Giallo Vaticano e grandi manovre, Bergoglio congela la nomina per il decano

Alcune settimane fa, primi tra tutti, avevamo ricordato un appuntamento di enorme importanza per la Chiesa: la scadenza del mandato del cardinale Giovanni Battista Re come decano del Collegio cardinalizio (avvenuta il 19 gennaio) e la necessità di eleggerne il successore. Potrebbe sembrare una questione squisitamente burocratica ma, come già ricordato, il decano dei cardinali, primus inter pares tra gli oltre duecento porporati (140 dei quali sono attualmente elettori in un prossimo Conclave), svolge un ruolo di fondamentale importanza non solo nel quotidiano, ma soprattutto nel momento in cui la Sede Apostolica diviene vacante. È infatti il cardinale decano a prendere in mano le redini della Chiesa durante la transizione ed è sempre lui a presiedere i riti del Conclave, non solo le votazioni nella Sistina, ma anche i lavori delle Congregazioni generali che precedono gli scrutini. La carica di decano del Sacro Collegio è stata per secoli a vita ma Papa Francesco, nella Costituzione Apo

Giallo Vaticano e grandi manovre, Bergoglio congela la nomina per il decano

Alcune settimane fa, primi tra tutti, avevamo ricordato un appuntamento di enorme importanza per la Chiesa: la scadenza del mandato del cardinale Giovanni Battista Re come decano del Collegio cardinalizio (avvenuta il 19 gennaio) e la necessità di eleggerne il successore. Potrebbe sembrare una questione squisitamente burocratica ma, come già ricordato, il decano dei cardinali, primus inter pares tra gli oltre duecento porporati (140 dei quali sono attualmente elettori in un prossimo Conclave), svolge un ruolo di fondamentale importanza non solo nel quotidiano, ma soprattutto nel momento in cui la Sede Apostolica diviene vacante. È infatti il cardinale decano a prendere in mano le redini della Chiesa durante la transizione ed è sempre lui a presiedere i riti del Conclave, non solo le votazioni nella Sistina, ma anche i lavori delle Congregazioni generali che precedono gli scrutini. La carica di decano del Sacro Collegio è stata per secoli a vita ma Papa Francesco, nella Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium del 19 marzo 2022, ha stabilito che anche questo altissimo incarico divenisse a tempo, con un mandato quinquennale eventualmente rinnovabile per una sola volta. Da tempo si è a conoscenza della volontà del cardinale Re- che ha spento recentemente 91 candeline – di non prendere minimamente in considerazione un'eventuale rielezione ed è così partita una vera e propria campagna elettorale sottotraccia per la nomina del successore.

 

I due candidati principali, come avevamo scritto, sono il vice decano, il cardinale argentino (anche lui di Buenos Aires come Bergoglio) Leonardo Sandri e il segretario di Stato, Pietro Parolin. Per l'elezione del nuovo decano, che compete esclusivamente alla stretta cerchia dei cardinali dell'ordine dei Vescovi – gli attuali cinque su sei titolari delle diocesi suburbicarie romane più altri cinque, tra cui lo stesso Parolin, elevati al rango di Vescovi da Francesco - è tutto pronto da giorni e i vegliardi sono già tutti a Roma, inattesa di essere convocati per procedere alla votazione. Il Segretario di Stato, in missione all'estero fino al 20 gennaio, ha accelerato il suo rientro a Roma appositamente, ma ad oggi ancora nulla di fatto. Una fonte di altissimo livello da noi interpellata ci ha rivelato che la nomina di Sandri, dato inizialmente per favorito, sarebbe però oggetto di riflessioni da parte del Papa. I due argentini, che a favor di telecamera si scambiano abbracci fraterni, pare che in realtà si detestino da decenni.

 

L'astio sarebbe nato durante gli ultimi anni del pontificato di Wojtyla, quando Sandri era sostituto del potentissimo cardinale Angelo Sodano in segreteria di Stato. A quel tempo, tutte le nomine proposte dall'arcivescovo Bergoglio venivano immancabilmente cassate da Sandri con l'avallo del suo superiore. Inoltre, il Papa, grande conoscitore della macchina del fango vaticana, non vorrebbe attrarre su di sé ulteriori e già poco arginabili accuse di «familismo» geografico.

Di ieri è poi la notizia che un altro nemico di Bergoglio, l'ex arcivescovo di Lima, il cardinale Jean Luis Cipriani Thorne, membro dell'Opus Dei ma legatissimo sia a Sandri che al defunto Sodano, è stato oggetto di dure misure disciplinari pontificie. Cipriani è accusato di aver commesso abusi sessuali negli anni ‘80 e il Papa ha disposto per lui il silenzio, la limitazione del ministero sacerdotale e il divieto di rientrare nel suo paese d'origine. Una guerra silenziosa è tutt'ora in atto e, come spesso accaduto in questi anni, ad uscirne vincitore potrebbe essere il sempre invisibile Segretario di Stato Parolin.

Qual è la vostra reazione?

like

dislike

love

funny

angry

sad

wow