"Chi vogliono condannare a 20 anni di galera": Storace rivela la follia di Bonelli e Fratoianni

Non li ferma più nessuno. Sono i fanatici dell'ambiente, gli idolatri della galera altrui, gli allarmisti globali. Occhio, che vorrebbero un nuovo tipo di forca, vent'anni o poco più di carcere per chi commette un reato tutto da scrivere nel codice penale, l'ecocidio. Per magari eleggere a campioni della natura i disturbatori di professione che se ne vanno in giro a deturpare monumenti e opere d'arte. O a bloccare la circolazione per chi deve andare a lavorare. Nell'orgia di parole collegate all'omicidio, questa oggettivamente mancava. E non è neppure tanto nuova. Ma fa effetto verificare che i soliti Bonelli e Fratoianni l'hanno tradotta in disegno di legge lo scorso anno. Poi, accanto, ci sono le campagne di stampa e pure un recentissimo libro della giornalista napoletana Stefania Divertito e stiamo a posto. Prepariamoci all'alluvione di parole, di slogan, di manifestazioni per farci sentire responsabili se non denunciamo subito l'automobilista davanti che getta la sigaretta in stra

"Chi vogliono condannare a 20 anni di galera": Storace rivela la follia di Bonelli e Fratoianni

Non li ferma più nessuno. Sono i fanatici dell'ambiente, gli idolatri della galera altrui, gli allarmisti globali. Occhio, che vorrebbero un nuovo tipo di forca, vent'anni o poco più di carcere per chi commette un reato tutto da scrivere nel codice penale, l'ecocidio. Per magari eleggere a campioni della natura i disturbatori di professione che se ne vanno in giro a deturpare monumenti e opere d'arte. O a bloccare la circolazione per chi deve andare a lavorare. Nell'orgia di parole collegate all'omicidio, questa oggettivamente mancava. E non è neppure tanto nuova. Ma fa effetto verificare che i soliti Bonelli e Fratoianni l'hanno tradotta in disegno di legge lo scorso anno.

Poi, accanto, ci sono le campagne di stampa e pure un recentissimo libro della giornalista napoletana Stefania Divertito e stiamo a posto. Prepariamoci all'alluvione di parole, di slogan, di manifestazioni per farci sentire responsabili se non denunciamo subito l'automobilista davanti che getta la sigaretta in strada. Per carità, l'ambiente va rispettato; le regole devono essere seguite; ma trattare la popolazione come potenziale killer fa davvero paura. Eppure, i sicari del diritto sono arrivati a bussare persino alla porta della Corte penale internazionale per avere udienza e soddisfazione. E siccome da quelle parti sono sensibili alla persecuzione, l'obiettivo è far considerare l'ecocidio come crimine riconosciuto formalmente dalla Corte. Provate ad immaginare che tipo di impatto potrebbe esserci sulla legislazione in materia ambientale: altro che i signori del no.... Si andrebbe rapidamente alla chiusura di ogni progetto di grande opera. Il progresso messo al bando.

 



In sostanza, con il termine ecocidio si vuole proporre una specie di reato simile ai crimini di guerra e a quelli contro l'umanità. La responsabilità penale si potrebbe invocare per qualunque atto ritenuto ostile all'ambiente e alla sua protezione. Bisogna essere ostili pregiudizialmente all'introduzione di un reato simile? Certo che no, ma quando si tocca il diritto le conseguenze vanno comprese prima dell'introduzione di una nuova fattispecie di reato, soprattutto se si considerano le dimensioni internazionali che si vorrebbero raggiungere. E con il tipo di giustizia a cui ormai siamo abituati figurarsi che cosa potrebbe succedere dalle nostre parti. La legislazione a protezione dell'ambiente è già vasta, le sanzioni di natura penale non mancano e il rischio sarebbe quello di creare ulteriore confusione con il cosiddetto ecocidio. Nella proposta di Avs, che prevede pene fino a 20 anni per chi commette «qualsiasi atto illecito o arbitrario con la consapevolezza che esiste una sostanziale probabilità che il medesimo atto causi un danno grave e diffuso o a lungo termine all'ambiente o a un ecosistema», ci sono pure norme – come ha denunciato il deputato di Forza Italia Raffaele Costa – «che dichiarano il reato imprescrittibile, e che il Ministero della Giustizia deve tutelare il denunciante». La “sostanziale probabilità” come prova del crimine? O siamo alla follia proclamata onorevole? Onestamente, va detto che quanto a “panpenalismo” a sinistra non si fanno mancare nulla e si sono mossi per tempo prima di tutti. Perché inventare questa fattispecie di reato mostra eloquentemente quale tipo di regime manicheo ci toccherebbe se non sia mai dovessero andare al governo della Nazione. È mostruosità giuridica bella e buona. È la ghigliottina sulla testa. È il trionfo del giustizialismo più deteriore.

 

 

 

 

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