Ferragamo, rosso di 68 mln. “Ma non ci saranno cambiamenti strategici”
Si conclude in rosso il 2024 di Ferragamo, “ma la strategia non cambia”, ha fatto sapere la maison fiorentina. I risultati del full year appena concluso hanno evidenziato una perdita di 68 milioni rispetto all’utile di 26 milioni registrato nel 2023; l’ebitda è sceso del 14,5% a 215 milioni di euro, mentre l’ebit rettificato si […]

Si conclude in rosso il 2024 di Ferragamo, “ma la strategia non cambia”, ha fatto sapere la maison fiorentina. I risultati del full year appena concluso hanno evidenziato una perdita di 68 milioni rispetto all’utile di 26 milioni registrato nel 2023; l’ebitda è sceso del 14,5% a 215 milioni di euro, mentre l’ebit rettificato si è attestato a 35 milioni contro i 79 milioni dell’esercizio 2023. Quanto ai ricavi consolidati, si confermano i dati preliminari a 1,035 miliardi, in calo dell’8,2% a cambi costanti (-10,5% a cambi correnti) rispetto all’esercizio 2023, mentre nel singolo quarto trimestre 2024, i ricavi sono stati pari a 291 milioni (-4% a cambi costanti e in calo del 6,7% a cambi correnti, rispetto al quarto trimestre 2023). Risultati, questi, che sono costati al titolo di Ferragamo un calo in Borsa del 17% in mattinata (negli ultimi dodici mesi le contrattazioni hanno lasciato terreno oltre il 46 per cento del valore), trascinando in negativo tutto il comparto del lusso.
Nell’esercizio 2024, il canale distributivo dtc è diminuito del 3,8% a tassi di cambio costanti, -5,8% a tassi di cambio correnti, rispetto all’esercizio 2023, con performance positive in Europa, Stati Uniti, Giappone e America Latina penalizzate dall’andamento negativo dell’area Asia Pacifico. Mentre nel wholesale il calo è stato del 21,3% a tassi di cambio costanti1e del -21,2% a cambi correnti.
Nel corso della conference call per i risultati dell’anno finanziario, Ernesto Greco (membro del Cda) e Pierre La Tour, Cfo, hanno spiegato che: “Il 2024 ha presentato sfide complesse, con un mercato influenzato da continue tensioni geopolitiche ed incertezze macroeconomiche, che hanno inciso sulla domanda di beni di lusso. Il rallentamento dei mercati asiatici, in particolare in Cina, ed un contesto sfavorevole a livello globale per il business wholesale, hanno reso lo scenario ancora più impegnativo. Questo contesto di mercato, caratterizzato da una prima parte dell’anno particolarmente difficile, ha avuto un impatto negativo sui risultati finanziari dell’intero esercizio, sia in termini di ricavi che di redditività.
E mentre l’azienda conferma la fiducia nel direttore creativo Maximilian Davis (al timone creativo dal 2022), riducendo i timori di una possibile rottura e prosegue nella ricerca di un nuovo CEO dopo il recente divorzio da Marco Gobbetti (uscito ufficialmente di scena ieri), il management ha ribadito che il focus rimane sulla crescita organica, senza stravolgimenti della strategia attuale: “continueremo a puntare su scarpe e pelletteria, segmenti chiave con segnali positivi. Continuiamo ad arricchire la nostra offerta prodotto, sviluppando azioni di marketing per rafforzare il potenziale del brand e per aumentare la desiderabilità”.
Segnali che sembrerebbero positivi anche in base ai risultati dei primi due mesi del 2025: “Vendite stabili o leggermente in aumento che ci fanno ben sperare (ancora debole la Cina). Non valutiamo aumenti generalizzati dei prezzi, ma possibili aggiustamenti in base ai tassi di cambio (es. eur/usd)”. In atto anche piani di ristrutturazione e restyling negozi a lungo termine (2-3 anni), con possibile chiusura di alcuni store meno performanti e il coinvolgimento maggiore dei consumatori con eventi in store.
Nel corso della prossima assemblea ordinaria e straordinaria degli azionisti del 16 aprile 2025, il Gruppo potrebbe nominare il nuovo amministratore delegato.
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