Ciclone Trump: via da accordi di Parigi e Oms. Torna la pena di morte federale
Il ciclone Trump si abbatte sottoforma di una serie di ordini esecutivi, con i quali il tycoon inaugura la sua seconda Amministrazione passando subito dalle parole ai fatti. Sul piano internazionale, il neo presidente ha messo nero su bianco l'uscita dagli Stati Uniti sia dagli accordi sul clima di Parigi, come era già accaduto nel corso della sua prima amministrazione, che dall'Organizzazione mondiale della sanità. Sta facendo inoltre una "valutazione" sulla possibilità di introdurre dazi del 25% sulle importazioni da Canada e Messico e ha confermato che intende incontrare il presidente russo Vladimir Putin per chiudere "il più velocemente possibile" la guerra in Ucraina, che "non avrebbe mai dovuto iniziare". Sul piano interno, invece, il 47esimo presidente ha firmato il "perdono" per "gli ostaggi del 6 gennaio", i condannati per l'assalto a Capitol Hill di quattro anni fa, ha messo fine alla moratoria sulla pena di morte federale, chiedendo al ministro della Giustizia di "intraprend
Il ciclone Trump si abbatte sottoforma di una serie di ordini esecutivi, con i quali il tycoon inaugura la sua seconda Amministrazione passando subito dalle parole ai fatti. Sul piano internazionale, il neo presidente ha messo nero su bianco l'uscita dagli Stati Uniti sia dagli accordi sul clima di Parigi, come era già accaduto nel corso della sua prima amministrazione, che dall'Organizzazione mondiale della sanità. Sta facendo inoltre una "valutazione" sulla possibilità di introdurre dazi del 25% sulle importazioni da Canada e Messico e ha confermato che intende incontrare il presidente russo Vladimir Putin per chiudere "il più velocemente possibile" la guerra in Ucraina, che "non avrebbe mai dovuto iniziare". Sul piano interno, invece, il 47esimo presidente ha firmato il "perdono" per "gli ostaggi del 6 gennaio", i condannati per l'assalto a Capitol Hill di quattro anni fa, ha messo fine alla moratoria sulla pena di morte federale, chiedendo al ministro della Giustizia di "intraprendere tutte le azioni necessarie e legali" per garantire che gli Stati abbiano abbastanza dosi per le iniezioni letali per eseguire le esecuzioni capitali", e allo Ius Soli, definito "un grosso problema". Su questo ultimo punto, però, l'inquilino della Casa Bianca non avrà vita facile. Diciotto procuratori generali di Stati e città governati dai Democratici hanno fatto ricorso, affermando che l'ordine esecutivo del presidente viola il Quattordicesimo emendamento della Costituzione, che garantisce il diritto alla cittadinanza a tutti coloro che sono nati negli Stati Uniti. "Nonostante gli ampi poteri del presidente di stabilire la politica sull'immigrazione, tuttavia, l'ordine di revoca della cittadinanza esula ampiamente dai limiti legali dell'autorità del presidente", viene affermato nel ricorso. Una serie di ordini esecutivi sono stati firmati da Trump davanti ai suoi supporter festanti alla Capital One Arena di Washington. "Vi immaginate Biden fare questo?", ha detto il nuovo presidente tra gli applausi dei sostenitori, ai quali ogni volta ha mostrato il documento firmato.
Intanto, non si placano le polemiche per il presunto saluto romano di Elon Musk dal palco della stessa arena. Il patron di X sul social ha risposto alle accuse rimarcando che, "francamente, hanno bisogno di meglio di questi sporchi trucchetti", "l'attacco 'tutti sono Hitler' ha stancato". Il referente di Musk in Italia, Andrea Stroppa, aveva già spiegato che il gesto, "che alcuni hanno scambiato per un saluto nazista, è semplicemente l'espressione di Elon, affetto da autismo, che dice 'Voglio donarvi il mio cuore'". Quanto al suo post "L'Impero Romano è tornato, a cominciare dal saluto romano", pubblicato e poi cancellato, Stroppa ha sottolineato che i riferimenti erano "esclusivamente legati all'antica Roma", ma per non essere frainteso ha poi provveduto a eliminare il post. Sull'accaduto è intervenuto il cancelliere tedesco Olaf Scholz: "Abbiamo la libertà di parola in Europa e in Germania, ognuno può dire quello che vuole. Anche se è un miliardario. Quello che non accettiamo è se queste opinioni vanno a sostegno di posizioni dell'estrema destra". Mentre la vicepremier spagnola Yolanda Diaz, i ministri del suo partito Sumar, e la stessa formazione politica, hanno deciso di lasciare X in polemica con Musk.
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