Halsey per rinascere impersona 18 icone del pop-rock: ecco "The Great Impersonator"

Halsey è tornata e per ripartire dopo un periodo difficile a causa di grossi problemi di salute, l'artista americana ha messo insieme 18 brani in cui esplora il tempo e il destino, e che tipo di artista sarebbe se fosse esistita in decenni diversi. È questo "The Great Impersonator", un album ricco e multiforme, in cui in ogni brano Halsey si rifà a un'icona del pop-rock, da Joni Mitchell a Bjork, passando David Bowie, Tori Amos, Cher, Bruce Springsteen e tanti altri. Un'impersonificazione completa al punto che per preparare il lancio del disco Halsey ha fatto una campagna social in cui per ogni canzone si è presentata con le fattezze dell'artista che l'ha ispirata.      Qualche mese fa, al momento di lanciare il primo singolo "The End", la popstar aveva rivelato di essere affetta da lupus e leucemia, e di star combattendo un'impegnativa battaglia per la sua salute. Difficoltà che sicuramente hanno influito sulla scrittura di questo lavoro che già da "The End" aveva spiazzato molt

Halsey per rinascere impersona 18 icone del pop-rock: ecco "The Great Impersonator"


Halsey è tornata e per ripartire dopo un periodo difficile a causa di grossi problemi di salute, l'artista americana ha messo insieme 18 brani in cui esplora il tempo e il destino, e che tipo di artista sarebbe se fosse esistita in decenni diversi. È questo "The Great Impersonator", un album ricco e multiforme, in cui in ogni brano Halsey si rifà a un'icona del pop-rock, da Joni Mitchell a Bjork, passando David Bowie, Tori Amos, Cher, Bruce Springsteen e tanti altri. Un'impersonificazione completa al punto che per preparare il lancio del disco Halsey ha fatto una campagna social in cui per ogni canzone si è presentata con le fattezze dell'artista che l'ha ispirata. 

 

 

Qualche mese fa, al momento di lanciare il primo singolo "The End", la popstar aveva rivelato di essere affetta da lupus e leucemia, e di star combattendo un'impegnativa battaglia per la sua salute. Difficoltà che sicuramente hanno influito sulla scrittura di questo lavoro che già da "The End" aveva spiazzato molti fan. Una ballad intimista e acustica (non a caso il riferimento in questo caso è a Joni Mitchell) che rispetto all'album precedente, "If I Can't Have Love, I Have Power", prodotto da Trent Reznor e decisamente spinto verso suoni industrial, era parsa una completa inversione a U. D'altro canto da quel disco a oggi di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia: oltre alla malattia Halsey ha affrontato una rottura traumatica con la sua vecchia etichetta ed è diventata mamma.  

 

E infatti "The Great Impersonator" è molto più di quell'antipasto, come hanno dimostrato poi gli estratti successivi che hanno anticipato l'album. Il grande punto di domanda di fronte a un lavoro in cui Halsey si cala nelle personalità di 18 grandi artisti è: dov'è la vera Halsey? Sicuramente se i modelli di riferimento sono il punto di partenza, la cantante fa poi di tutto per portare nel proprio mondo quelle personalità, ma allo stesso tempo i punti di riferimenti sono talmente tanti e variegati che il rischio di perdere il fuoco è dietro l'angolo. "The Great Impersonator" finisce così con l'essere un lavoro importante, sia come concept che come impegno produttivo, e che conferma Halsey come una delle popstar più eccletiche e interessanti, ma dove probabilmente la carne al fuoco che è stata messa è un po' troppa. 

 

La tracklist di "The Great Impersonator"

 

Only Living Girl in LA

Ego

Dog Years

Letter to God (1974)

Panic Attack

The End

I Believe in Magic

Letter to God (1983)

Hometown

I Never Loved You

Darwinism

Lonely is the Muse

Arsonist

Life of the Spider (Draft)

Hurt Feelings

Lucky

Letter to God (1998)

The Great Impersonator

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