Gay Help Line compie 19 anni. Il 41% delle chiamate per violenze in famiglia

AGI - Nel marzo 2006 nasceva Gay Help Line 800 713 713, il numero verde gratuito contro l'omotransfobia, attivato a seguito della crudele morte, avvenuta nel luglio 2025, di Paolo Seganti, giovane omosessuale ucciso a Roma a cui è stato poi dedicato Viale Paolo Seganti e il Servizio di Gay Help Line, gestito da Gay Center. Il servizio ha visto sin dalla sua nascita il sostegno del Comune di Roma, Regione Lazio, e successivamente anche dall'Unar, fondi 8x1000 dell'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Chiesa Valdese e donazioni di aziende e privati. Sono oltre 360.000 le persone che hanno raggiunto il servizio al telefono o tramite la chat Speakly.org in questi 19 anni: con una media di circa 20.000 richieste ogni anno, ciò mostra quanto le persone LGBTQIA+ continuino ad affrontare discriminazioni, violenze e isolamento. Secondo i dati raccolti da Gay Help Line 800713 713, oltre il 51% dei contatti proviene da giovani che affrontano difficoltà in famiglia o a scuola. Il 41,6% dell

Gay Help Line compie 19 anni. Il 41% delle chiamate per violenze in famiglia

AGI - Nel marzo 2006 nasceva Gay Help Line 800 713 713, il numero verde gratuito contro l'omotransfobia, attivato a seguito della crudele morte, avvenuta nel luglio 2025, di Paolo Seganti, giovane omosessuale ucciso a Roma a cui è stato poi dedicato Viale Paolo Seganti e il Servizio di Gay Help Line, gestito da Gay Center.


Il servizio ha visto sin dalla sua nascita il sostegno del Comune di Roma, Regione Lazio, e successivamente anche dall'Unar, fondi 8x1000 dell'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Chiesa Valdese e donazioni di aziende e privati.
Sono oltre 360.000 le persone che hanno raggiunto il servizio al telefono o tramite la chat Speakly.org in questi 19 anni: con una media di circa 20.000 richieste ogni anno, ciò mostra quanto le persone LGBTQIA+ continuino ad affrontare discriminazioni, violenze e isolamento.


Secondo i dati raccolti da Gay Help Line 800713 713, oltre il 51% dei contatti proviene da giovani che affrontano difficoltà in famiglia o a scuola. Il 41,6% delle persone assistite riporta violenze fisiche o psicologiche in ambito familiare, mentre il 17% ha perso il sostegno economico dai genitori, compromettendo il proprio percorso di studi o formazione. Nel mondo del lavoro, i casi di discriminazione denunciati sono l'11,6% dei contatti denuncia per esclusione o mobbing, con un impatto particolarmente grave sulle persone trans, che faticano a trovare occupazione (8%).


Inoltre, il 5,7% delle persone seguite ha abbandonato gli studi a causa del bullismo omotransfobico. Dal 2016, Gay Help Line ha dato vita a soluzioni concrete per chi subisce violenze e discriminazioni, inaugurando la prima casa famiglia Refuge LGBTQIA+, seguita nel 2021 da Refuge T*, dedicata alle persone trans e non binarie e nel maggio 2024 si è aggiunta una terza struttura: un cohousing LGBT+ nel centro storico di Roma.

 "Diciannove anni di ascolto e supporto ci hanno dimostrato che l'omobitransfobia è ancora una realtà quotidiana" - dichiara Alessandra Rossi Coordinatrice Gay Help Line 800713713 - "Ma anche che una rete di supporto può davvero fare la differenza. Continueremo a essere qui per chi ha bisogno. Servizio che è stato possibile garantire grazie al Comune di Roma, Regione Lazio, sin dalla fondazione ed successivamente anche dall'Unar, fondi 8x1000 dell'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Chiesa Valdese e donazioni di Aziende e Privati. Oltre al quotidiano supporto di centinaia di volontari che in questi anni ci sono sempre stati vicini".


"Un traguardo importante per un servizio prezioso per la comunità lgbtqia+ e anche per la nostra città", commenta il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, "grazie alle operatrici e agli operatori della Gay Help Line che gestisce oggi, attraverso il Gay Center, il Contact Center di Roma Capitale, per la professionalità e l'impegno quotidiano a fianco della comunità lgbtqia+. Come Roma Capitale, continueremo a sostenere il loro lavoro come quello delle tante realtà che si occupano del benessere delle persone lgbtqia+ che vivono nella nostra città".

"Il Lazio è un territorio dove la discriminazione e la prevaricazione non devono trovare spazio", ha sottolineato il presidente della Regione, Francesco Rocca, "perciò sosteniamo questo importante presidio a sostegno e supporto delle persone LGBT+ vittime di violenza e intolleranza. L'orientamento sessuale e l'identità di genere non sono e non devono essere un motivo di emarginazione. È un dovere delle Istituzioni garantirlo".

"Il contrasto alle discriminazioni è un impegno imprescindibile per le istituzioni, che devono garantire strumenti concreti di tutela e supporto", ha dichiarato Mattia Peradotto, Direttore UNAR, "i centri dedicati alla prevenzione e al contrasto delle discriminazioni rappresentano un presidio fondamentale per offrire ascolto, assistenza e protezione alle persone LGBT+ che subiscono violenze e intolleranza, nel solco del servizio partito 19 anni fa. Questo impegno oggi prosegue affinché nessuno sia lasciato solo e affinché l'inclusione e il rispetto siano sempre più una realtà per tutti".

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