Dimissioni per fatti concludenti: le regole (e le criticità) per i datori di lavoro

Il Collegato Lavoro, con l’introduzione dell’istituto delle dimissioni per fatti concludenti, pone fine a nove anni di lacuna legislativa. Una disposizione attesa dalle imprese che prevede la risoluzione del rapporto di lavoro per volontà del lavoratore al ricorrere degli elementi tipizzati dal legislatore nella legge n. 203 del 2024. Non mancano, tuttavia, dei dubbi interpretativi. Il primo riguarda i termini dell’assenza ingiustificata. C’è poi la questione relativa all’accertamento facoltativo dell’Ispettorato del lavoro, senza dimenticare le ulteriori comunicazioni del datore di lavoro: alcune obbligatorie e altre ritenute solo “opportune”. In definitiva, come può essere utilizzata dai datori di lavoro?

Dimissioni per fatti concludenti: le regole (e le criticità) per i datori di lavoro
Il Collegato Lavoro, con l’introduzione dell’istituto delle dimissioni per fatti concludenti, pone fine a nove anni di lacuna legislativa. Una disposizione attesa dalle imprese che prevede la risoluzione del rapporto di lavoro per volontà del lavoratore al ricorrere degli elementi tipizzati dal legislatore nella legge n. 203 del 2024. Non mancano, tuttavia, dei dubbi interpretativi. Il primo riguarda i termini dell’assenza ingiustificata. C’è poi la questione relativa all’accertamento facoltativo dell’Ispettorato del lavoro, senza dimenticare le ulteriori comunicazioni del datore di lavoro: alcune obbligatorie e altre ritenute solo “opportune”. In definitiva, come può essere utilizzata dai datori di lavoro?

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