Hainan perde lustro: nel paradiso esentasse cinese il duty free crolla del 29%
Nel paradiso tropicale di Hainan, i dati delle dogane locali pubblicati la scorsa settimana, rivelano che gli acquirenti in visita nell’isola nota per i suoi sfarzosi hotel di lusso, hanno speso nel 2024 circa 30,9 miliardi di yuan (4 miliardi di euro) in prodotti duty-free, segnando una flessione del valore rispetto al 2023 del 29,3 […]
Nel paradiso tropicale di Hainan, i dati delle dogane locali pubblicati la scorsa settimana, rivelano che gli acquirenti in visita nell’isola nota per i suoi sfarzosi hotel di lusso, hanno speso nel 2024 circa 30,9 miliardi di yuan (4 miliardi di euro) in prodotti duty-free, segnando una flessione del valore rispetto al 2023 del 29,3 percento.
Nella rinomata meta insulare hanno sede le boutique di alcuni dei più grandi nomi del lusso mondiale, da Lvmh a Kering, che da sempre attirano i molti turisti che ogni anno si recano in quella che viene definita “Hawaii cinese”, ma la debolezza dell’economia in questi ultimi anni ha causato un forte calo dei visitatori nazionali. I dati mostrano che il numero di acquirenti in visita a Hainan è sceso del 15,9%, passando da 6,7 milioni nel 2023 a 5,6 milioni.
Sebbene la spesa al dettaglio a Hainan non sia significativa per l’economia nazionale, i cali infliggono comunque un duro colpo ai marchi di lusso stranieri che contano su quel boom post-pandemia che aveva triplicato le vendite a 43,7 miliardi di yuan nel 2023 rispetto al 2019, aiutato da una mossa politica nel 2020 per aumentare i limiti di acquisto duty-free nei 12 centri commerciali duty-free di Hainan.
La speranza, inoltre, è che un’isola di Hainan completamente esente da tasse possa allontanare i consumatori cinesi dai concorrenti dei centri duty-free esteri, come l’isola di Jeju in Corea del Sud, e contribuire ad avviare un motore di consumi nella Cina meridionale.
I consumi interni hanno hanno ripreso un timido movimento, in particolare nella seconda metà del 2024. Le vendite al dettaglio complessive sono cresciute solo del 3% a novembre rispetto all’anno precedente, molto meno dell’espansione del 4,6 percento prevista dagli analisti.
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