Errori di notifica: il tallone d’Achille della cartella esattoriale

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Di recente sempre più sentenze stanno dando ragione ai contribuenti che impugnano le cartelle esattoriali a causa di vizi formali.
Un numero crescente di ricorsi accolti dimostra infatti come le notifiche eseguite in modo scorretto rendano inefficaci le pretese dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Tra le irregolarità più frequenti che invalidano l’atto troviamo:
- recapito dell’intimazione a un domicilio non aggiornato o errato;
- mancato avviso di giacenza presso la Casa Comunale;
- assenza di documentazione comprovante la ricezione da parte del contribuente, come la firma o la ricevuta di ritorno.
La normativa è chiara: una cartella è legittima solo se notificata correttamente. Qualsiasi anomalia, anche minima, può causarne la nullità. Invero, secondo quanto stabilito dall’art. 26 del DPR 602/1973 “La cartella è notificata dagli ufficiali della riscossione o da altri soggetti abilitati dal concessionario nelle forme previste dalla legge ovvero, previa eventuale convenzione tra comune e concessionario, dai messi comunali o dagli agenti della polizia municipale; in tal caso, quando ai fini del perfezionamento della notifica sono necessarie più formalità, le stesse possono essere compiute, in un periodo di tempo non superiore a trenta giorni, da soggetti diversi tra quelli sopra indicati ciascuno dei quali certifica l’attività svolta mediante relazione datata e sottoscritta. La notifica può essere eseguita anche mediante invio di raccomandata con avviso di ricevimento; in tal caso, la cartella è notificata in plico chiuso e la notifica si considera avvenuta nella data indicata nell’avviso di ricevimento sottoscritto da una delle persone previste dal secondo comma o dal portiere dello stabile dove è l’abitazione, l’ufficio o l’azienda.”.
Si evince dunque che la cartella di pagamento deve essere notificata a mani del destinatario, oppure tramite raccomandata con avviso di ricevimento, PEC, ufficiale giudiziario o messo notificatore autorizzato. In assenza di una notifica eseguita secondo tali modalità, l’atto è da considerarsi nullo.
Sentenza esemplare: 33 cartelle annullate per difetto di notifica
Un recente caso analizzato dai giudici tributari ha evidenziato quanto sia importante il rispetto delle regole nella notifica. Su 36 cartelle esattoriali contestate, ben 33 sono state invalidate perché mai giunte a destinazione. Si trattava di sanzioni relative a Irpef, Irap, Tari, contributi Inail e multe stradali, per oltre 22.000 euro complessivi. Solo tre atti, regolarmente notificati, sono rimasti validi per un importo residuo di circa 2.600 euro.
La decisione dei giudici ha ribadito un principio fondamentale: nessun pagamento può essere richiesto senza che il contribuente sia stato preventivamente informato in modo corretto, purchè l’amministrazione finanziaria possa dimostrarlo.
Come verificare la validità della tua cartella esattoriale
Pertanto, quando si riceve la notifica di una cartella di pagamento, il primo passo è controllare con attenzione le modalità con cui la stessa è stata recapitata, focalizzandosi in particolare su questi elementi:
- verificare che l’indirizzo di spedizione coincida con la propria residenza anagrafica;
- controllare che l’atto sia stato effettivamente ricevuto o firmato per la consegna;
- accertarsi che non ci siano irregolarità nella procedura adottata.
Nel dubbio, è possibile rivolgersi ad un consulente o ad un’associazione di tutela del contribuente. In molti casi, è sufficiente presentare un ricorso alla Commissione tributaria per ottenere la sospensione o la cancellazione del debito.
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