HPV, lo specialista Sirovich: "Lo screening è l'arma più efficace"

L' HPV è un virus sessualmente trasmesso, più esattamente "è la malattia sessualmente trasmessa più comune del pianeta e la sua incidenza è in costante lieve aumento. Fortunatamente la maggior parte dei pazienti contagiati guarisce spontaneamente senza peraltro rendersi conto di aver contratto il virus; in una piccola percentuale di pazienti invece il virus tende a rimanere in alcune sedi specifiche dell'organismo e, in un numero ancora minore di pazienti, la sua presenza può interagire in vario modo con il corpo umano portando conseguenze che possono essere rappresentate da comuni condilomi alle più rare ma temibili displasie che possono evolvere fino al carcinoma squamoso con conseguenze temibili". A spiegarlo è il Dr. Igor Sirovich, specialista in Chirurgia Generale e Proctologia. Le sedi dove il virus si può localizzare "sono specifiche e sono la cervice uterina, il canale anale e le corde vocali. Storicamente gli effetti di questo virus sono stati ampiamente studiati in ginecolog

HPV, lo specialista Sirovich: "Lo screening è l'arma più efficace"

L' HPV è un virus sessualmente trasmesso, più esattamente "è la malattia sessualmente trasmessa più comune del pianeta e la sua incidenza è in costante lieve aumento. Fortunatamente la maggior parte dei pazienti contagiati guarisce spontaneamente senza peraltro rendersi conto di aver contratto il virus; in una piccola percentuale di pazienti invece il virus tende a rimanere in alcune sedi specifiche dell'organismo e, in un numero ancora minore di pazienti, la sua presenza può interagire in vario modo con il corpo umano portando conseguenze che possono essere rappresentate da comuni condilomi alle più rare ma temibili displasie che possono evolvere fino al carcinoma squamoso con conseguenze temibili". A spiegarlo è il Dr. Igor Sirovich, specialista in Chirurgia Generale e Proctologia.

Le sedi dove il virus si può localizzare "sono specifiche e sono la cervice uterina, il canale anale e le corde vocali. Storicamente gli effetti di questo virus sono stati ampiamente studiati in ginecologia dove si è chiarito che uno screening efficace (PAP test) riesce a diminuire in maniera significativa lo sviluppo di tumori dell'utero infatti PAP test, colposcopia, vaccinazione su larga scala e trattamenti laser mirati sono entrati nella comune pratica clinica e vengono regolarmente eseguiti sulle pazienti. In proctologia ed in otorino purtroppo non possiamo fare la stessa affermazione, i tamponi eseguiti sono ancora troppo pochi se confrontati con il numero di pazienti potenzialmente contagiati riducendo quindi drasticamente il numero di pazienti che possono beneficiare di una diagnosi precoce e, conseguentemente, di un monitoraggio adeguato e, se necessario, di un trattamento precoce e mininvasivo", ha precisato Sirovich.

L'impegno scientifico in proctologia "ci ha portato negli ultimi anni ad evidenziare alcune peculiarità di questa temibile patologia che ci aiutano a dare risposte adeguate ai nostri pazienti: in primis è una patologia che ha dei tempi molto dilatati nella sua evoluzione dando un tempo di circa 10 - 15 anni tra il contagio e l'eventuale sviluppo del carcinoma, passa attraverso degli stadi successivi che possono essere: contagio, sviluppo di condiloma senza displasia, displasia lieve, displasia moderata, displasia severa, carcinoma in situ, carcinoma invasivo: la HRA (colposcopia del canale anale) ci permette di individuare queste lesioni nei loro vari gradi. Fondamentali sono anche gli studi epidemiologici che ci suggeriscono quali sono i pazienti a maggior rischio di avere una infezione di lunga durata e quindi a maggior probabilità di sviluppare displasie: pazienti HIV positivi, pazienti immunodepressi, msm, pazienti che sono già venuti in contatto con HPV dovrebbero essere osservati con maggiore attenzione", ha continuato lo specialista.

"Ci tengo a ribadire che, come in tutte le patologie, lo screening è la prima e più efficace arma a nostra disposizione, il poter individuare una displasia iniziale oltre che salvare la vita può permettere trattamenti mininvasivi, un semplice tampone del canale anale che ci confermi la presenza dell' HPV studiandone il DNA e tipizzandolo è un punto di partenza fondamentale, come d'altronde lo è il PAP test ginecologico; se il tampone è positivo  si può procedere ad una HRA (anoscopia ad alta risoluzione) con eventuale biopsia sulle aree sospette per displasia, se la biopsia conferma la displasia si procede al trattamento completo della displasia tramite il laser. Presso lo studio Lancisi da vari anni mi occupo di questa patologia, da pochi mesi abbiamo a disposizione l'ultima versione di anoscopio digitale che ci permette ora di osservare e catturare immagini in 4K e, soprattutto, ci permette di lavorare contestualmente con il laser Co2 in maniera molto precisa, selettiva, efficace ed indolore per il paziente consentendoci quindi di eliminare in tempo reale, in maniera radicale ed in brevissimo tempo ogni lesione del canale anale che sia condiloma o displasia", ha concluso. 

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