Dopo sette anni, Kim Jones saluta la direzione creativa di Dior Men

Anche in questo caso, i rumor si sono rivelati fondati: dopo sette anni, Kim Jones lascia la direzione creativa del menswear di Dior. A renderlo noto è stata la stessa casa di moda francese, che in un breve comunicato saluta lo stilista esprimendo la “più profonda gratitudine” per aver “accelerato lo sviluppo delle collezioni uomo […]

Dopo sette anni, Kim Jones saluta la direzione creativa di Dior Men
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Anche in questo caso, i rumor si sono rivelati fondati: dopo sette anni, Kim Jones lascia la direzione creativa del menswear di Dior. A renderlo noto è stata la stessa casa di moda francese, che in un breve comunicato saluta lo stilista esprimendo la “più profonda gratitudine” per aver “accelerato lo sviluppo delle collezioni uomo a livello internazionale e ha contribuito enormemente alla diffusione globale della maison, creando un guardaroba ispiratore, al tempo stesso classico e contemporaneo, connesso ad alcuni degli artisti del nostro tempo”.

Le voci sull’addio di Jones si rincorrevano da mesi e, da parte degli addetti ai lavori, si erano intensificate con l’ultima collezione autunno/inverno 2025-26, presentata solo una settimana fa nel contesto della fashion week parigina. Una sfilata che, secondo molti, sarebbe stata proprio il segnale di un addio alla guida stilistica del marchio di casa Lvmh. Nello stesso periodo, Jones è stato insignito del titolo di Cavaliere della Legion d’Onore, la più alta onorificenza civile francese.

“Sono profondamente grato di aver potuto creare le mie collezioni all’interno della maison Dior, simbolo di assoluta eccellenza”, ha dichiarato Jones nel comunicato. “Esprimo la mia sincera gratitudine al mio studio e agli atelier che mi hanno accompagnato in questo meraviglioso viaggio, dando vita alle mie creazioni. Vorrei inoltre cogliere questa occasione per ringraziare gli artisti e gli amici che ho incontrato attraverso le mie collaborazioni. Infine, nutro una sincera gratitudine nei confronti di Bernard e Delphine Arnault, che mi hanno dato il loro pieno supporto”.

Il finale della sfilata autunno/inverno 2025-26 di Dior Men, ph. Launchmethrics/Spotlight

“Sono estremamente grata per il notevole lavoro svolto da Kim Jones, dal suo studio e dagli atelier – ha aggiunto Delphine Arnault, presidente e CEO di Dior -. Con tutto il suo talento e la sua creatività, ha costantemente reinterpretato il patrimonio della maison con un’autentica libertà di toni e collaborazioni artistiche sorprendenti e altamente desiderabili”.

Con la fine del sodalizio con Jones, che appena quattro mesi fa ha lasciato anche la guida del womenswear di Fendi, si intensificano ora anche le speculazioni che vedrebbero Jonathan Anderson (direttore creativo di Loewe oltre che del marchio omonimo) in arrivo alla direzione creativa della maison.

Solo tre giorni fa il gruppo d’Oltralpe ha comunicato i dati relativi all’intero anno, riportando un fatturato pari a 84,7 miliardi di euro e una flessione del 2% a cambi correnti (+1% a valuta costante), in linea con la performance dei primi nove mesi del fiscal year (anch’essi archiviati a -2 per cento). L’utile netto è ammontato a 12,6 miliardi di euro nei nove mesi, in calo del 17% rispetto all’anno precedente. Il quarto e ultimo trimestre dell’anno, si leggeva nella nota, è stato sostanzialmente stabile, con una crescita su base organica dell’1% dei ricavi a 23,9 miliardi di euro, “in accelerazione rispetto al terzo trimestre”, fermatosi intorno ai 19 miliardi.

Kim Jones alla sfilata autunno/inverno 2025-26 di Dior Men, ph. Launchmethrics/Spotlight

Proprio rispetto all’andamento di Dior, nel corso della conference call Bernard Arnault ha dichiarato: “Dior è il marchio di haute couture francese numero uno. Appartiene a un gruppo francese. Guardiamo ai nostri concorrenti, e questa è la maison che ha registrato le migliori performance nel 2024. Non vi darò le cifre. Non vi sorprenderà, perché forniamo solo un dato globale”.

“Quindi – ha continuato Arnault – in un contesto più complesso, come abbiamo menzionato più volte sia nella mia presentazione che in quella di Jean Jacques (Guiony, presidente e CEO di Moët Hennessy, divisione wine & spirits di Lvmh, ndr), si tratta di un ambiente sfidante, ma questa maison ha ottenuto i risultati migliori rispetto ai suoi concorrenti. Crediamo che, per molte ragioni, che il 2025 vedrà Dior e l’haute couture, così come Vuitton, in primo piano. Anche le altre maison subiranno dei cambiamenti. Crediamo che saranno al centro dell’attenzione. È sempre necessario essere prudenti, ma resto fiducioso”.

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