Delrio: "Prodi? Abbiamo bisogno di giovani". Ruffini studia da anti Schlein
Come nel casting di un reality show di prossima programmazione. «Romano sta dando un contributo eccezionale con i suoi interventi ma noi abbiamo bisogno di una persona giovane e nuova», spiega ad Un giorno da pecora uno dei produttori della serie, Graziano Delrio. L'identikit di Ernesto Maria Ruffini, il volto nuovo identificato per la ripresa di uno storico titolo del passato, la Margherita bonsai, che furoreggiava ai tempi di Francesco Rutelli, tenendo a bada (e a stecchetto) gli appetiti del roboante Massimo D'Alema, il comandante "cattivo" dell'epoca. Mister tasse, dopo la presentazione a Milano lo scorso gennaio, è tornato nell'ombra, seguendo i consigli dell'allenatore regista, Romano Prodi, testa bassa e pedalare, un giro d'Italia tra parrocchie e convegni, lontano per un po' dalle luci della ribalta. Per affinare lo spirito e creare la rete del nuovo partito, una sorta di viaggio motivazionale, per non dare l'idea del prodotto creato nei laboratori bolognesi. Nasce così la gamb
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Come nel casting di un reality show di prossima programmazione. «Romano sta dando un contributo eccezionale con i suoi interventi ma noi abbiamo bisogno di una persona giovane e nuova», spiega ad Un giorno da pecora uno dei produttori della serie, Graziano Delrio. L'identikit di Ernesto Maria Ruffini, il volto nuovo identificato per la ripresa di uno storico titolo del passato, la Margherita bonsai, che furoreggiava ai tempi di Francesco Rutelli, tenendo a bada (e a stecchetto) gli appetiti del roboante Massimo D'Alema, il comandante "cattivo" dell'epoca. Mister tasse, dopo la presentazione a Milano lo scorso gennaio, è tornato nell'ombra, seguendo i consigli dell'allenatore regista, Romano Prodi, testa bassa e pedalare, un giro d'Italia tra parrocchie e convegni, lontano per un po' dalle luci della ribalta. Per affinare lo spirito e creare la rete del nuovo partito, una sorta di viaggio motivazionale, per non dare l'idea del prodotto creato nei laboratori bolognesi. Nasce così la gamba che serve al fu campo largo, visto che la partecipazione dell'altra grande "star" di Volturara Appula, Giuseppe Conte, è sempre più in forse.
Questione di budget, rilanciano da Campo Marzio, dove prima di esporsi, aspettano l'evolversi della situazione in Campania, il pagamento "cash" con la candidatura di Roberto Fico. Ed anche a Genova comunque tengono gli alleati con il fiato sospeso, vista la baraonda nel Pd, il M5S al primo turno potrebbe andare in solitaria. Insomma la prima sperimentazione concreta del lodo Franceschini, "marciamo" divisi. Quindi sulla gamba moderata, non bisogna fare scherzi e rispettare i tempi di consegna: rodaggio in corso, annuncio in autunno, e messa in pista nel 2026, nel primo "circuito" possibile. Come spera anche Graziano Delrio che aspetta una spalla importante nella coalizione. Che poi la Margherita bonsai potrebbe essere la "second life" degli esclusi di Elly Schlein, in pratica fuori dalle liste Pd per un motivo o per l'altro, ma con il biglietto di imbarco sulla nuova creatura centrista. Condannati e risorti. Un mix di esperienza e di "new entry", con una preselezione in corso nell'associazionismo cattolico, nelle Acli, nella Cisl, e nei consigli comunali. Giovani amministratori, già dotati di sacche di consenso locale, hanno la precedenza.
Un po' sul modello della quasi amica Elly Schlein, che ha portato al Nazareno, tutti gli espatriati delle stagioni passate, quelli che erano scappati dall'uomo solo al comando, quello di Firenze. Con lei, prima o poi si dovranno fare i conti, pensa Romano Prodi, chi si intesta il cespuglio centrista studia da federatore. Verrà il momento in cui si capirà chi sarà il candidato con più chance da contrapporre a Giorgia Meloni. Molto interessato alla partita è Matteo Renzi che segue l'evolversi della situazione, con il suo uomo più attento alle dinamiche centriste, il capogruppo in Senato Enrico Borghi, un super esperto del ramo. Il presidente dei senatori di Italia Viva dice al Tempo: «Una leadership in politica non nasce come Minerva dalla testa di Giove: è figlia di un pensiero che si fa progetto, che parla al Paese e ne intercetta i bisogni». E continua: «Altrimenti è nuovismo o maldestra modernità, destinata a finire sui primi scogli. E il progetto deve essere costruito da tanti, che porta alla maieutica in grado di dare corpo alla leadership». Il bagno di realtà a cui si sta sottoponendo il designato, che dovrà fare anche un corso accelerato in politica. Un po' come a Sanremo, in attesa delle «foglie sull'albero delle noci».
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