Dopo dieci anni John Galliano lascia la direzione creativa di Maison Margiela

Dopo dieci anni le strade di Maison Margiela e John Galliano si separano. Renzo Rosso, fondatore di Otb, cui il brand fa capo, e il designer inglese hanno così confermato i rumors che si rincorrevano da mesi attraverso una nota stampa. Entrambi non hanno annunciato i loro piani per il futuro. “Per ora voglio esprimere […]

Dopo dieci anni John Galliano lascia la direzione creativa di Maison Margiela
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Dopo dieci anni le strade di Maison Margiela e John Galliano si separano. Renzo Rosso, fondatore di Otb, cui il brand fa capo, e il designer inglese hanno così confermato i rumors che si rincorrevano da mesi attraverso una nota stampa. Entrambi non hanno annunciato i loro piani per il futuro.

“Per ora voglio esprimere la mia immensa gratitudine – ha dichiarato Galliano -. Continuo ad espiare e non smetterò mai di sognare. Gratitudine a Renzo Rosso che, invitandomi a ricoprire il ruolo di direttore artistico nella maison che Martin ha costruito, mi ha fatto il regalo più grande e prezioso, dandomi l’opportunità di ritrovare la mia voce creativa quando ero ormai senza voce”. Lo stilista allude alla sua espulsione da Christian Dior e dal suo omonimo brand nel 2011 in seguito a sfoghi razzisti e antisemiti nel bar parigino ‘La Perle’.

“Le mie ali sono state riparate e, dieci anni dopo, sono per sempre grato per questo spazio sicuro in cui creare e per il suo sostegno incessante. Gratitudine alla mia famiglia di stilisti per questo momento creativo che mi ha salvato la vita e per il luogo che abbiamo costruito insieme; ai miei collaboratori, il cui sostegno è stato tenero e coraggioso e che hanno camminato con me lungo questo stretto sentiero verso il qui e ora. Gratitudine al mio atelier, il mio ‘A Team’, devoto nelle convinzioni e dedicato allo stile e alla tecnica. Siamo entusiasti dell’importanza della moda lenta ed etica e dell’influenza che ha su tutte le nostre collezioni. Gratitudine alle mie muse che ispirano tutto ciò che faccio. Siete la mia vita. Voglio celebrare le collezioni genderless che produciamo ora e il sostegno che hanno trovato, i film e gli spettacoli che abbiamo creato. Tutti mettono al centro la diversità, l’individualità, i diritti dei trans, i diritti dei queer, l’uguaglianza di genere sul posto di lavoro, l’antirazzismo e la difesa della salute mentale. Questo è il momento in cui la famiglia – l’industria della moda – dà il meglio di sé: quando ci sosteniamo a vicenda, non ci giudichiamo, quando ci accettiamo, perdoniamo e ci aiutiamo l’un l’altro a vedere gli errori dei nostri modi, non quando ci annulliamo a vicenda, perché Dio è in tutti noi. Vedo cambiamenti intorno a me: compassione ed empatia. Infine, la gratitudine a due belle persone, troppo umili per essere nominate qui, che mi permettono di vivere una vita migliore di quanto avessi mai sognato. Grazie. Guardate cosa abbiamo costruito”.

“Lavorare con John è stata una delle esperienze più significative e impattanti della mia vita – ha spiegato il patron di Otb -. Mi ha fatto da mentore e mi ha mostrato la sua visione, arricchendomi culturalmente e permettendomi di portare un po’ di quella visione e cultura al resto del Gruppo. Mi sento privilegiato ad aver lavorato con dieci anni con lui, il team di Maison Margiela e tutte le risorse del Gruppo hanno lavorato insieme per creare magia e scrivere un capitolo fondamentale di questa casa di moda unica. Il nostro settore ha l’abitudine di pensare per decenni e questi dieci anni di lavoro incredibilmente intenso, di sfilate e installazioni incredibili, di prodotti straordinariamente belli, hanno gettato le basi per il futuro di Maison Margiela, di cui sono entusiasta. Auguro al mio caro amico John il meglio di tutto e sono certo che ci saranno altri progetti di collaborazione in futuro”. Otb è diventato principale azionista di Maison Margiela nel 2002 e ne ha assunto il pieno controllo nel 2006. Il fondatore belga Martin Margiela si è ritirato nel 2009, Galliano ha preso il suo posto cinque anni dopo.

Galliano ha anche scritto di suo pugno un lungo post pubblicato sulle sue pagine social: “Oggi è il giorno in cui dico addio a Maison Margiela. Il mio cuore è colmo di gioiosa gratitudine, e la mia anima sorride. Le voci… Tutti vogliono sapere, tutti vogliono sognare. Quando sarà il momento giusto, tutto verrà rivelato. Per ora, voglio prendere questo momento per esprimere la mia immensa gratitudine. Continuo a espiare, e non smetterò mai di sognare. Anch’io ho bisogno di sognare”. Ricordando dell’incontro con Rosso, avvenuto dieci anni fa, ha aggiungo: “Davanti a questo gentiluomo, ho avuto un’epifania: ero pronto. Avrei circondato me stesso solo di persone affini, persone forti con la stessa etica del lavoro. Ho informato Renzo che avrei accettato la sua gentile offerta, ma che la mia guarigione avrebbe dovuto venire prima — e così è stato. Dieci anni dopo, sono per sempre grato per questo spazio sicuro in cui creare e costruire una nuova famiglia che mi sostiene con coraggio e dignità.
Attraverso i film che abbiamo prodotto e le piattaforme che ne sono derivate, posso rimanere in contatto con i miei nomadi digitali, connettendomi e condividendo esperienze senza paura. ‘Mutiny’ il film che ha coronato il mio lavoro, ha dato voce al nostro messaggio sociopolitico — le nostre convinzioni che i diritti delle persone trans, i diritti queer, l’uguaglianza di genere sul posto di lavoro, l’antirazzismo e la sensibilizzazione sulla salute mentale devono essere al centro. È stato un manifesto per questa coraggiosa nuova generazione, una testimonianza del coraggio di difendere con orgoglio e senza paura ciò in cui crediamo. Celebro le collezioni senza genere che produciamo oggi, sostenute da come vengono acquistate e supportate. Le mie collezioni co-ed, che siano Artisanal o prêt-à-porter, rappresentano diversità e individualità”.

Il couturier fa riferimento alla sfilata di primavera/estate 2024 di Maison Margiela Artisanal, in chiusura della settimana dell’Alta Moda parigina di gennaio, a cui è stato dedicato il lungometraggio. A distanza di tre anni dall’ultima sfilata couture, il luxury brand aveva scelto un sottopassaggio della Senna (con una location allestita come le bettole dei film noir) e un grande maestro del cinema contemporaneo per mandare nuovamente ‘in scena’, sulle note di ‘Hometown Glory’ di Adele, le creazioni dell’eclettico direttore creativo.

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