I 23 giorni del Papa: in ospedale già più a lungo di Wojtyla dopo Agca

Oggi è il ventitreesimo giorno di ricovero al Gemelli per Papa Francesco, un record assoluto a cui nemmeno Giovanni Paolo II era mai arrivato nei dieci ricoveri presso il nosocomio romano nell'arco dei ventisette anni del suo pontificato. Il più lungo per Papa Woytjla fu ovviamente quello iniziato nel tardo pomeriggio del 13 maggio 1981, quando, dopo aver subito un attentato in piazza San Pietro per mano di Ali Agca, il pontefice polacco fu trasferito d'urgenza al Policlinico Gemelli e sottoposto a un intervento durato quasi sei ore. Giovanni Paolo II fu dimesso dall'ospedale romano il 3 giugno, esattamente ventuno giorni dopo. Proprio per la lunga durata di quella degenza e per la necessità di tornarvi nello stesso anno altre due volte a distanza ravvicinata, Woytjla definì il Gemelli «il Vaticano numero tre», cioè la sua terza residenza dopo il Palazzo Apostolico e Castel Gandolfo.       Da ieri, quindi, Papa Francesco ha conquistato un record infausto, sebbene l'unico termine

I 23 giorni del Papa: in ospedale già più a lungo di Wojtyla dopo Agca

Oggi è il ventitreesimo giorno di ricovero al Gemelli per Papa Francesco, un record assoluto a cui nemmeno Giovanni Paolo II era mai arrivato nei dieci ricoveri presso il nosocomio romano nell'arco dei ventisette anni del suo pontificato. Il più lungo per Papa Woytjla fu ovviamente quello iniziato nel tardo pomeriggio del 13 maggio 1981, quando, dopo aver subito un attentato in piazza San Pietro per mano di Ali Agca, il pontefice polacco fu trasferito d'urgenza al Policlinico Gemelli e sottoposto a un intervento durato quasi sei ore. Giovanni Paolo II fu dimesso dall'ospedale romano il 3 giugno, esattamente ventuno giorni dopo. Proprio per la lunga durata di quella degenza e per la necessità di tornarvi nello stesso anno altre due volte a distanza ravvicinata, Woytjla definì il Gemelli «il Vaticano numero tre», cioè la sua terza residenza dopo il Palazzo Apostolico e Castel Gandolfo.

 

 

 

Da ieri, quindi, Papa Francesco ha conquistato un record infausto, sebbene l'unico termine di paragone sia in effetti quello con il suo predecessore polacco. Fino all'attentato del 1981, infatti, mai un pontefice era stato ricoverato in un ospedale pubblico o in una clinica privata. Celebre, e anche un po' raccapricciante, fu la risposta che appena tre anni prima, nell'estate del 1978, diede ai giornalisti l'allora archiatra pontificio di Paolo VI - morto in poche ore a Castel Gandolfo il 6 agosto di quell'anno - a chi gli fece notare che, se fosse stato il signor Giovanni Battista Montini, sarebbe stato portato immediatamente in ospedale e forse salvato: «Sì, ma non era il signor Montini, ma Paolo VI. Un Papa non può essere ricoverato in ospedale come un uomo qualunque».

 

 

 

I tempi sono presto cambiati, ma lo storico riserbo del Vaticano è rimasto intatto. Francesco non è infatti il primo Papa che a causa di una prolungata malattia sia lontano dalla scena pubblica per un tempo così lungo e senza alcuna immagine rassicurante. Basti ricordare che Pio XII, il primo Papa veramente mediatico, ripreso, fotografato e in grado di raccogliere folle oceaniche attorno a sé, ebbe un periodo di grave malattia che portò molti a darlo per spacciato a cavallo tra il 1952 e il 1953. Papa Pacelli fu completamente assente dalla scena pubblica per quasi sei mesi e nessuno si scandalizzò. Intanto ieri nessun nuovo bollettino sulle condizioni di salute di Bergoglio, la sala Stampa aveva già fatto filtrare giovedì che «non c'è necessità di ripetere quotidianamente che la situazione è stabile» e che, salvo novità dell'ultim'ora, ci saranno nuovi aggiornamenti solo nella serata di oggi. Ieri ha trascorso 20 minuti nella cappellina dell'ospedale.

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