Elettriche cinesi - La reazione delle Case: "Ue e Cina trovino un accordo sui dazi"

Il probabile via libera della Commissione europea ai dazi sulle Bev cinesi ha prodotto numerose reazioni all'interno dell'industria automobilistica europea. Per esempio, l'associazione dei costruttori, con tono quasi rassegnato, dà ormai per certa l'approvazione delle nuove tariffe doganali, ma, al contempo, avverte della necessità di varare una strategia onnicomprensiva per migliorare la competitività del settore. Inoltre, non poche le Case hanno espresso le loro perplessità e sollecitato Pechino e Bruxelles a raggiungere un accordo per evitare una guerra commerciale controproducente. La reazione dell'Acea. "L'Acea prende atto del risultato della votazione, che consente alla Commissione europea di procedere con la sua proposta di imporre dazi compensativi definitivi sulle importazioni di auto elettriche prodotte in Cina", spiega l'organizzazione presieduta da Luca de Meo, sottolineando di aver "sempre sostenuto che scambi commerciali liberi ed equi sono essenziali per rendere competit

Elettriche cinesi - La reazione delle Case: "Ue e Cina trovino un accordo sui dazi"

Il probabile via libera della Commissione europea ai dazi sulle Bev cinesi ha prodotto numerose reazioni all'interno dell'industria automobilistica europea. Per esempio, l'associazione dei costruttori, con tono quasi rassegnato, dà ormai per certa l'approvazione delle nuove tariffe doganali, ma, al contempo, avverte della necessità di varare una strategia onnicomprensiva per migliorare la competitività del settore. Inoltre, non poche le Case hanno espresso le loro perplessità e sollecitato Pechino e Bruxelles a raggiungere un accordo per evitare una guerra commerciale controproducente. 

La reazione dell'Acea. "L'Acea prende atto del risultato della votazione, che consente alla Commissione europea di procedere con la sua proposta di imporre dazi compensativi definitivi sulle importazioni di auto elettriche prodotte in Cina", spiega l'organizzazione presieduta da Luca de Meo, sottolineando di aver "sempre sostenuto che scambi commerciali liberi ed equi sono essenziali per rendere competitivia l'industria automobilistica europea a livello mondiale, mentre una sana concorrenza stimola l'innovazione e la scelta per i consumatori". "Un commercio libero ed equo è essenziale per garantire parità di condizioni per tutti i concorrenti, ma è solo un aspetto della competitività globale - prosegue l'associazione -. Affinché il settore automobilistico europeo sia competitivo nella corsa globale dei veicoli elettrici, è fondamentale una strategia industriale completa, come evidenziato nel rapporto Draghi. Ciò implica garantire l'accesso a materiali critici e a energia a prezzi accessibili, stabilire un quadro normativo coerente, espandere l'infrastruttura di ricarica e rifornimento di idrogeno, fornire incentivi di mercato e affrontare vari altri fattori chiave", conclude l'Acea. 

Il no tedesco. Forti manifestazioni di perplessità, invece, sono arrivate dalla Germania, da sempre contraria a qualsiasi barriera doganale, e in particolare dai tre grandi gruppi che già nelle scorse ore avevano esortato Berlino a votare contro la proposta e ora chiedono a Bruxelles e Pechino di raggiungere un accordo per evitare l'imposizione delle nuove tariffe. "Il voto di oggi è un segnale fatale per l'industria automobilistica europea. Ciò di cui abbiamo bisogno ora è un rapido accordo tra la Commissione europea e la Cina per evitare un conflitto commerciale da cui nessuno trae vantaggio", ha affermato l'amministratore delegato della BMW, Oliver Zipse, sottolineando che il voto contrario della Germania rappresenta "un segnale importante" che "aumenta le possibilità di un accordo negoziato". Per Mercedes-Benz, i dazi sono un "errore", mentre la Volkswagen parla di "approccio sbagliato" da parte delle istituzioni comunitarie. Del resto, come ha sottolineato Hildegard Mueller, presidente dell'associazione di rappresenta Vda, "una guerra commerciale conosce solo perdenti".

Le altre posizioni. A tal proposito, la cinese Geely Holding, azionista di controllo della Volvo e della Polestar, ha espresso "profonda delusione" perché i dazi potrebbero ostacolare le relazioni economiche tra le due aree e danneggiare le aziende e i consumatori europei. Per questo, la Casa svedese ha sostenuto come "la cosa migliore sarebbe che la Cina e l'Ue raggiungano un accordo" per risolvere il problema. Stellantis, invece, ha ribadito la propria posizione. "Come azienda globale, sosteniamo una concorrenza libera e leale. Il nostro settore è sotto la pressione di ambiziosi piani di riduzione della CO2 e dell'offensiva commerciale globale cinese", ha affermato il gruppo guidato da Carlos Tavares. "In questo periodo di transizione, le politiche a sostegno della domanda e la garanzia della stabilità delle regole sono più importanti che mai". Al contrario, l'associazione della filiera francese Pfa ha confermato il suo sostegno alle tariffe e, al contempo, a scambi commerciali "liberi, purché equi". 

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