"Da tre anni non ne azzecca una". Cerno attacca Macron

Emmanuel Macron non si fida degli Stati Uniti a tinte repubblicane. Altrimenti non v'è altra spiegazione alla sua proposta di estendere il cosiddetto ombrello nucleare francese agli alleati europei. Il tentativo è rompere quel cordone ombelicale che lega l'Unione europea a Donald Trump. Tommaso Cerno, in collegamento con lo studio di 4 di Sera weekend in onda su Rete 4, non considera però quella di Macron una mossa lungimirante. Anzi, il direttore de Il Tempo è di tutt'altro avviso: “Si dice che Giorgia Meloni è lì per caso, a Trump tutti gli spiegano come si fa il presidente degli Stati Uniti, a Putin come si fanno le guerre, invece Macron che non ne azzecca una da tre anni e mezzo è un genio”. Insomma, il giudizio dell'ospite dell'assodata coppia di conduttori Francesca Sbarra e Roberto Poletti è tranchant. Cerno ha compreso dove il presidente francese Macron vuole andare a parare per ricostruire la propria immagine salvandola dai disastri della sua amministrazione nazionale: “Inten

"Da tre anni non ne azzecca una". Cerno attacca Macron

Emmanuel Macron non si fida degli Stati Uniti a tinte repubblicane. Altrimenti non v'è altra spiegazione alla sua proposta di estendere il cosiddetto ombrello nucleare francese agli alleati europei. Il tentativo è rompere quel cordone ombelicale che lega l'Unione europea a Donald Trump. Tommaso Cerno, in collegamento con lo studio di 4 di Sera weekend in onda su Rete 4, non considera però quella di Macron una mossa lungimirante. Anzi, il direttore de Il Tempo è di tutt'altro avviso: “Si dice che Giorgia Meloni è lì per caso, a Trump tutti gli spiegano come si fa il presidente degli Stati Uniti, a Putin come si fanno le guerre, invece Macron che non ne azzecca una da tre anni e mezzo è un genio”.

Insomma, il giudizio dell'ospite dell'assodata coppia di conduttori Francesca Sbarra e Roberto Poletti è tranchant. Cerno ha compreso dove il presidente francese Macron vuole andare a parare per ricostruire la propria immagine salvandola dai disastri della sua amministrazione nazionale: “Intende mettersi forse a capo di un esercito europeo. È il suo vizietto degli ultimi giorni quello di mostrare in politica estera il dominio su un'Europa che gli è sfuggito di mano con questi ultimi due governi, con le elezioni in Francia e con quello che è il giudizio dei francesi sul suo mandato”. E ancora: “Vuole parlare da leader di un luogo che gli sta sfuggendo di mano, ma non credo porterà molto bene. È bricolage quello che vedo io, ognuno fa con quello che ha e siccome lui ha lo scudo atomico, come nei fumetti mostra lo scudo atomico”.

E avverte l'Europa: “Continuiamo pure a prendere sottogamba gli Stati Uniti d'America in questa nuova impostazione, continuiamo pure a dire che abbiamo capito tutto di Trump, che è un fesso, che sbaglia, che non si deve fidare e andiamo al tavolo di Macron a sentirci spiegare la difesa europea”. La strategia del riarmo a tutti i costi prospettata dalla Commissione di Ursula von der Leyen non può configurarsi come l'unica soluzione possibile. Il direttore Cerno lo sa “che se si parte dal presupposto che aveva l'Europa prima di Trump, cioè che con Putin non si può parlare, la pace non arriva”. Non può mancare, in ultima analisi, una critica all'operato dei politici continentali: “Io ringrazierei Trump di essere stato adesso in America. Ci siamo accorti che abbiamo un continente, una politica estera, una difesa da definire, delle scelte da fare. Noi parlavamo soltanto delle brioche di farina di grilli fino a tre mesi fa. Se poi saremo meglio di lui e la pace la faremo meglio noi, alle condizioni nostre, ci batteranno le mani questi americani che da noi hanno imparato tutto quello che sanno fare, o no? Però prima facciamolo, perché fino adesso abbiamo fatto un casino”.

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