Germania: le crisi degli ultimi cinque anni sono costate quasi 750 miliardi di euro
Foto simbolica. Foto di ©Gerd Altmann su Pixabay L’impatto economico della pandemia...

L’impatto economico della pandemia e della guerra in Ucraina
Un’analisi dell’Istituto dell’Economia Tedesca (IW) di Colonia rivela che le crisi degli ultimi cinque anni – dalla pandemia di Covid-19 alla guerra in Ucraina e alle tensioni geopolitiche – sono costate alla Germania quasi tre quarti di trilione di euro. Secondo i ricercatori, senza questi eventi il Prodotto Interno Lordo (PIL) sarebbe oggi più alto di circa 735 miliardi di euro.
“Dopo la ripresa dallo shock della pandemia, l’attività economica in Germania è stagnante da tre anni, senza superare i livelli del 2019”, si legge nella ricerca. Le perdite attuali superano anche quelle registrate nelle crisi precedenti: tra il 2001 e il 2004, durante la crisi strutturale, il calo fu pari al 3,4% del PIL, mentre la crisi finanziaria del 2008/09 causò un impatto del 4,1%. Oggi, le stime parlano di un crollo del 4,3% della produzione economica effettiva rispetto al potenziale.
Secondo Michael Grömling, responsabile dell’area congiunturale dell’IW, il problema non è solo legato alle crisi globali, ma anche alle scelte politiche interne. “Per anni la politica ha trascurato la competitività della Germania, e questo ha reso il Paese più vulnerabile agli shock esterni”, ha dichiarato Grömling. La prossima legislatura dovrà colmare questo divario, incentivando gli investimenti, riducendo la burocrazia e garantendo un accesso più conveniente all’energia per le imprese.
La ricerca evidenzia che, negli ultimi cinque anni, le famiglie tedesche hanno subito una riduzione dei consumi per un totale di 470 miliardi di euro, pari a circa 5.600 euro per abitante. Tuttavia, il problema più grave riguarda il drastico calo degli investimenti delle aziende: negli ultimi venti trimestri, le perdite in termini di investimenti fissi lordi ammontano a circa 265 miliardi di euro. “Se durante la pandemia i danni maggiori riguardavano i consumi, negli ultimi anni il principale problema è stato il blocco degli investimenti produttivi”, osservano gli analisti dell’IW.
Di fronte a questa situazione, arrivano però segnali di speranza: l’Unione e il Partito Socialdemocratico (SPD) hanno raggiunto un primo accordo per un pacchetto di investimenti finanziati a debito. Il piano prevede l’allentamento del limite costituzionale sul deficit per sostenere la spesa militare e la creazione di un fondo speciale da 500 miliardi di euro per modernizzare le infrastrutture del Paese.
Gli economisti accolgono con favore questa decisione. “L’accordo raggiunto è un vero punto di svolta, un pacchetto forte e positivo”, ha commentato Jens Südekum, professore di economia internazionale all’Università di Düsseldorf. Tuttavia, avverte, affinché il piano abbia successo, le risorse dovranno essere utilizzate in modo efficace e rapido. “Non basta stanziare i fondi, bisogna anche accelerare le procedure burocratiche affinché gli investimenti arrivino davvero all’economia reale”, ha aggiunto.
Secondo Carsten Brzeski, capo economista della ING, queste misure potrebbero segnare l’inizio di una nuova fase di crescita: “L’Europa sta vivendo una trasformazione storica, e la Germania deve adeguarsi. Le nuove politiche economiche potrebbero finalmente segnare l’inizio di anni migliori per la nostra economia”.
Il cammino verso la ripresa, però, resta complesso: per uscire dalla crisi, la Germania dovrà dimostrare di saper affrontare non solo le sfide globali, ma anche le proprie debolezze strutturali.
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