 

Gli Attori hanno avviato il presente procedimento chiedendo alla Commercial Court di pronunciarsi in merito a una operazione del 2018 avviata su richiesta del Vaticano.  A seguito di tale operazione del 2018, il Vaticano ha acquisito la totalità degli interessi commerciali nella nota proprietà di 60 Sloane Avenue a Chelsea, Londra.  Il modo in cui il Vaticano ha strutturato l'acquisizione dell'intera partecipazione in 60 Sloane Avenue è stato attraverso un trasferimento a una società chiamata Gutt SA.  Poco prima dell'operazione, un certo sig. Torzi (che ha agito come agente per il Vaticano nella operazione del 2018) aveva ristrutturato la Gutt per attribuirsi il controllo della società.  Alcuni mesi dopo, il sig. Torzi chiedeva al Vaticano 20 milioni di sterline in cambio della cessione del controllo di Gutt allo Stato.  A quel punto sono state coinvolte la National Crime Agency e l'Autorità di Informazione Finanziaria del Vaticano, è stata costituita una nuova società per detenere 60 Sloane Avenue e il sig. Torzi ha ricevuto 15 milioni di euro dal Vaticano in seguito a trattative condotte direttamente con il Papa e l'arcivescovo Edgar Peña Parra.

In questo procedimento, gli Attori hanno sostenuto che il Vaticano avesse contestato la validità e la legittimità dell'operazione del 2018, e pertanto hanno chiesto al tribunale inglese un numero considerevole di dichiarazioni in relazione al contratto.

Il Vaticano si è difeso nel procedimento e si è opposto alla concessione di ogni singola dichiarazione. Nelle sue Difese, il Vaticano ha altresì avanzato, nei confronti di tutti gli Attori, gravi accuse di illecito in relazione alla operazione del 2018, tra cui frode, cospirazione e disonestà. Il Vaticano ha affermato che il valore dell'edificio di 60 Sloane Avenue era stato gonfiato, che gli Attori avevano rappresentato il suo valore di mercato in maniera fraudolenta, che non c'era stata una vera e propria trattativa prima dell'operazione del 2018 e che gli Attori erano, con il sig. Torzi e altri, membri strumentali di una cospirazione finalizzata a truffare il Vaticano e ad arricchire sé stessi.  

Dopo aver ascoltato per diversi giorni le testimonianze del sig. Mincione e di diversi altri dipendenti e dirigenti degli Attori, nonché dell'arcivescovo Edgar Peña Parra per conto del Vaticano, la Commercial Court ha dato ragione agli Attori, ha concesso quasi tutte le dichiarazioni richieste e ha respinto tutte le gravi accuse di disonestà, frode, rappresentazione fraudolenta e cospirazione erroneamente mosse dal Vaticano contro gli Attori nelle sue Difese.  Come ha affermato la Commercial Court: (punto 235)

“Gli Attori … beneficiano anche di una serie di conclusioni in questa sentenza, non oggetto delle dichiarazioni richieste, che respingono accuse molto gravi mosse contro di loro. In questa sede ho potuto e colto l'opportunità di trattare particolari accuse, tra cui quelle di disonestà e di cospirazione. Gli Attori hanno diritto a tali conclusioni in relazione a tali accuse”.

La Commercial Court inoltre:

- ha respinto l'affermazione del Vaticano secondo cui non c'è stata una vera e propria trattativa che ha portato all'operazione del 2018 o che particolari caratteristiche dell'operazione del 2018 dimostrano che non si tratta di un'operazione genuinamente negoziata; 

- ha riconosciuto che l'edificio al numero 60 di Sloane Avenue è un edificio “unico” con una facciata che è “importante, storica e distintiva nel suo design e che includeva terracotta di provenienza locale” 

- ha riconosciuto l'opinione del sig. Mincione secondo cui gli Attori, attraverso l'operazione del 2018, non stavano vendendo al Vaticano un edificio ma un progetto di riqualificazione;

- ha accettato le prove di esperti indipendenti secondo cui il valore di 275 milioni di sterline, che la Commercial Court ha riscontrato essere stato attribuito dal sig. Mincione alla proprietà di 60 Sloane Avenue poco prima dell'operazione del 2018, era un valore di mercato sostenibile per la proprietà nel 2018, sebbene siano state mosse alcune critiche al sig. Mincione per non aver spiegato al Vaticano all'epoca in modo più dettagliato le ipotesi utilizzate per calcolare tale somma.  La constatazione della Commercial Court che 275 milioni di sterline erano un valore di mercato sostenibile per la proprietà di 60 Sloane Avenue al momento dell'operazione del 2018 è significativa; quando la questione è stata sottoposta in questo procedimento alla Corte d'Appello nel luglio 2022, la Corte d'Appello ha rilevato che: “Se la Segreteria ha pagato il prezzo di mercato o giù di lì, ha ottenuto un bene che valeva quanto ha pagato e (in ogni caso per quanto riguarda l'Operazione) non sembra avere alcun motivo valido per lamentarsi”;

- ha respinto l'argomentazione del Vaticano secondo cui la ricerca da parte degli Attori di una somma di 40 milioni di sterline come pagamento a saldo nell'ambito dell'operazione sarebbe stata disonesta, costituiva un grave illecito e non dimostrava un'adeguata negoziazione;

- ha respinto l'affermazione del Vaticano secondo cui il sig. Mincione avrebbe sempre saputo che il sig. Torzi intendeva perpetrare una frode ai danni del Vaticano;

- ha respinto l'affermazione del Vaticano secondo cui il sig. Mincione sapeva che il sig. Torzi avesse intenzione di agire in violazione dei doveri verso il Vaticano nel novembre 2018;

- ha respinto l'affermazione del Vaticano secondo cui gli Attori erano “membri strumentali” di una cospirazione per ingannare il Vaticano e arricchirsi.

La Commercial Court terrà un'ulteriore udienza a tempo debito per decidere i provvedimenti conseguenti, tra cui il riconoscimento delle spese legali.

Le dichiarazioni di Raffaele Mincione

“La sentenza emessa oggi dalla Commercial Court mi ha restituito la fiducia nella giustizia. Spero che questo riconoscimento mi restituisca la possibilità di essere ascoltato in maniera imparziale e senza pregiudizi dalle autorità e dagli organi di stampa. Sono molto orgoglioso di essere un cittadino britannico e di far parte di un Paese in cui prevalgono la giustizia e il giusto processo.  È un sollievo che, dopo anni in cui sono stato ingiustamente accusato dal Vaticano di aver rubato il suo denaro, la Commercial Court inglese abbia respinto in toto la tesi del Vaticano secondo cui io, il fondo Athena Capital o WRM Group siamo stati disonesti pe perpetrare una frode o abbiamo fatto parte di una cospirazione in relazione alla trattativa e alla vendita dell'edificio 60 Sloane Avenue nel 2018. 

Sono anche rincuorato dall'accettazione, da parte della Commercial Court, delle prove dettagliate presentate dagli esperti durante il processo, secondo cui 275 milioni di sterline rientravano nell'intervallo di valori di mercato ragionevoli per l'edificio di 60 Sloane Avenue nel 2018, e che il pagamento di 40 milioni di sterline richiesto dal fondo Athena Capital di WRM nella vendita era ambizioso ma non indicativo di un grave illecito, come aveva sostenuto il Vaticano. Ho sempre creduto nel progetto immobiliare di 60 Sloane Avenue e mi sento vendicato. È un grande peccato che alla fine il progetto immaginato da Sir David Chipperfield non si sia realizzato e posso solo sperare che forse un giorno lo sarà.

Vorrei aggiungere questo. Sono un imprenditore. Il Vaticano è uno Stato sovrano con grandi consulenti finanziari istituzionali intorno a sé, con la sua Banca Vaticana e la sua Autorità di Informazione Finanziaria.  

Spero che la sentenza possa mettere a tacere una volta per tutte le affermazioni secondo cui io sarei disonesto, o un truffatore, o un criminale”.

Le dichiarazioni di Benjamin Robinson, consigliere generale del Gruppo WRM

“WRM Group è lieta che la Commercial Court abbia oggi concesso la maggior parte delle dichiarazioni richieste da WRM Capital Management Sarl e dal fondo Athena Capital nella loro causa contro il Vaticano. La sentenza e le conclusioni della Corte in merito alla legittimità delle trattative che hanno portato alla vendita di 60 Sloane Avenue, Londra, nel 2018, giustificano la tenacia con cui gli Attori hanno condotto il caso fino al processo.  

Sia WRM Capital Management Sarl che il fondo Athena Capital sono entità regolamentate e hanno pienamente rispettato i loro obblighi normativi in relazione all'operazione del 2018. Non da ultimo, dato il loro status regolamentato, WRM Capital Management e Athena Capital si sono sentiti in dovere di contestare le gravi accuse di disonestà, frode e cospirazione mosse dal Vaticano nei loro confronti nel procedimento. WRM Group accoglie con favore il rigetto definitivo di tali accuse da parte della Commercial Court, dopo aver attentamente valutato le prove di numerosi testimoni ed esperti e le dettagliate argomentazioni legali nel corso di un processo durato 17 giorni l'estate scorsa”.

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