Emilia Pérez, il film di Jacques Audiard domina le nomination agli Oscar 2025: storia di un successo clamoroso

Emilia Pérez, il film di Jacques Audiard prodotto da Saint Laurent e...

Emilia Pérez, il film di Jacques Audiard domina le nomination agli Oscar 2025: storia di un successo clamoroso

Emilia Pérez, il film di Jacques Audiard prodotto da Saint Laurent e Anthony Vaccarello stravince ai Golden Globes 2025 e guadagna 13 nomination agli Oscar 2025: la nostra recensione

Arriva un momento in cui bisogna esporsi, lanciarsi in una previsione. È qualcosa di viscerale, sensazioni a pelle. Succede quando un film (finalmente!), non si sa quando, e che in maniera, ti travolge, percorre una strada impervia lasciandoti letteralmente agganciato, desideroso di capire come, e in che modo, il regista saprà sorprenderti, portarti dentro alla narrazione, spiazzarti. È il caso di Emilia Pérez, il film diretto dal regista Jacques Audiard che nella notte tra il 5 e il 6 gennaio ai Golden Globes 2025 ha vinto come Miglior Film Musical, sia come Miglior Film Internazionale. La pellicola - che ha visto premiato anche il regista Jacques Audiard, l'attrice Zoe Saldana (Miglior Interprete Femminile Non Protagonista) e la canzone “El Mal” - il 23 gennaio ha ottenuto 13 nominaton agli Oscar 2025 dando un ulteriore seguito al già enorme successo ottenuto al Festival di Cannes 2024, dove fu premiato l'intero cast femminile composto da Adriana Paz, Zoe Saldana, Selena Gomez e l'attrice transgender protagonista, Karla Sofia Gascon.

Idea geniale, nel registro e stile, un po’ come se Pablo Escobar (attenzione al paragone) diventasse la Lili Elbe di Danish Girl. Un musical conturbante, prodotto da Saint Laurent e Anthony Vaccarello, che dal 9 gennaio sarà nelle nostre sale con LuckyRed.

Emilia Pérez, la recensione di Vogue Italia

Ambientato in Messico (che ci sia lo zampino di Salma Hayek?), Emilia Pérez è un film che piano piano però sconfina in un thriller, a tinte gangster movie, ricco di canzoni originali, quasi come fossero state scritte da Lin-Manuel Miranda (regista e compositore, ad esempio, di Hamilton ed Encanto), a cui aggiungere il tocco di Pedro Almodóvar, o magari quello di Raffaella Carrà. Nulla di grottesco o surreale, ma un escalation di emozioni, colpi di pallottole e scena, coreografie e musiche.

Partiamo dal protagonista, un boss del cartello del narcotraffico messicano, si chiama Juan “Manitas” Del Monte. Tarchiato, potente e senza scrupoli, incute timore, è in grado di imporsi e ottenere sempre quello che vuole, sposato (con due figli) con Jessi-Jessica, interpretata in questo caso da Selena Gomez.

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Emilia Perez recensione

Selena Gomez in “Emilia Pérez” Shanna Besson

La sua attenzione ad un certo punto ricade su un processo mediatico di un omicidio, là dove l’imputato sembra essere spacciato e condannato, visto le prove a suo carico, ed invece viene letteralmente salvato e assolto grazie da un abile e infelice avvocatessa, Rita (Zoe Saldaña, l’attrice all record di Avatar), impegnata da sempre a “difendere” personaggi del genere, oscuri, viscidi, criminali impetinenti. Decide dunque  di rapirla, con un’offerta: accettare di lavorare per lui, supervisionando una missione molto particolare e ben pagata. Ovvero? Quella di trovare un medico in grado di operarla, per portare a compimento definitivo una transizione di genere, e diventare ciò che avrebbe voluto sempre diventare, una donna.

Nessuna fuga dai nemici, ma semplicemente un desiderio di colmare la propria identità, lasciandosi dietro chi è, ricominciando da capo. E quando tutto va a compimento, fingendo poi la propria morte, ecco darsi un nuovo nome, Emilia Pérez appunto.

Emilia Perez recensione

Zoe Saldana in “Emilia Pérez” Shanna Besson

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La ritroviamo cinque anni dopo a Città del Messico, ormai trasformata, diventata attivista per una ONG di beneficenza, chiamata La Lucecita, paradossalmente impegnata a trovare i corpi-morti (i desaparecidos) scomparsi, anche per colpa del cartello, aiutando i parenti per la sepoltura. E tra di loro riscopre pure l’amore per una donna. L’unico rimorso: la mancanza dei figli, che però rincontra grazie a Rita, ormai amica e confidente, spacciandosi per una zia, insieme all’ex moglie. Il passato incombe, il presente non lascia scampo, ma forse c’è tempo per redimersi, e far pace con chi lo ama, o l’ha amato, e probabilmente non si è (mai) rassegnato alla sua perdita.

Jacques Audiard è un regista che ama colpire nel cuore lo spettatore, non teme il confronto, semmai lo cerca, in maniera vivida, non provocatoria, sa che le storie che porta alla luce non sono incasellabili, vivono di luce propria. Come questa. Così facendo si candida ancora a qualcosa di grande (Palma d’Oro? O migliori attrici?), ma non sarebbe una sorpresa per lui, già vincitore della Palma di miglior film nel 2015 (con Dheepan – Una nuova vita) e del Gran Prix Speciale della Giuria, nel 2009, grazie al meraviglioso Il profeta.

Karla Sofía Gascón

Karla Sofía Gascón PAGE 114 - WHY NOT PRODUCTIONS - PATHÉ FILMS - FRANCE 2 CINÉMA

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Qui, l’essere profetico, meraviglioso e sognante, ha il nome di  Emilia Pérez, e il volto dell’attrice spagnola transgender, Karla Sofia Gascon, eccezionale, insieme a Zoe Saldaña, incantevole nel canto e ball, come se fosse su un palcoscenico, come se fosse nata per fare solo quello. Sono loro le anime pulsanti di un gioiello non casuale (la casualità è il tema di una canzone) e rara bellezza, con una bella sorpresa (Selena Gomez) che sa sconfinare stereotipo (se ce ne sono), parlando di trasformazione e (della nostra) accettazione.

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