Gli affari sporchi della sinistra. Il Pd si scandalizza per Almasri ma se ne servì in passato
Non c'è solo la Libia e non c'è solo Rada, una sorta di forza operativa nata durante la caduta di Gheddafi e ora guidata dal comandante Abdul Raouf Kar, con Almasri. La storia recente italiana é costellata di situazioni nelle quali, per ragioni di Stato e di sicurezza, si è dovuto scendere a compromessi con entità discutibili (che siano milizie o capi di Stato e di governo) che non sono esattamente un esempio di democrazia. Del resto, lo stesso Mario Draghi, nel ruolo di presidente del Consiglio, del cui governo faceva parte anche la sinistra, spiegò bene e in modo sintetico le ragioni di Stato, in merito al presidente turco Erdogan e l'imbarazzante situazione creatasi nel palazzo di Ankara per la mancata sedia riservata a Ursula Von der Leyen in occasione della visita con l'allora presidente del Consiglio europeo Charles Michel. «Con questi dittatori, chiamiamoli per quello che sono - disse Draghi - di cui però si ha bisogno, uno deve essere franco nell'esprimere la propria diversità
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Non c'è solo la Libia e non c'è solo Rada, una sorta di forza operativa nata durante la caduta di Gheddafi e ora guidata dal comandante Abdul Raouf Kar, con Almasri. La storia recente italiana é costellata di situazioni nelle quali, per ragioni di Stato e di sicurezza, si è dovuto scendere a compromessi con entità discutibili (che siano milizie o capi di Stato e di governo) che non sono esattamente un esempio di democrazia. Del resto, lo stesso Mario Draghi, nel ruolo di presidente del Consiglio, del cui governo faceva parte anche la sinistra, spiegò bene e in modo sintetico le ragioni di Stato, in merito al presidente turco Erdogan e l'imbarazzante situazione creatasi nel palazzo di Ankara per la mancata sedia riservata a Ursula Von der Leyen in occasione della visita con l'allora presidente del Consiglio europeo Charles Michel. «Con questi dittatori, chiamiamoli per quello che sono - disse Draghi - di cui però si ha bisogno, uno deve essere franco nell'esprimere la propria diversità di vedute e di visioni della società; e deve essere anche pronto a cooperare per assicurare gli interessi del proprio Paese. Bisogna trovare il giusto equilibrio».
Un equilibrio che, spesso, ha portato i governi, di ogni colore, a trattare anche con terroristi. Nel caso della Libia, in un contesto segnato dall'instabilità e dal vuoto di potere, le forze statali si intrecciano con numerose milizie armate. La Rada Special Deterrence Forces é una di queste e in alcuni casi avrebbe giocato un ruolo cruciale nelle operazioni per liberare alcuni cittadini italiani rapiti. Tra questi il caso dei tecnici Bruno Cacace e Danilo Colonego, rapiti il 19 settembre 2016 ai confini tra Libia e Algeria. Il rilascio è avvenuto il 5 novembre sempre del 2016 (governo Renzi) e l'appoggio operativo della Rada sarebbe stato determinante nello sbloccare negoziazioni altrimenti in stallo. La presenza e l'influenza del gruppo, infatti, avrebbero facilitato il buon esito della vicenda. Sempre durante il governo Renzi, questa volta a luglio 2015, 4 operai della Bonatti vengono rapiti nella zona di Mellitah, a 60 chilometri da Tripoli. Nel 2016, Salvatore Failla e Fausto Piano, sono stati uccisi in uno scontro a fuoco tra fazioni rivali. Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, invece, sarebbero rimasti nelle mani di un gruppo affiliato a Isis e poi rilasciati. Anche qui il gruppo Rada di Almasri avrebbe avuto un ruolo. Rimanendo in Libia, anche il Governo Conte II (del quale faceva parte il Pd), si trovò a dover trattare con il temibile generale Khalifa Haftar, uomo forte della Cirenaica, che rappresenta un "governo" non ufficialmente riconosciuto della comunità internazionale. Eppure, per liberare due pescherecci italiani, il Medinea e l'Antartide della flotta di Mazara del Vallo sequestrati a settembre 2020 in acque libiche, a circa 35 miglia dalla costa, in una zona in cui la Libia sosteneva unilateralmente di possedere i diritti di pesca, il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dovettero trattare con Haftar al quale fecero anche visita cedendo ad una sua «richiesta politica» per liberare i pescatori.
E forse Mario Draghi si riferiva alla vicenda di Silvia Romano quando spiegò che, a volte, bisogna trattare o farsi aiutare anche dai dittatori se serve alla sicurezza, magari dei cittadini italiani rapiti all'estero. La volontaria dell'Ong Africa Milele rapita il 20 novembre 2018 in Kenya, nel villaggio di Chakama, 80 chilometri da Malindi, é stata liberata dopo 18 mesi grazie al contributo, pare determinante, dell'intelligence turca. L'operazione per il rilascio di Silvia Romano, secondo alcune fonti, sarebbe costata circa 2 milioni di euro tra versamenti a intermediari e a chi la deteneva, pare in Somalia, dove opera il gruppo terroristico Al-Shabaab. Nel Paese africano, comunque, la presenza turca in quel momento si giustificava con l'addestramento delle forze dell'esercito nazionale. E il presidente del Consiglio, ancora Giuseppe Conte, ringraziò la Turchia. E a volte, ai governi di sinistra, è toccato anche trattare con gruppi terroristici per la liberazione di ostaggi come Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, rapite in Siria la notte fra il 31 luglio e il 1º agosto 2014, e poi finite nella mani del Fronte al Nusra, gruppo jihadista affiliato ad al Qaeda, a cui sembra sia stato versato un sostanzioso riscatto per ottenerne la liberazione. Non stupisce, dunque, che anche oggi per riportare a casa cittadini italiani ingiustamente detenuti (o rapiti) all'estero si debba trattare con teocrazie come l'Iran.
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