I rischi della mancata valorizzazione del Fondo Pluriennale Vincolato
lentepubblica.it La Corte dei Conti ha esaminato le relazioni sul bilancio di previsione 2022-2024 e sul rendiconto dell’esercizio 2022 di un ente locale, evidenziando alcune criticità di natura contabile come la mancata valorizzazione del Fondo Pluriennale Vincolato. Pur non rilevando irregolarità tali da richiedere un accertamento formale ai sensi dell’articolo 148-bis del Testo Unico degli Enti […] The post I rischi della mancata valorizzazione del Fondo Pluriennale Vincolato appeared first on lentepubblica.it.

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La Corte dei Conti ha esaminato le relazioni sul bilancio di previsione 2022-2024 e sul rendiconto dell’esercizio 2022 di un ente locale, evidenziando alcune criticità di natura contabile come la mancata valorizzazione del Fondo Pluriennale Vincolato.
Pur non rilevando irregolarità tali da richiedere un accertamento formale ai sensi dell’articolo 148-bis del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL), la magistratura contabile ha segnalato situazioni che potrebbero compromettere l’equilibrio finanziario dell’ente se non adeguatamente gestite.
Ecco le conclusioni emerse dalla delibera 39/2025 della Corte dei Conti del Veneto.
La mancata valorizzazione del Fondo Pluriennale Vincolato
Uno degli aspetti più rilevanti riguarda la mancata valorizzazione del Fondo Pluriennale Vincolato (FPV) per il secondo biennio del bilancio di previsione. L’analisi condotta ha evidenziato che il FPV è stato contabilizzato solo per il primo anno del triennio, senza estendere la previsione anche agli esercizi successivi. Questo aspetto ha sollevato interrogativi sulla corretta programmazione finanziaria dell’ente e sul rispetto delle norme contabili vigenti.
In particolare, la Corte ha richiesto chiarimenti sulle motivazioni che hanno portato a non considerare il FPV d’entrata proveniente dall’esercizio precedente e sulla corretta imputazione degli impegni finanziati con tale fondo. Inoltre, è stata sollecitata una verifica dell’aderenza della gestione finanziaria ai cronoprogrammi di spesa, sia in sede di predisposizione del bilancio di previsione sia nel processo annuale di riaccertamento ordinario dei residui attivi.
L’ente ha risposto indicando che nel bilancio di previsione 2022-2024 era stato iscritto un FPV d’entrata per un totale di circa 3,97 milioni di euro, suddiviso tra parte corrente e parte capitale. Ha inoltre spiegato che le variazioni di bilancio apportate nel corso dell’esercizio, legate anche a finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), hanno consentito di distribuire l’esigibilità della spesa su più annualità, rendendo superflua la costituzione del FPV per il secondo biennio.
Tuttavia, la Corte ha ritenuto questa giustificazione non sufficiente a superare la criticità e ha ribadito l’importanza di una corretta determinazione del FPV sin dalla fase di programmazione del bilancio, nel rispetto dei principi contabili.
Quali sono i rischi per l’ente?
In sintesi, non valorizzare il fondo pluriennale vincolato può compromettere la gestione finanziaria dell’ente locale, con implicazioni negative sulla sua stabilità economica e sull’affidabilità della sua amministrazione.
Non valorizzare correttamente il fondo pluriennale vincolato in un ente locale può comportare dunque diversi rischi, sia sotto il profilo giuridico che finanziario.
Inadempimento delle norme contabili
Il fondo pluriennale vincolato è previsto dalla normativa contabile degli enti locali (art. 1, commi 570-574, legge 296/2006), e non valorizzarlo correttamente può comportare il rischio di violazioni delle disposizioni che regolano la gestione del bilancio pubblico, esponendo l’ente a sanzioni amministrative o contabili.
Rischio di disallineamento contabile
Un utilizzo scorretto o non adeguato del fondo pluriennale vincolato può determinare un disallineamento tra il bilancio di previsione e quello consuntivo, con possibili errori nella rendicontazione delle risorse disponibili per specifici progetti o impegni.
Inadeguata programmazione e pianificazione
Il fondo pluriennale vincolato è destinato a finanziare spese future vincolate. Non valorizzarlo correttamente può impedire una corretta pianificazione delle risorse per gli anni successivi, ostacolando l’efficacia degli interventi previsti nei programmi pluriennali.
Mancata trasparenza nella gestione delle risorse
La corretta valorizzazione del fondo è fondamentale per garantire trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche. Non farlo potrebbe compromettere la fiducia dei cittadini e degli organi di controllo nell’operato dell’ente locale.
Rischio di disavanzo e squilibrio di bilancio
La mancata valorizzazione del fondo pluriennale vincolato può portare a una gestione irregolare dei flussi finanziari, con il rischio di un disavanzo non preventivato o di un bilancio non equilibrato, con implicazioni negative per la stabilità finanziaria dell’ente.
Controlli e revisione contabile
Enti locali che non valorizzano correttamente il fondo pluriennale vincolato possono essere oggetto di controlli da parte degli organi competenti, come la Corte dei conti o il revisore dei conti, con la possibilità di ricevere osservazioni o rilievi, che potrebbero comportare la necessità di correggere gli atti finanziari.
Possibile rischio di revoca di finanziamenti o fondi
In alcuni casi, se un ente non rispetta le regole relative al fondo pluriennale vincolato, potrebbe rischiare di perdere finanziamenti pubblici o di non accedere a futuri contributi, soprattutto quando questi sono destinati a progetti specifici finanziati a livello statale o regionale.
Il ritardo nell’approvazione del rendiconto
Un’ulteriore problematica sollevata riguarda il ritardo nell’approvazione del rendiconto, avvenuta oltre il termine del 30 aprile previsto dalla normativa. L’ente ha attribuito il ritardo alla concomitanza di incarichi dirigenziali e alla carenza di personale qualificato nel settore finanziario. Nonostante l’assenza di assunzioni nel periodo di inadempienza, la Corte ha sottolineato la necessità di rispettare le scadenze previste per la gestione del bilancio, al fine di garantire trasparenza e correttezza amministrativa.
Infine, è stata evidenziata anche la tardiva trasmissione del questionario sul rendiconto 2022, che avrebbe dovuto essere inviato entro il 31 ottobre 2023 ma è stato acquisito solo a marzo 2024. Questo ritardo rappresenta un’ulteriore criticità gestionale, indicando difficoltà nel rispetto delle procedure contabili previste dalla normativa.
La Corte ha quindi richiamato l’attenzione dell’ente sulla necessità di adottare misure correttive per garantire il rispetto delle norme contabili e assicurare una sana gestione finanziaria, evitando il ripetersi di simili irregolarità in futuro.
La delibera 39/2025 della Corte dei Conti del Veneto
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