Per la prima volta una stella binaria, cioè un sistema formato da due stelle in orbita attorno a un comune centro di massa, è stata trovata nei pressi di un buco nero supermassiccio. E non uno qualunque, ma Sagittarius A*, il mostro cosmico che tutto divora al centro della Via Lattea. La scoperta, resa possibile dai dati raccolti, nel corso di diversi anni, dal Very Large Telescope dell'ESO (l'Osservatorio Europeo Australe), fa pensare che i buchi neri supermassicci siano (un po') meno distruttivi di quanto si credesse.. Stelle binarie e buchi neri: equilibri instabili. Le stelle binarie sono estremamente diffuse - costituiscono oltre il 60% degli astri più massicci e caldi catalogati nelle osservazioni celesti. Tuttavia, l'intensa attrazione gravitazionale esercitata dai buchi neri supermassicci nell'ambiente che li circonda crea condizioni di instabilità che rendono difficile la sopravvivenza di sistemi stellari complessi. Per questa ragione finora non era stato possibile osservare stelle binarie nei pressi di questi oggetti celesti, tanto meno di Sagittarius A*.. La nuova scoperta dimostra invece che, seppur per un breve periodo di tempo, le stelle binarie possono esistere anche nei pressi di un buco nero supermassiccio, e che questi divoratori di materia possono essere un po' meno annientatori di quanto pensassimo. In effetti D9, come è stata chiamata la stella binaria, è stata individuata "appena in tempo", nell'unica finestra di tempo possibile prima che svanisca.. Si stima infatti che D9 abbia appena 2,7 milioni di anni, un'età molto piccola, in termini stellari, e che la forza gravitazionale di Sagittarius A* la farà fondere in un unico astro entro un milione di anni. «Abbiamo solo una breve finestra, sulle scale temporali cosmiche, per osservare un tale sistema binario, e ci siamo riusciti!», spiega Emma Bordier, ricercatrice presso l'Università di Colonia, in Germania e prima autrice dello studio, pubblicato su Nature Communications.. La formazione stellare attorno a Sagittarius A*. «Il sistema D9 mostra chiari segni della presenza di gas e polvere attorno alle stelle, il che suggerisce che potrebbe trattarsi di un sistema stellare molto giovane che deve essersi formato nelle vicinanze del buco nero supermassiccio», aggiunge Michal Zajaček, coautore dello studio e ricercatore presso l'Università Masaryk, Repubblica Ceca, e l'Università di Colonia.
Attorno a Sagittarius A* sono state trovate, negli ultimi anni, molte giovani stelle, smentendo l'ipotesi che l'ambiente estremo nei pressi di un buco nero supermassiccio fosse inadatto al delicato e turbolento processo di formazione stellare. Ora sappiamo che in queste condizioni caotiche possono formarsi persino coppie di stelle.. Come è stata trovata una stella binaria vicino a Sagittarius A*. Alla scoperta di D9 si è arrivati combinando i dati dello strumento ERIS (Enhanced Resolution Imager and Spectrograph) del VLT e quelli d'archivio dello strumento SINFONI (Spectrograph for INtegral Field Observations in the Near Infrared). In questo modo è stato possibile captare le variazioni ricorrenti di velocità della stella e comprendere che quell'oggetto era in realtà formato da due stelle, in orbita l'una attorno all'altra - come si vede nell'animazione qui sotto: il testo prosegue sotto al video.. I dati spettrali dei due strumenti mostravano infatti che la luce emessa dal gas idrogeno attorno a D9 oscillava periodicamente verso le lunghezze d'onda del rosso e del blu, quando le due stelle cambiavano posizione l'una rispetto all'altra. Questo stesso schema si ripeteva per 15 anni: è parso allora chiaro che quelle osservate fossero due stelle interagenti e nello specifico una stella binaria.. Il gruppo tedesco è arrivato alla scoperta di D9 mentre studiava un denso ammasso di stelle e altri oggetti in orbita intorno a Sagittarius A*, chiamato ammasso S, e in particolare alcuni oggetti misteriosi al suo interno, chiamati oggetti G, che si comportano come stelle ma sembrano nubi di gas e polvere.
Alla luce della nuova scoperta, il team ipotizza che gli oggetti G possano essere una combinazione di stelle binarie che non si sono ancora fuse con il materiale rimanente di stelle già fuse. Come possano essersi formati nell'ambiente attorno a un buco nero supermassiccio, rimane ancora da appurare e sarà oggetto di nuove campagne di osservazione..