Emissioni - Ecatombe termica in Europa: "Tre milioni di vendite in meno nel 2025"
I nuovi limiti alle emissioni che entreranno in vigore nel 2025 nel quadro del regolamento europeo Cafe mettono a rischio una valanga di vendite di auto termiche. L'Acea ha parlato di almeno 2,5 milioni di veicoli a combustione interna destinati a non essere commercializzati dai costruttori per aumentare il peso delle elettriche e quindi rispettare i requisiti, ma c'è chi alza ancora di più l'asticella: è il caso di Franois Provost, Chief Procurement, Partnerships and Public Affairs Officer del gruppo Renault. Nel corso di una tavola rotonda organizzata nell''ambito dell'assemblea pubblica dell'Anfia, il manager ha risposto a una domanda del moderatore, il nostro direttore Gian Luca Pellegrini, sulle conseguenze "produttive" dei nuovi limiti: "Per l'anno prossimo rischiamo qualcosa come 3 milioni di auto a combustione interna in meno a causa del regolamento Cafe".L'impatto. Ovvie le conseguenze sulla rete produttiva, con almeno "dieci fabbriche" in pericolo. Per Provost si tratta di "p
I nuovi limiti alle emissioni che entreranno in vigore nel 2025 nel quadro del regolamento europeo Cafe mettono a rischio una valanga di vendite di auto termiche. L'Acea ha parlato di almeno 2,5 milioni di veicoli a combustione interna destinati a non essere commercializzati dai costruttori per aumentare il peso delle elettriche e quindi rispettare i requisiti, ma c'è chi alza ancora di più l'asticella: è il caso di Franois Provost, Chief Procurement, Partnerships and Public Affairs Officer del gruppo Renault. Nel corso di una tavola rotonda organizzata nell''ambito dell'assemblea pubblica dell'Anfia, il manager ha risposto a una domanda del moderatore, il nostro direttore Gian Luca Pellegrini, sulle conseguenze "produttive" dei nuovi limiti: "Per l'anno prossimo rischiamo qualcosa come 3 milioni di auto a combustione interna in meno a causa del regolamento Cafe".
L'impatto. Ovvie le conseguenze sulla rete produttiva, con almeno "dieci fabbriche" in pericolo. Per Provost si tratta di "pura matematica" ed ecco i 3 milioni di termiche in meno. Ovviamente, le aziende si stanno già preparando, adeguando i livelli produttivi: "Il programma per il primo trimestre del 2025 è già quasi deciso e con il regolamento Cafe non c'è altra scelta che iniziare a implementare delle misure specifiche per essere pronti a non pagare troppe multe", ha detto il manager della Losanga. Tra le misure rientra proprio una riduzione dei volumi, in particolare tra le termiche visto che "la domanda per le elettriche non c'è" e per queste ultime la redditività "è prossima allo zero". Pertanto, "l'unica maniera per mitigare l'impatto è adeguare la produzione di termiche".
L'allarme. Per questo Provost chiede all'Europa che i costruttori abbiano "abbastanza rassicurazioni per non essere penalizzati" eccessivamente. Magari, come chiesto da Matthias Zink, presidente della Clepa, "rivedendo e ricalibrando" le normative. E in questo ambito rientra la possibilità di una proroga dei limiti e quindi delle multe al 2027. "Un'assoluta necessità" per il presidente dell'Anfia, Roberto Vavassori, mentre Marco Stella, presidente Gruppo Componenti Anfia e vicepresidente Clepa, ribadisce l'invito del settore a perseguire la strada "del realismo e, soprattutto, un cammino di decarbonizzazione flessibile per l'industria". In tal senso, sono allarmanti i dati forniti da Dario Duse di AlixPartners sull'impatto occupazionale dell'attuale stagnazione dei volumi e il calo della produzione italiana: nell'intera filiera dei nostri componentisti sono a rischio dai 35 ai 40 mila posti di lavoro già dall'anno prossimo e dai 45 ai 50 mila nel 2030, ben più dei 38 mila indicati dalle stime di aprile. Un fulmineo peggioramento della situazione, che ha spinto tutti i partecipanti alla tavola rotonda a chiedere all'Europa di muoversi rapidamente per affrontare la crisi del settore.
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