Dvf affida a Zalando la distribuzione delle collezioni in Europa

Dvf si affida a Zalando per la distribuzione europea. Lo storico brand americano fondato 53 anni fa da Diane Von Furstenberg ha scelto l’e-tailer tedesco per dare il via a una nuova strategia wholesale ideata dal CEO Graziano de Boni, in carica da 16 mesi. “Ho dovuto riprendere il controllo degli affari in un modo […]

Dvf affida a Zalando la distribuzione delle collezioni in Europa
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Dvf si affida a Zalando per la distribuzione europea. Lo storico brand americano fondato 53 anni fa da Diane Von Furstenberg ha scelto l’e-tailer tedesco per dare il via a una nuova strategia wholesale ideata dal CEO Graziano de Boni, in carica da 16 mesi.

“Ho dovuto riprendere il controllo degli affari in un modo non convenzionale. Avevo bisogno di trarre vantaggio dal ricominciare da capo”, ha detto a Business of Fashion von Furstenberg. De Boni ha quindi siglato importanti partnership esclusive nelle regioni chiave di Dvf, a partire da Zalando per il mercato europeo, invece di riattivare un lungo elenco di wholesalers. Le collezioni sono inoltre presenti all’interno dello store online del marchio e nella boutique di Bruxelles. “Non credo che il direct to consumer al 100% rifletta la realtà. Attraverso le piattaforme multibrand abbiamo accesso a diverse basi di clienti. I deal stupitati con il retail aiutano a essere sulla buona strada dal punto di vista del prodotto e del business”, ha dichiarato De Boni.

Negli ultimi quattro anni, Dvf ha avuto una partnership con l’azienda di Hong Kong Glamel Trading. Nello specifico, il team cinese di Glamel ha gestito la produzione mentre il team londinese di Dvf si è occupato dell’e-commerce e del segmento wholesale insieme al team di New York. Nella Grande Mela sono stati gestiti finora la direzione del design, la stampa, i social media, le pubbliche relazioni e il marketing. Adesso de Boni ha deciso di limitare il deal con Glamel che gestirà solo la distribuzione in Cina, come ha fatto dal 2010 al 2020.

Il marchio ha inoltre comunicato il ritorno alla direzione creativa di Nathan Jenden. Il designer ha lavorato con il marchio dal 2001 ed era già stato al timone creativo nel 2018 prima di lasciare improvvisamente a causa di problemi di salute. La prima collezione disegnata da Jenden è già attualmente disponibile.

La fondatrice ha precisato che adesso la maison non utilizza più, a differenza di quanto avvenuto negli ultimi anni, “tessuti e materiali di fascia bassa che non hanno mai fatto parte del dna”. Ancora adesso il capo più venduto è l’iconico wrap dress realizzato al 100% in seta.

“Gli aumenti dei prezzi riflettono il miglioramento materiale. La qualità del tessuto è la cosa più importante. I modelli devono essere semplici, sexy e in movimento”, hanno dichiarato De Boni e Von Furstenberg.

Alcune settimane fa l’amministratore delegato aveva anticipato a Wwd la decisione di uscire dal canale wholesale: “Abbiamo deciso di lavorare per creare una significativa partnership di distribuzione al dettaglio. A partire dalla stagione primavera 2025, Dvf verrà distribuito da Neiman Marcus, oltre che da dvf.com e dai negozi Dvf, uno ciascuno a New York, Bruxelles, Azerbaijan, Thailandia e 48 negozi in Cina. Da Neiman, sarà principalmente sul sito di e-commerce, oltre a quattro punti vendita fisici. L’idea di essere speciali, e non eccessivamente distribuiti, è un modo per evolvere ed elevare la presenza del marchio sul mercato”.

Nel periodo precedente al Covid, Dvf era in perdita, aveva troppi outlet e ha dovuto decidere se dichiarare bancarotta o vendere l’attività. Ci sono stati licenziamenti molto pubblicizzati negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Francia e numerose chiusure di negozi. Nel 2023 l’azienda aveva deciso di produrre solo prêt-à-porter, che generava 130 milioni di dollari (circa 125 milioni di euro) wholesale ed era tornata ad essere redditizia. Nel 2014 la label generava circa 500 milioni di dollari wholesale.

Nel corso degli anni, Diane Von Furstenberg ha proposto anche scarpe, borse e accessori, ma non sono in essere trattative con nessuna azienda per accordi di licenza. “Il 2024 è stato l’anno in cui abbiamo lavorato per impostarlo e riportare l’attività in-house. Il 2025 è l’anno in cui fondamentalmente andiamo in diretta e testiamo e vediamo cosa funziona e cosa non funziona, e migliori”, aveva dichiarato il CEO.

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