Chat Control, domani è una giornata decisiva per la privacy dei cittadini UE
I ministri degli interni UE sono chiamati a votare ufficialmente sulla proposta di Chat Control, ovvero la sorveglianza obbligatoria di tutte le comunicazioni private elettroniche al fine di stanare...
Domani è un giorno potenzialmente molto importante per la privacy dei cittadini dell’Unione Europea: i ministri degli interni dei Paesi UE voteranno ufficialmente per la prima volta su “Chat Control 2.0”, il sistema di monitoraggio elettronico obbligatorio e automatico per ogni tipo di comunicazione digitale, criptata e non, al fine di prevenire crimini sessuali contro i minori. Questo interesserà email, instant messenger come WhatsApp, forum, social e qualsiasi altra piattaforma in cui è possibile scambiarsi messaggi privati. Se ne era tornato a parlare negli scorsi giorni; c’era stato un incontro informale il 6 dicembre ma non si è raggiunta la maggioranza utile.
L’incontro del 6 dicembre ha tuttavia fatto emergere che sono molti di più i governi a favore di quelli contrari. L’Italia, che in precedenza aveva mosso critiche significative alla proposta (sia a livello di principio, banalmente la questione della privacy, sia a livello di affidabilità della tecnologia), si è ora schierata a favore. È importante sottolineare che questa votazione operava sotto il principio del silenzio=assenso, quindi non intervenendo l’Italia è stata messa nell’elenco dei “sì”. Domani, però, bisognerà per forza prendere una posizione.
Anche se i Paesi contrari sono pochi, in questo scenario dovrebbero essere sufficienti a respingere la proposta, perché rappresentano più del 35% dei cittadini UE. Gli attivisti per i diritti digitali e persino le associazioni di tutela dei minori sono generalmente schierati contro questa iniziativa, anche nella versione “light”, o appunto 2.0, attorno alla quale stanno tendenzialmente gravitando i sostenitori delle proposta, in cui sostanzialmente si sorveglierebbero solo i contenuti multimediali e non la corrispondenza testuale.
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