Circa 65 milioni di anni fa, nei processi geologici che avrebbero dato origine alla catena dell'Himalaya accadde un fenomeno complesso e difficile da spiegare: un rapido aumento della velocità di scontro tra le due placche coinvolte, un fatto anomalo nei tempi - solitamente lentissimi - della dinamica tettonica, abituata a cambiamenti molto graduali.
Uno studio appena pubblicato su Nature individua nei sedimenti formati dall'avvicinamento tra placche la probabile causa di questa improvvisa accelerazione: una lezione che ha importanti implicazioni per comprendere le forze in gioco nella tettonica a placche.. «In questo studio, abbiamo indagato un aspetto cruciale della storia della formazione dell'Himalaya: il rapido aumento del tasso di convergenza tra la placca indiana e quella eurasiatica, avvenuto circa 65 milioni di anni fa», spiega a Focus.it Luca Dal Zilio, Professore di Geofisica alla Nanyang Technological University (NTU) di Singapore e responsabile scientifico dell'Earth Observatory of Singapore (EOS). «Questo evento ha giocato un ruolo determinante nella collisione che ha dato origine alla catena montuosa più alta del mondo».. Il ruolo dei sedimenti. «Il tasso di convergenza è la misura della velocità con cui due placche tettoniche si avvicinano o si scontrano. Circa 65 milioni di anni fa, questo tasso tra India ed Eurasia è aumentato da circa 8 cm all'anno a quasi 18 cm all'anno in un arco di tempo geologicamente breve, stimato tra i 5 e i 10 milioni di anni» continua Dal Zilio.
«Nonostante siano stati proposti vari meccanismi per spiegare questo fenomeno, come il sollevamento di un "plume" del mantello o un sistema di doppia subduzione, i nostri risultati suggeriscono che il rapido aumento del tasso di convergenza sia stato facilitato da un altro fattore chiave: i sedimenti spessi, derivanti dal margine passivo indiano, che si sono depositati sull'Oceano Neo-Tetide. Questi sedimenti, agendo come un "lubrificante" tra le placche, hanno ridotto l'attrito nella zona di subduzione, permettendo un'accelerazione insolita della placca indiana verso l'Eurasia».. Movimenti più scorrevoli. La presenza di spessi strati di sedimenti sulla placca indiana avrebbe contribuito in modo significativo a facilitare il rapido aumento del tasso di convergenza tra India ed Eurasia, agevolando la collisione e l'innalzamento dell'Himalaya. «Questa scoperta è importante perché mostra come i sedimenti, in particolari condizioni geologiche, possano agire come fattori determinanti nel facilitare movimenti tettonici su larga scala, influenzando direttamente la formazione dei continenti e delle catene montuose» chiarisce lo scienziato.. L'importanza dei modelli matematici. Le ipotesi iniziali derivanti da dati geochimici sono state testate e verificate usando simulazioni computazionali avanzate: «i modelli numerici sono stati utilizzati per simulare il comportamento della placca indiana e dei sedimenti durante la subduzione, permettendoci di analizzare come la presenza di sedimenti spessi possa ridurre l'attrito tra le placche e portare a una convergenza accelerata. Grazie a questi modelli, possiamo visualizzare e comprendere le dinamiche che avvengono a decine di chilometri di profondità e nell'arco di milioni d'anni, che altrimenti sarebbero impossibili da osservare direttamente». In sostanza i modelli si sono rivelati "una finestra sulle profondità della Terra", e hanno fornito una conferma indipendente a supporto dei dati geochimici raccolti.. «Questo approccio ha aggiunto un livello di robustezza alle nostre conclusioni, dimostrando che i processi di subduzione e collisione continentale non sono solo influenzati dalle dinamiche del mantello ma anche dalla presenza e dal comportamento dei materiali che si trovano sulla superficie della placca in subduzione», conclude Dal Zilio..