Iacometti: Altro che "tecnodestra", la vera minaccia è il "tecnocomunismo"

Contrordine compagni, la tecnodestra si può battere. Per la sinistra europea, in particolare quella italiana, ma più in generale per chiunque abbia sinceramente a cuore i valori della libertà e della democrazia, le ultime settimane non sono davvero state facili. L'inaspettato voltafaccia dei padroni delle big tech, prima fedeli sostenitori dei progressisti Usa, guardiani inflessibili e severi censori di ogni violazione al wokismo e al politicamente corretto, ed ora schierati al completo all'Inauguration Day per omaggiare Re Donald II, ha scatenato il panico. Che si è trasformato in terrore quando il terribile Elon Musk, già sotto accusa per la sua raffica di post sovranisti a sostegno della destra europea (che dopo il fallimento della sinistra continua a riscuotere sempre più consensi, si è messo ad agitare il braccio assumendo posture che gli esperti della materia hanno inequivocabilmente associato a quelle dei suoi amici nostalgici che lo scorso 7 gennaio si sono ritrovati ad Acca La

Iacometti: Altro che "tecnodestra", la vera minaccia è il "tecnocomunismo"

Contrordine compagni, la tecnodestra si può battere. Per la sinistra europea, in particolare quella italiana, ma più in generale per chiunque abbia sinceramente a cuore i valori della libertà e della democrazia, le ultime settimane non sono davvero state facili. L'inaspettato voltafaccia dei padroni delle big tech, prima fedeli sostenitori dei progressisti Usa, guardiani inflessibili e severi censori di ogni violazione al wokismo e al politicamente corretto, ed ora schierati al completo all'Inauguration Day per omaggiare Re Donald II, ha scatenato il panico. Che si è trasformato in terrore quando il terribile Elon Musk, già sotto accusa per la sua raffica di post sovranisti a sostegno della destra europea (che dopo il fallimento della sinistra continua a riscuotere sempre più consensi, si è messo ad agitare il braccio assumendo posture che gli esperti della materia hanno inequivocabilmente associato a quelle dei suoi amici nostalgici che lo scorso 7 gennaio si sono ritrovati ad Acca Larentia. Lo scenario è sembrato ai più catastrofico. Anche perché stavolta non ci si trova di fronte ad uno dei tanti fascistelli che si aggirano per le nostre strade o nei palazzi della politica, ma all'uomo più ricco del mondo. Che non solo è entrato nell'amministrazione Trump, ma ha anche sviluppato tecnologie straordinarie in grado di conquistare lo spazio e prendere il controllo delle comunicazioni. Tecnologie, badate bene, che l'Europa, non avendone ancora di proprie, sta addirittura pensando di utilizzare.


Diciamoci la verità. Stavolta il nemico sembra imbattibile e il destino segnato. Ma la speranza, si sa, è sempre l'ultima a morire. E ieri è arrivato a sorpresa un raggio di luce. Le big tech di Wall Street sono state messe in ginocchio. L'indice tecnologico Nasdaq è crollato, il gigante Nvidia ha subito il peggior calo della sua storia, e male sono andate tutte le società ora alla corte di Trump, tra cui Oracle, Meta, Alphabet e Microsoft. A sferrare il micidiale attacco è stata, udite udite, una piccola startup cinese che con una manciata di milioni di dollari ha messo in piedi un sistema di intelligenza artificiale che sembra in grado di stracciare su tutti i fronti quelle realizzate a colpi di centinaia di miliardi dai colossi americani: ha bisogno di meno chip, consuma meno energia, costa enormemente di meno. Unico problema, obbedisce a Pechino. Se gli chiedete di Piazza Tienanmen, del massacro degli uiguri, di Taiwan o persino di Winnie The Pooh (il nomignolo affibbiato al presidente Xi Jinping), l'app risponde: «Mi dispiace, ma questo va oltre il mio scopo attuale». Inquietante? Macché. L'applicazione nei giorni scorsi è stata scaricata a manetta dagli utenti su Play Store ed Apple Store, superando non solo in Cina ma anche negli Stati Uniti e nel Regno Unito quella di ChatGpt di OpenAi, che finora dominava il mercato. Per qualcuno, che da qualche parte ha ancora una copia del mitico Libretto rosso di Mao Tse-Tung, può anche essere una buona notizia.
La verità è che mentre l'Europa continua con mille regole e norme a mettere i bastoni tra le ruote non solo a sè stessa, ma anche alle società americane che possono garantire all'Occidente un'indipendenza sul fronte della tecnologia e dell'innovazione, mentre guardiamo con sospetto e preoccupazione il sistema satellitare Starlink perché è stato creato da uno che ha alzato un po' troppo il braccio salutando la folla e si è alleato con Trump, mentre ci impicchiamo ad un green deal che sta desertificando l'industria dell'automotive per abbattere dell'1% le emissioni mondiali, c'è chi non va troppo per il sottile.

Ad esempio, chi nel 2024 ha registrato il record storico di produzione e consumo di carbone mentre parla di transizione ecologica e “non” esce dagli accordi di Parigi, chi se ne frega dei diritti dei lavoratori e in questo modo produce a bassissimo costo, chi reprime duramente il dissenso, chi impedisce agli stranieri di operare liberamente nel proprio territorio, chi finanzia la Russia, chi viola sistematicamente i diritti umani, chi detiene il monopolio delle terre rare per costruire le batterie elettriche e possiede miniere in mezzo pianeta, chi controlla di fatto il canale di Panama, chi ha un presidente che nel 2018 ha abolito i limiti del mandato trasformando la sua Repubblica popolare in un regno. Siamo proprio sicuri che il tecnocomunismo faccia meno paura della tecnodestra? Ciò che è successo ieri è uno spartiacque: osi recupera, in fretta, il contatto con la realtà, oppure l'Occidente è destinato ad un inesorabile declino. Per cui molti occidentali, a quanto pare, continuano inspiegabilmente a tifare.

Qual è la vostra reazione?

like

dislike

love

funny

angry

sad

wow