Dal laptop alla lapdance. Stella McCartney ripensa il dress code da ufficio
Stella McCartney riesce ancora una volta a dare nuovo significato al saper fare storytelling. Ieri la sfilata autunno/inverno 2025 è stata allestita al sesto piano di un edificio abbandonato di Parigi, la designer inglese ha arredato gli spazi come il più classico degli uffici con tanto di scrivanie, computer, sedie ergonomiche, biro, stampanti, telefoni che […]

Stella McCartney riesce ancora una volta a dare nuovo significato al saper fare storytelling. Ieri la sfilata autunno/inverno 2025 è stata allestita al sesto piano di un edificio abbandonato di Parigi, la designer inglese ha arredato gli spazi come il più classico degli uffici con tanto di scrivanie, computer, sedie ergonomiche, biro, stampanti, telefoni che squillano, post-it, tazze e block notes. Agli ospiti è sembrato di entrare nel remake di ‘Working girl’, celebre film del 1988 con Melanie Griffith e Sigourney Weaver. All’interno di ‘Stellacorp’, la fittizia azienda specializzata in innovazione dei materiali, pioniera delle alternative vegane alle pelli esotiche, le dipendenti ballano giocando con la fotocopiatrice mentre a pochi passi siede la Première dame de France Brigitte Macron affiancata da Antoine Arnault e Jeff Koons, poche sedie più in là ci sono Tom Ford, Cameron Diaz e Kate Moss.
Sulla passerella sfila una donna imprenditrice, madre, amante, ambientalista, che non vuole rinunciare a nulla e passa dalla scrivania al club. “Ciò che facciamo veramente bene e ciò in cui credo molto in quanto designer donna è che quando lasci il lavoro vai a una festa e ti diverti – spiega la designer nel backstage -. L’aspetto ‘day to night’ è molto importante per il mio brand perché voglio essere amica delle donne, voglio che possano contare su di me, che possano indossare un completo per andare al club, ecco perché la collezione si intitola ‘Laptop to lapdance'”.
Si tratta anche della prima sfilata di Stella McCartney dopo che la founder ha riacquistato le quote dell’azienda da Lvmh tornando ad essere completamente indipendente. “Sapendo che questo è il primo show che faccio da sola da quando ho lasciato il college, ho pensato al meglio del meglio del meglio. È un settore serio e tutti noi lavoriamo davvero duramente. Da quando ho iniziato ad oggi, wow, è un settore molto diverso e volevo onorare quanto duramente lavoriamo tutti”, ha aggiunto McCartney invogliando gli ospiti a portare a casa qualche articolo speciale di cancelleria.
La designer sottolinea il ritorno della sexiness da sempre parte del proprio heritage, dal pizzo della sua sfilata di laurea alla Central Saint Martins alla sua formazione a Savile Row sotto la guida del sarto dei suoi genitori, Edward Sexton. Le silhouette giocano con le proporzioni, passando da volumi strutturali, come le spalle anni ’80, a drappeggi fluidi e sensuali. I rossi rossetto punteggiano una palette neutra di toni della terra kaki e grigi aziendali, insieme a ricami in cristallo e metallo senza piombo.
Si passa quindi da outfit professionali a quelli pensati per il tempo libero, per divertirsi, modernizzando l’estetica del power suit. La borsa ‘Ryder’ si presenta in una nuova silhouette tote, della dimensione perfetta per un computer portatile, realizzata a mano in Italia con alternative vegane alla pelle, alla pelle di serpente e allo struzzo. La collezione, come da tradizione, ha un messaggi green, si schiera infatti contro l’uso del pitone, dello struzzo e di tutte le pelli. Il prêt-à-porter è realizzato con il 96% di materiali consapevoli e 100% cruelty-free.
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