Decreto Milleproroghe 2025: ulteriori novità per le auto aziendali?
lentepubblica.it All’interno degli emendamenti relativi alla conversione Decreto Milleproroghe 2025 ne troviamo alcuni che potrebbero fare slittare l’entrata in vigore di alcune regole legislative in materia di auto aziendali. Ogni anno, il decreto Milleproroghe si presenta come uno strumento legislativo volto a prorogare termini e scadenze di norme già in vigore o a posticipare l’applicazione di […] The post Decreto Milleproroghe 2025: ulteriori novità per le auto aziendali? appeared first on lentepubblica.it.
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All’interno degli emendamenti relativi alla conversione Decreto Milleproroghe 2025 ne troviamo alcuni che potrebbero fare slittare l’entrata in vigore di alcune regole legislative in materia di auto aziendali.
Ogni anno, il decreto Milleproroghe si presenta come uno strumento legislativo volto a prorogare termini e scadenze di norme già in vigore o a posticipare l’applicazione di nuove disposizioni. Anche per il 2025, il provvedimento è attualmente in fase di discussione presso il Senato, con il Parlamento che ha tempo fino a fine febbraio per approvarlo in via definitiva, comprensivo delle modifiche suggerite nelle ultime settimane.
Tra i punti caldi del dibattito spicca la questione della tassazione dei veicoli aziendali.
I fringe benefit e i veicoli aziendali
I fringe benefit sono compensi non monetari che un datore di lavoro fornisce ai propri dipendenti, integrando la retribuzione tradizionale. Possono includere una varietà di beni e servizi, come buoni pasto, abbonamenti ai trasporti pubblici, assicurazioni sanitarie, telefoni aziendali o l’uso di auto aziendali. Sebbene non siano versati in denaro, questi benefici hanno comunque un valore economico e vengono tassati secondo specifiche normative fiscali.
Per quanto riguarda le auto aziendali, il fringe benefit si riferisce al loro utilizzo a scopo personale oltre che lavorativo, una pratica nota come “uso promiscuo”. Ad esempio, se un’azienda assegna un’auto al dipendente per svolgere attività lavorative, ma permette anche di utilizzarla per scopi privati, questa concessione viene considerata un fringe benefit.
Tassazione dei fringe benefit per le auto aziendali
L’importo tassabile per il dipendente dipende dalla tipologia di veicolo, dall’uso effettivo e dalle emissioni di CO₂ del mezzo. In genere, la legge prevede che una percentuale del valore del veicolo (calcolato in base al costo chilometrico medio, determinato dall’ACI) venga considerata come reddito in natura. Negli ultimi anni, sono state introdotte regole più stringenti per incentivare l’uso di veicoli meno inquinanti. Le auto con basse emissioni di CO₂, come i veicoli elettrici o ibridi, tendono a beneficiare di una tassazione ridotta rispetto ai veicoli con motori tradizionali.
Decreto Milleproroghe 2025: ulteriori novità per le auto aziendali?
Gli emendamenti discussi nel contesto del decreto Milleproroghe 2025 propongono di posticipare l’entrata in vigore di alcune normative che aumenterebbero la tassazione sui fringe benefit delle auto aziendali. In particolare, si mira a rimandare l’applicazione delle nuove aliquote più onerose, che avrebbero un impatto sia per i datori di lavoro sia per i dipendenti, garantendo così un periodo di transizione più lungo per adeguarsi alle modifiche fiscali.
Uno degli emendamenti principali, firmato dai senatori Ternullo, Paroli e Silvestro, propone un cambiamento significativo rispetto a quanto previsto dalla Legge di Bilancio. L’obiettivo è posticipare dal 1° gennaio al 1° luglio 2025 l’applicazione delle regole relative all’uso promiscuo di auto aziendali, motocicli e ciclomotori. In sostanza, per i veicoli concessi in uso con contratti stipulati entro il 30 giugno 2025, rimarrebbero in vigore le normative attualmente valide fino al 31 dicembre 2024. I costi legati a questa proroga, pari a 12,6 milioni di euro per il 2025, verrebbero coperti attraverso una riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica.
Un secondo emendamento, firmato da Di Manca, Lorenzin, Misiani e Nicita, replica la stessa proposta di posticipo, sottolineando l’intenzione di garantire maggiore flessibilità alle aziende e ai lavoratori in un momento economico complesso.
Infine un ulteriore emendamento, a firma Di Garavaglia, Tosato e Spelgatti, mira a rinviare ancora di più l’entrata in vigore delle nuove aliquote dei fringe benefit, spostandola direttamente al 1° gennaio 2026. La proposta implica costi più elevati, stimati in 25,2 milioni di euro per il 2025 e 52 milioni per il 2026, con una progressiva riduzione negli anni successivi. Anche in questo caso, la copertura finanziaria deriverebbe da una diminuzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica.
Conversione che va ultimata entro la fine di febbraio
Le proposte in discussione riflettono la volontà di bilanciare le esigenze del tessuto economico con quelle della finanza pubblica.
Tuttavia, il Parlamento dovrà valutare attentamente l’impatto economico delle proroghe proposte, soprattutto in termini di sostenibilità a lungo termine. Con il termine ultimo per la conversione in legge fissato a febbraio, il decreto Milleproroghe rimane al centro di un acceso dibattito che coinvolge sia il mondo politico sia le imprese.
Tutti gli emendamenti
Qui il documento completo con tutte le proposte.
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