Estonia. La Kaitseliit si arma per il futuro

di Giuseppe Gagliano –
Essere piccoli non significa essere deboli. Mentre il mondo guarda all’Ucraina, a Tallinn si lavora senza sosta per blindare il presente e costruire il domani. Al centro di tutto la Kaitseliit, la Lega di Difesa Estone, un’armata di volontari che si sta trasformando in un baluardo tecnologico contro ogni minaccia.
Non è un film di guerra, ma potrebbe sembrarlo. La Kaitseliit, nata nel 1918 tra le fiamme dell’indipendenza, oggi conta oltre 15.000 membri attivi, con un esercito ombra di altri 10.000 tra giovani e donne pronti a imbracciare un fucile o a coordinare una resistenza. È una macchina che si muove su due binari: il cuore patriottico di chi si allena nei weekend sotto la pioggia battente e la mente fredda di un’organizzazione che, dal 2022, ha visto il suo budget schizzare da 38 a 50 milioni di euro l’anno. Colpa, o merito, di quello che succede a est, dove i droni russi e le truppe di Putin hanno ricordato al Baltico che la pace è un lusso fragile.
Il riarmo della Kaitseliit non è una parola vuota. È un piano scritto in nero su bianco, con 132 milioni di euro stanziati fino al 2026 per trasformare questi volontari in una forza da 20.000 combattenti entro l’anno prossimo. Non si parla solo di numeri, ma di strumenti: fucili d’assalto di ultima generazione, visori notturni che tagliano l’oscurità come lame, droni che sorvolano i boschi in silenzio per mappare ogni movimento sospetto. E poi i lanciagranate anticarro, perché qui sanno che un T-90 russo non si ferma con le buone maniere. Il Centro per gli Investimenti nella Difesa ha già consegnato i primi lotti nel 2023, e le esercitazioni si susseguono senza tregua: scenari di guerra asimmetrica, ispirati a quello che gli ucraini stanno insegnando al mondo a caro prezzo.
Immaginate la scena: una notte d’inverno, -15 gradi, una squadra di volontari in mimetica si muove tra gli abeti, il fiato che si condensa nell’aria. Non sono professionisti a tempo pieno, ma ingegneri, insegnanti, padri di famiglia che il sabato indossano l’uniforme e imparano a smontare un sistema di comunicazione criptato o a puntare un missile anticarro portatile. È questa la forza della Kaitseliit: una rete capillare, radicata in ogni contea, pronta a trasformarsi in un incubo per chiunque osi attraversare quel confine orientale.
Ma non è solo acciaio e polvere da sparo. L’Estonia, terra di startup e fibra ottica, sta portando la tecnologia nel cuore della sua difesa. I droni non servono solo a guardare: intercettano segnali, disturbano frequenze, parlano un linguaggio digitale che i russi conoscono bene. E poi c’è la Baltic Defense Line, un progetto condiviso con Lettonia e Lituania: bunker, trappole anticarro, sensori lungo centinaia di chilometri. La Kaitseliit sarà il primo scudo, quello che guadagna tempo prezioso per le truppe regolari e gli alleati NATO.
Il ministro della Difesa Hanno Pevkur lo dice senza giri di parole: “Non possiamo fare tutto in un giorno, ma non possiamo permetterci di fermarci”. La sfida è titanica: coordinare migliaia di nuove reclute, mantenere il passo con un budget che deve stare al guinzaglio della sostenibilità, guardare al 2032 quando la Lega vuole toccare quota 30mila membri. Eppure, a Tallinn non si respira paura, ma determinazione. Qui, dove la storia ha insegnato a non fidarsi delle promesse, la Kaitseliit è più di un’organizzazione: è un patto tra un popolo e la sua terra.
Mentre il sole cala dietro le torri medievali della capitale, un gruppo di volontari finisce l’addestramento. Scaricano i fucili, si stringono la mano, tornano alle loro vite. Ma sanno che, se il vento porterà di nuovo quel rombo da est, saranno pronti. L’Estonia non aspetta: si arma, si prepara, resiste. E la Kaitseliit è la sua voce più forte.
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