"Gli utili idioti di Hamas e la sinistra senza patria": Italia dalla parte giusta, Onu e Corte dell'Aia no
Il degrado delle istituzioni internazionali si misura quando entra in gioco la vita degli ebrei. Le Nazioni Unite ieri hanno equiparato il trattamento disumano subito dagli ostaggi ebrei nelle mani di Hamas con quello dei palestinesi detenuti da Israele. Quando l'Onu dice che le immagini dei rilasciati «sono profondamente inquietanti», non fa alcuna differenza tra una gang di criminali e uno Stato democratico. Equipara un clan di tagliagole e una nazione che, quando era in carcere, ha curato il tumore del leader più sanguinario di Hamas, Yahya Sinwar, la mente della strage del 7 ottobre. L'Onu guidata dal segretario generale António Guterres è questa caldera maleodorante, piena di dittatori e antisemiti. Il suo fallimento è abbagliante, riformarla non la salverà e le ragioni di chi vuole sostituirla con una “lega delle democrazie” sono sempre più forti. La Corte penale internazionale è un caso di autodistruzione rapida, fondata a Roma nel 2002, in poco più di vent'anni ha toccato il
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Il degrado delle istituzioni internazionali si misura quando entra in gioco la vita degli ebrei. Le Nazioni Unite ieri hanno equiparato il trattamento disumano subito dagli ostaggi ebrei nelle mani di Hamas con quello dei palestinesi detenuti da Israele.
Quando l'Onu dice che le immagini dei rilasciati «sono profondamente inquietanti», non fa alcuna differenza tra una gang di criminali e uno Stato democratico. Equipara un clan di tagliagole e una nazione che, quando era in carcere, ha curato il tumore del leader più sanguinario di Hamas, Yahya Sinwar, la mente della strage del 7 ottobre. L'Onu guidata dal segretario generale António Guterres è questa caldera maleodorante, piena di dittatori e antisemiti. Il suo fallimento è abbagliante, riformarla non la salverà e le ragioni di chi vuole sostituirla con una “lega delle democrazie” sono sempre più forti.
La Corte penale internazionale è un caso di autodistruzione rapida, fondata a Roma nel 2002, in poco più di vent'anni ha toccato il punto di non ritorno quando ha usato la parola “genocidio” e ordinato l'arresto del premier israeliano Benjamin Netanyahu e del ministro della difesa Yoav Gallant per “crimini di guerra”. Fare di Netanyahu un “ricercato” significa indebolire Gerusalemme, fino a negare il suo diritto di muovere guerra contro chi ha scatenato la caccia all'ebreo.
È la Corte che indaga sul governo italiano che ha pensato alla sicurezza nazionale e ordinato l'espulsione del libico Almasri; è l'Onu a cui l'Italia ha negato l'appoggio di un documento contro Donald Trump che ha sanzionato il tribunale dell'Aia. Sono i due organismi a cui s'aggrappano gli utili idioti di Hamas e la sinistra senza patria. È tutto chiaro, siamo dalla parte giusta della Storia.
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