Formazione obbligatoria per i dipendenti pubblici: 40 ore "forzate" all'anno
lentepubblica.it Il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha introdotto una nuova direttiva dedicata alla formazione obbligatoria dei dipendenti pubblici: si tratta di 40 ore “forzate” all’anno. Questo atto si inserisce in una linea di politiche già avviate con precedenti documenti strategici sulla competenza professionale e sulla valutazione delle performance. “La formazione è una leva […] The post Formazione obbligatoria per i dipendenti pubblici: 40 ore "forzate" all'anno appeared first on lentepubblica.it.
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Il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha introdotto una nuova direttiva dedicata alla formazione obbligatoria dei dipendenti pubblici: si tratta di 40 ore “forzate” all’anno.
Questo atto si inserisce in una linea di politiche già avviate con precedenti documenti strategici sulla competenza professionale e sulla valutazione delle performance. “La formazione è una leva essenziale per il miglioramento delle persone e delle amministrazioni,” ha dichiarato il ministro, sottolineando l’importanza del capitale umano nella gestione pubblica.
Obiettivi e strumenti della direttiva
Il documento stabilisce priorità e ambiti trasversali per la formazione, indicando come principali risorse la Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA), il Formez PA e il Dipartimento della Funzione Pubblica. Una delle innovazioni più rilevanti riguarda l’obbligo, a partire dal 2025, di garantire almeno 40 ore annue di formazione per ogni dipendente pubblico. Questa misura, definita un obiettivo di performance concreto e misurabile, mira a responsabilizzare i dirigenti, considerati “gestori” delle risorse umane e promotori di un clima lavorativo collaborativo.
La direttiva punta a:
- Individuare soluzioni formative allineate agli obiettivi strategici delle amministrazioni;
- Monitorare l’efficacia della formazione e il suo impatto sulla generazione di valore pubblico.
Formazione e innovazione: il ruolo di Syllabus
Un elemento chiave del piano formativo è la piattaforma “Syllabus”, concepita per offrire percorsi personalizzati che rispondano alle esigenze dei dipendenti. Attraverso un approccio flessibile e modulare, Syllabus permette a ciascun utente di intraprendere un percorso formativo calibrato sulle proprie necessità, individuate mediante un’analisi iniziale delle competenze. Questa valutazione consente di evidenziare eventuali lacune e di orientare l’offerta formativa verso obiettivi concreti di crescita professionale.
La piattaforma offre un’ampia gamma di corsi, che spaziano dal rafforzamento delle competenze di base a contenuti altamente specialistici. L’obiettivo è quello di creare un ecosistema formativo in cui l’apprendimento diventa continuo e strettamente collegato agli sviluppi tecnologici e normativi che interessano la Pubblica Amministrazione.
Tra i principali vantaggi della piattaforma:
- Un monitoraggio sistematico delle competenze del personale, grazie a reportistica avanzata che permette di valutare i progressi individuali e collettivi;
- La promozione di una cultura della formazione continua, volta a rafforzare l’efficacia e la qualità del lavoro pubblico;
- Il supporto all’attuazione degli obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), garantendo la preparazione necessaria per affrontare le sfide legate alla transizione digitale ed ecologica.
Le amministrazioni sono tenute a registrarsi su Syllabus e a garantire che tutti i dipendenti, inclusi i neoassunti, possano accedere ai corsi. Particolare enfasi è posta su percorsi dedicati a:
- Leadership e gestione del personale;
- Competenze digitali, fondamentali per il processo di innovazione tecnologica;
- Etica professionale e trasparenza amministrativa;
- Prevenzione e contrasto alla violenza di genere, un tema sempre più centrale nelle politiche pubbliche.
Nonostante l’importanza attribuita a Syllabus, la direttiva sottolinea che la piattaforma rappresenta solo il punto di partenza. Le singole amministrazioni devono infatti integrare questa offerta con ulteriori percorsi formativi specialistici, adattati alle specifiche esigenze operative dei diversi settori.
Monitoraggio e rendicontazione dei percorsi formativi
Inoltre le amministrazioni tenute alla predisposizione del PIAO, in fase di programmazione devono riportare il seguente set di informazioni per ciascun intervento formativo:
- area di competenze e relativo ambito di competenza
- eventuale carattere di obbligatorietà della formazione e riferimento normativo
- destinatari
- modalità di erogazione della formazione (ad esempio apprendimento autonomo, formazione in presenza, webinar, etc.)
- numero di ore di formazione previste
- risorse attivabili, specificando, in particolare, il ricorso alla piattaforma Syllabus o di altre fonti (ad esempio SNA e relativi poli territoriali, operatori di mercato, corsi autoprodotti, etc.)
- tempi di erogazione.
In sede di monitoraggio è necessario che ciascuna amministrazione tracci il numero effettivo di destinatari che hanno completato con successo ciascun intervento formativo pianificato
Formazione obbligatoria per i dipendenti pubblici: le criticità delle 40 ore “forzate” all’anno
Nonostante le ambizioni della direttiva, permangono alcune sfide. La richiesta di garantire un numero minimo di ore di formazione per ogni dipendente rischia di mettere sotto pressione le amministrazioni con risorse limitate. Inoltre, l’impatto reale delle iniziative formative è strettamente legato alla capacità dei dirigenti di tradurre le conoscenze acquisite in miglioramenti tangibili nella gestione pubblica.
Il ricorso ai fondi del PNRR e l’integrazione con le attività della SNA e del Formez PA sono certamente strumenti utili, ma richiedono un coordinamento efficace per evitare sovrapposizioni e dispersione di risorse. Rimane inoltre da valutare se l’offerta formativa di Syllabus sia in grado di rispondere pienamente alle specifiche esigenze dei diversi settori della Pubblica Amministrazione.
Scenari futuri
La nuova direttiva rappresenta un passo significativo verso una maggiore attenzione alla formazione nel settore pubblico. Tuttavia, la sua implementazione richiede un impegno concreto da parte delle amministrazioni e dei dirigenti per superare ostacoli pratici e garantire che l’investimento nella formazione produca benefici reali per la collettività. Sarà cruciale monitorare l’evoluzione di queste iniziative nei prossimi anni, per valutare se gli obiettivi prefissati possano effettivamente tradursi in un miglioramento della qualità dei servizi pubblici.
Il testo della direttiva
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