Come sono cambiate le misure del PNRR per il terzo settore?
lentepubblica.it La revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha portato a modifiche significative che riguardano il Terzo Settore. Il PNRR rappresenta un’opportunità cruciale per il Terzo Settore, ma la sua attuazione richiede un monitoraggio costante per garantire il rispetto delle tempistiche e un’equa distribuzione delle risorse. Sarà fondamentale valutare l’efficacia delle misure riviste […] The post Come sono cambiate le misure del PNRR per il terzo settore? appeared first on lentepubblica.it.

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La revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha portato a modifiche significative che riguardano il Terzo Settore.
Il PNRR rappresenta un’opportunità cruciale per il Terzo Settore, ma la sua attuazione richiede un monitoraggio costante per garantire il rispetto delle tempistiche e un’equa distribuzione delle risorse. Sarà fondamentale valutare l’efficacia delle misure riviste per rafforzare il ruolo del Terzo Settore nella coesione sociale del Paese.
Come sono cambiate le misure del PNRR per il terzo settore?
Tra interventi rivisti e finanziamenti ricalibrati, secondo Openpolis sono 54 le misure di interesse per questo ambito, di cui 18 hanno subito cambiamenti sostanziali. Alcuni progetti sono stati eliminati, come il programma per la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata e quello dedicato allo sviluppo delle infrastrutture sociali di comunità.
Un’altra iniziativa, rivolta al contrasto del caporalato e al superamento degli insediamenti abusivi in agricoltura, è stata commissariata per garantirne una gestione più efficace e accelerare l’attuazione delle misure di tutela dei lavoratori migranti.
La revisione ha inoltre comportato una riduzione delle risorse per alcuni interventi, tra cui la rigenerazione urbana e la costruzione di asili nido e scuole dell’infanzia.
La decurtazione dei fondi destinati a questi progetti ha sollevato preoccupazioni tra gli amministratori locali e gli operatori del settore, che temono un rallentamento nella realizzazione delle infrastrutture sociali e educative necessarie per il supporto alle famiglie e alle comunità più vulnerabili.
D’altra parte, alcune misure hanno visto un incremento delle risorse, tra cui le politiche attive per l’occupazione e l’assistenza domiciliare.
L’aumento dei finanziamenti in questi ambiti risulta motivato dalla necessità di rafforzare l’inserimento lavorativo e migliorare i servizi di cura per le fasce più fragili della popolazione, in linea con le strategie nazionali per l’inclusione sociale.
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