Dalla promessa al ripensamento: la CDU/CSU sotto accusa

Nella foto: Friedrich Merz al Bundestag. Foto di ©Fotograf/in: Thomas Köhler /...

Dalla promessa al ripensamento: la CDU/CSU sotto accusa
Nella foto: Friedrich Merz al Bundestag. Foto di ©Fotograf/in: Thomas Köhler / photothek, Bundestag

Friedrich Merz e la CDU/CSU sotto accusa, svolta sulla Schuldenbremse e accuse di inganno agli elettori

Il recente sondaggio fatto da ZDF-Politbarometer ha rivelato un dato schiacciante: il 73% dei tedeschi ritiene che la CDU/CSU e il suo leader Friedrich Merz abbiano ingannato gli elettori riguardo alla gestione del debito pubblico. La questione nasce dalla loro ferma opposizione a un aumento del debito prima delle elezioni federali, seguita da un’improvvisa inversione di marcia subito dopo la tornata elettorale. Anche tra gli stessi sostenitori dell’Unione, il 44% condivide questa accusa, segno di una perdita di fiducia interna al partito.

Ma a preoccupare ancora di più i conservatori è l’effetto che questa vicenda ha avuto sulla popolarità di Friedrich Merz. Il leader della CDU ha subito un crollo nei consensi: solo il 37% dei tedeschi lo vede come un possibile buon cancelliere, in calo di sette punti percentuali rispetto a febbraio. Il 53% degli intervistati ritiene che sarebbe un pessimo capo del governo, mentre cresce anche lo scetticismo sulla sua capacità di guidare il Paese.

Il tema del debito è sempre stato un cavallo di battaglia della CDU/CSU, che ha difeso con fermezza il principio della Schuldenbremse (freno all’indebitamento), un vincolo costituzionale che limita il deficit pubblico. Tuttavia, con l’aumento delle tensioni internazionali e la necessità di maggiori investimenti in difesa, infrastrutture e transizione ecologica, il partito ha deciso di sostenere un pacchetto di misure finanziato a debito.

Questo cambio di posizione ha scatenato forti polemiche, soprattutto perché il partito aveva usato la sua opposizione al debito come argomento chiave durante la campagna elettorale. Il risultato? Una perdita di credibilità agli occhi degli elettori e un calo significativo nei sondaggi.

Il danno d’immagine subito da Merz si riflette anche nella classifica dei politici più apprezzati in Germania. Nel Politbarometer, il leader della CDU scivola nettamente all’indietro, ricevendo un punteggio di -0,5 sulla scala di gradimento che va da +5 a -5.

A dominare la classifica è sempre il ministro della Difesa Boris Pistorius, con un punteggio di 2,0, seguito da Gregor Gysi (1,1) e Lars Klingbeil (0,7). Merz si trova ora alla pari con Annalena Baerbock (-0,5) e addirittura dietro a Robert Habeck (-0,2). Peggio di lui, tra i leader di partito, solo Alice Weidel dell’AfD, con un punteggio di -2,5. Questo calo dimostra come la percezione pubblica di Merz stia rapidamente peggiorando.

Nel frattempo, le trattative per la formazione di una grande coalizione tra CDU/CSU e SPD sono in corso. Il 71% degli elettori si aspetta che l’accordo venga chiuso nelle prossime settimane, mentre il 21% ritiene che i negoziati dureranno più a lungo e un piccolo 5% non crede che la coalizione vedrà la luce.

Tuttavia, c’è un punto su cui la maggioranza degli elettori sembra concordare: sarà la CDU/CSU a imporre la propria linea politica. Il 68% degli intervistati ritiene che i cristiano-democratici avranno un peso maggiore rispetto alla SPD nei negoziati, inclusi gli elettori dei Verdi, della Linke e della FDP. Solo il 24% crede che la SPD riuscirà a farsi valere.

L’annuncio di un allentamento della Schuldenbremse per finanziare la difesa ha ricevuto il supporto del 64% degli intervistati, con ampie maggioranze tra gli elettori di CDU/CSU, SPD, Verdi e FDP. Tuttavia, quando si parla di investimenti più ampi – come i 500 miliardi di euro di nuovo debito per infrastrutture e transizione climatica – il consenso si spacca:

50% dei tedeschi ritiene giusto prendere a prestito questa somma per investimenti strategici;

27% la considera eccessiva;

4% vorrebbe addirittura un indebitamento maggiore;

15% è contrario a qualsiasi nuovo debito.

Questi dati mostrano chiaramente che il dibattito sulla Schuldenbremse rimane uno dei più divisivi in Germania, anche all’interno dei singoli partiti.

Se si votasse oggi, i cristiano-democratici si attesterebbero al 27% (-1), mentre la SPD salirebbe al 16% (+1). La destra populista dell’AfD continuerebbe la sua crescita, arrivando al 22% (+1). I Verdi, invece, scenderebbero al 12% (-1).

Con questi numeri, un’alleanza CDU/CSU-SPD non avrebbe la maggioranza parlamentare. Questo scenario potrebbe portare a un ulteriore ripensamento delle strategie di coalizione o a una maggiore instabilità politica.

Il sondaggio ha anche indagato l’opinione pubblica sulla guerra in Ucraina. Il 77% dei tedeschi non crede che Putin voglia una vera tregua, mentre il 50% pensa che Kiew dovrebbe accettare di perdere i territori occupati per porre fine al conflitto. Tuttavia, la volontà di aumentare il sostegno militare all’Ucraina sta diminuendo: solo il 36% è favorevole a un maggiore coinvolgimento, mentre cresce la quota di chi preferirebbe mantenere lo status quo (33%) o ridurre l’impegno militare (26%).

Wehrpflicht: il dibattito sulla leva obbligatoria si riaccende

Con il peggioramento della situazione geopolitica, torna in discussione la reintroduzione della leva militare. Attualmente:

Il 18% vorrebbe ripristinare la Wehrpflicht solo per gli uomini;

Il 45% sostiene una leva obbligatoria per uomini e donne;

Il 32% è contrario a qualsiasi forma di leva.

Tuttavia, l’idea di un servizio civile obbligatorio – che includa sia un’opzione militare sia un’opzione nel sociale – è largamente condivisa: il 79% dei tedeschi si dice favorevole, mentre solo il 19% si oppone.

In conclusione si può dire che il cambio di rotta sulla Schuldenbremse ha avuto un costo elevato per la CDU/CSU e per Friedrich Merz. Il malcontento degli elettori si riflette nei sondaggi, dove il leader cristiano-democratico perde terreno e il partito fatica a mantenere la fiducia dei suoi stessi sostenitori.

Se la CDU/CSU non riuscirà a recuperare credibilità, il suo progetto di governo con la SPD potrebbe partire già con il fiato corto, in un contesto politico sempre più frammentato e incerto.

Fonte ZDF Politbarometer

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