Crolla l'impero Ferragni: ricavi a picco e indebitamento alle stelle
10 milioni di perdite e ricavi 7 volte inferiori rispetto al periodo pre-Pandorogate. L'impero de La Fenice, la società chiave di Chiara Ferragni, scricchiola e il 10 marzo sarà il giorno decisivo per il suo futuro. Risultati in calo, indebitamento alle stelle e una situazione societaria al limite della guerra civile: è questo il quadro fatto da Il Corriere della Sera sull'attuale situazione di crisi che l'influencer e la sua creatura stanno vivendo. Il Pandorogate avrebbe infatti distrutto oltre l'immagine pubblica, la credibilità e la reputazione della Ferragni anche i conti della sua La Fenice. Le perdite di oltre 10 milioni avrebbero azzerato il patrimonio; i ricavi dello scorso anno si sarebbero attestati a “soli” 2 milioni di euro, tutt'altro rispetto ai 14 milioni andati a bilancio nel 2022, l'anno prima della tempesta. E che il possibile collasso della società sia tutt'altro che sottovalutabile lo testimonia il fatto che grazie ad essa Ferragni – di cui detiene il 32,5% del cap

10 milioni di perdite e ricavi 7 volte inferiori rispetto al periodo pre-Pandorogate. L'impero de La Fenice, la società chiave di Chiara Ferragni, scricchiola e il 10 marzo sarà il giorno decisivo per il suo futuro. Risultati in calo, indebitamento alle stelle e una situazione societaria al limite della guerra civile: è questo il quadro fatto da Il Corriere della Sera sull'attuale situazione di crisi che l'influencer e la sua creatura stanno vivendo. Il Pandorogate avrebbe infatti distrutto oltre l'immagine pubblica, la credibilità e la reputazione della Ferragni anche i conti della sua La Fenice. Le perdite di oltre 10 milioni avrebbero azzerato il patrimonio; i ricavi dello scorso anno si sarebbero attestati a “soli” 2 milioni di euro, tutt'altro rispetto ai 14 milioni andati a bilancio nel 2022, l'anno prima della tempesta.
E che il possibile collasso della società sia tutt'altro che sottovalutabile lo testimonia il fatto che grazie ad essa Ferragni – di cui detiene il 32,5% del capitale – controlla gli altri marchi del suo brand.
L'attuale composizione societaria sarebbe poi l'ennesimo nodo da sciogliere: Paolo Barletta detiene il 40% della società mentre Pasquale Morgese il restante 27,5%. Con due assemblee in programma – una per l'approvazione in grave ritardo del bilancio del 2023 e una per la ricapitalizzazione de La Fenice – sarebbe fondamentale mantenere la pace tra i soci. Ma secondo indiscrezioni del quotidiano milanese potrebbe non essere così semplice. L'amministratore unico Claudio Calabi infatti, presentati i bilanci, potrebbe dover chiedere ai soci di rimpinguare le casse della società e non tutti potrebbero essere d'accordo.
Uno tra tutti Morgese che avrebbe più di qualche dubbio sulle prossime iniziative per rilanciare la compagnia, in virtù soprattutto del fatto che la figura di Ferragni – da cui dipendono in tutto e per tutto le prospettive future de La Fenice – sembra essere ormai compromessa. In mezzo a questo quadro di sventure e divisioni, però, Il Corriere ha rilevato anche altro: fonti qualificate hanno assicurato che il marchio Ferragni potrebbe avere prossimi sbocchi internazionali nel make-up, nella pelletteria e nella gioielleria. Ma le assemblee incombono e Ferragni e Barletta sembrano non preoccuparsene visto che avrebbero comunque i numeri per approvare sia ricapitalizzazione che bilancio.
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