Crollo in Borsa per Puma (-23%): pesano le previsioni deboli sul 2025
Gelata per Puma alla Borsa di Francoforte. Dopo aver annunciato un peggioramento delle sue prospettive per il 2025, il titolo del gruppo dell’abbigliamento sportivo sta cedendo 23 punti percentuali, al minimo dagli ultimi nove anni. Da inizio anno, inoltre, le azioni del colosso hanno perso sul terreno oltre 50 punti percentuali. In occasione della comunicazioni […]

Gelata per Puma alla Borsa di Francoforte. Dopo aver annunciato un peggioramento delle sue prospettive per il 2025, il titolo del gruppo dell’abbigliamento sportivo sta cedendo 23 punti percentuali, al minimo dagli ultimi nove anni. Da inizio anno, inoltre, le azioni del colosso hanno perso sul terreno oltre 50 punti percentuali. In occasione della comunicazioni dei dati annuali, che hanno visto vendite in crescita del 2,5% reported a 8,8 miliardi di euro (+4,4% al netto degli effetti valutari) ma utile in calo del 7,6% a 282 milioni di euro, Puma ha reso noto un aggiornamento dell’outlook per l’anno in corso che prospetta una crescita delle vendite a valuta costante ‘low- to mid-single digit’ (quindi sotto il 5%, al di sotto del livello dell’anno precedente, a causa della debole performance negli Stati Uniti e in Cina. Il consensus del mercato prevedeva un aumento del 7 per cento.
Rivista anche la marginalità. L’ebit rettificato esclusi i costi una-tantum è atteso tra 520 e 600 milioni di euro e scende a 445-520 milioni inclusi i costi del programma nextlevel, ben al di sotto dei 622 milioni del 2024 e delle attese degli analisti che in media puntavano a 683 milioni di euro.
Il dato, sebbene rivisto, sembra comunque non convincere gli analisti. “Sebbene le aspettative siano diminuite di recente, riteniamo che questa previsione sia ancora al di sotto delle stime più prudenti e sollevi ulteriori interrogativi”, hanno scritto gli analisti di Barclays in una nota agli investitori. “Nel complesso, gli investitori si aspettavano una guidance più debole, con un potenziale calo da piatto a limitato dell’EBIT su base annua”, ha affermato l’analista Adam Cochrane della Deutsche Bank.
Tornando ai dati 2024, come anticipato il margine di profitto lordo è aumentato di 100 punti base al 47,4%, mentre l’ebit è stato di 622 milioni di euro, non distante dai 621,6 milioni dell’esercizio passato, registrando quindi un margine ebit del 7,1%, rispetto al 7,2% del 2023. Come anticipato., l’utile netto ha subito un calo del 7,6% a 281,6 milioni di euro e l’utile per azione è sceso da 2,03 a 1,89 euro. Inoltre, le scorte di magazzino sono aumentate dell’11,6% a oltre due miliardi “spinti da un forte incremento delle merci in transito per servire il nuovo ciclo di prodotti nel 2025”, si legge nella nota. Dal punto di vista geografico tutte le regioni hanno performato bene, con le Americhe in cima alla classifica a 3,5 miliardi di euro (+7%), trainate sia dall’America Latina che dal Nord America. A seguire l’area Asia Pacifico a 1,8 miliardi di euro (+3,8%) e l’Emea a 3,5 miliardi (+2,1%). Anche i canali di distribuzione hanno riportato una crescita, specialmente il direct to consumer (+16,6%), grazie a una domanda alta che ha portato all’apertura di nuovi negozi. L’e-commerce è aumentato del 21,1% circa, mentre il wholesale è rimasto stabile a +0,4%.
A margine dei conti Arne Freundt, CEO di Puma si è detto “non soddisfatto della stagnante redditività”, nonostante i risultati positivi in termini di vendite. “Dobbiamo affrontare l’attuale tendenza dei costi e abbiamo già adottato misure decisive per migliorare la situazione con il nostro programma ‘nextlevel’. Le nostre prospettive per il 2025 sono al di sotto delle aspettative che avevamo fissato un anno fa, sia in termini di fatturato che di utile netto. Siamo pienamente consapevoli delle cause profonde delle nostre sfide e le stiamo affrontando con piena attenzione e rigore”.
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