Due giorni per i referendum, ma a Landini non va bene

L'appuntamento coni referendum per la cittadinanza facile agli immigrati e per ridisegnare le regole del lavoro come le vorrebbe la Cgil è fissato per domenica 8 e lunedì 9 giugno. Si voterà due giorni, dunque, e non era scontato: la disciplina in vigore sinora prevedeva il voto in una giornata. In molti comuni saranno veri e propri “election days”, perché nelle stesse date si voteranno i ballottaggi delle elezioni amministrative. È stato deciso infatti che il primo turno di questa tornata elettorale si svolga il 25 e il 26 maggio. Riguarderà 122 Comuni delle Regioni a statuto ordinario, tra cui Genova. Di questi Comuni, 33 (con 1,6 milioni di elettori) hanno più di 15mila abitanti, e quindi potrebbero andare al ballottaggio. I promotori dei quesiti, impegnati nella difficile impresa di raggiungere il quorum, avranno così un duplice aiuto: i seggi aperti lunedì e il traino del secondo turno del voto comunale. Sarà inoltre garantita la possibilità di votare a chi è fuori sede per motiv

Due giorni per i referendum, ma a Landini non va bene

L'appuntamento coni referendum per la cittadinanza facile agli immigrati e per ridisegnare le regole del lavoro come le vorrebbe la Cgil è fissato per domenica 8 e lunedì 9 giugno. Si voterà due giorni, dunque, e non era scontato: la disciplina in vigore sinora prevedeva il voto in una giornata.

In molti comuni saranno veri e propri “election days”, perché nelle stesse date si voteranno i ballottaggi delle elezioni amministrative. È stato deciso infatti che il primo turno di questa tornata elettorale si svolga il 25 e il 26 maggio. Riguarderà 122 Comuni delle Regioni a statuto ordinario, tra cui Genova. Di questi Comuni, 33 (con 1,6 milioni di elettori) hanno più di 15mila abitanti, e quindi potrebbero andare al ballottaggio. I promotori dei quesiti, impegnati nella difficile impresa di raggiungere il quorum, avranno così un duplice aiuto: i seggi aperti lunedì e il traino del secondo turno del voto comunale. Sarà inoltre garantita la possibilità di votare a chi è fuori sede per motivi di studio, lavoro o cure mediche.

I referendari non hanno comunque gradito. «Avevamo chiesto di unire le elezioni amministrative al primo turno con il referendum», ha commentato il leader della Cgil Maurizio Landini, secondo il quale la data scelta del governo «favorisce meno la partecipazione». Tesi non condivisa a palazzo Chigi: «I temi importanti si affrontano sempre, al di là delle date», risponde il ministro Tommaso Foti.
Il “decreto elezioni” è uno dei provvedimenti trattati dal consiglio dei ministri di ieri.

Sul fronte economico, la novità più importante è il provvedimento per il «riequilibrio» delle accise su diesel e benzina. Oggi, l'accisa sulla benzina è di circa 73 centesimi al litro, mentre quella sul gasolio è di 62 centesimi. La nuova normativa prevede di eliminare gradualmente questi 11 centesimi di divario, alzando l'accisa sul diesel e diminuendo quella sulla benzina, fino a raggiungere, nel giro di cinque anni, una tassazione uniforme. Il maggior gettito dell'aumento del diesel sarà superiore al minor gettito garantito dalla benzina, e questo comporterà un aumento di entrate per l'Erario, che il governo si impegna a usare per il trasporto pubblico locale. Il ministro per l'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha comunque ottenuto che sia garantito il regime speciale sulle accise per il gasolio agricolo, «indispensabile per non aumentare i costi di produzione e, di conseguenza, i prezzi al consumo».

Sempre sul fronte fiscale, è stata decisa la proroga, dal 31 luglio al 30 settembre, dell'adesione al concordato preventivo biennale, escludendo chi adotta il regime forfettario. Inoltre, in materia di contenzioso, il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, ha annunciato una norma per «poter usufruire della conciliazione giudiziale per tutti i ricorsi pendenti in Cassazione». Prima di questo correttivo, ha ricordato, «tale istituto era dedicato solo ai ricorsi pendenti in Cassazione dopo il 5 gennaio 2024, oggi viene esteso a tutti». Va avanti anche il processo di semplificazione: il consiglio dei ministri ha varato il Testo unico in materia di riscossione, che ordina il quadro normativo di settore.

Novità in arrivo anche per i dipendenti statali: cambiano i criteri per i loro premi e i loro avanzamenti di carriera. I ministri hanno approvato infatti, in via preliminare, un disegno di legge (ribattezzato «ddl Merito») presentato dal ministro perla Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, che ridisegna i metodi di valutazione.

L'idea – non nuova, per i governi di centrodestra – è quella di passare, ha spiegato Zangrillo, «da un approccio “burocratico” della valutazione e misurazione della performance a uno per “obiettivi”, in cui contano i risultati raggiunti». I punteggi apicali, secondo questa normativa, non potranno essere attribuiti a più del 30 per cento dei valutati. Un salto che il ministro ritiene «fondamentale per motivare le persone, accrescere le organizzazioni e offrire servizi sempre più efficienti».

Snocciolando cifre, Zangrillo ha anche accusato Cgil e Uil di usare «una falsa narrazione» per giustificare il loro rifiuto di firmare i rinnovi contrattuali. «Mai prima d'ora», ha detto, sul pubblico impiego «erano state allocate così tante risorse e con tale anticipo».
Giorgia Meloni e i suoi ministri hanno discusso pure dell'autonomia differenziata, ed è stato questo l'unico momento di disputa. Roberto Calderoli ha posto il problema del disegno di legge perla determinazione dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, che devono essere garantiti in modo uniforme sull'intero territorio nazionale, e per i quali lo Stato deve fornire le risorse adeguate. Forza Italia e Lega non riescono a mettersi d'accordo e questo blocca il provvedimento. La premier, stanca di aspettare, ne ha discusso con la forzista Elisabetta Casellati e ha chiesto a Calderoli di portare una bozza che possa essere esaminata nel prossimo consiglio dei ministri dai due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, ieri assenti.

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