Ich Alberich! L’attore Michele Marotta trascina il pubblico di Saarbrücken
Un’ esplosione di energia con recitazione, canto e ballo in un monologo...
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Un’ esplosione di energia con recitazione, canto e ballo in un monologo di due ore
È Michele Marotta, attore italiano con residenza a Saarbrücken, “Ich Alberich”, il nano della saga dei Nibelunghi, la maggiore opera della mitologia germanica, nello spettacolo teatrale messo nuovamente in scena a gennaio da Elmar Ottenthal al teatro “Blauer Hirsch” nella capitale del Saarland.
Das Nibelungenlied è un dramma tetro e sanguinolento: stupri, imboscate, omicidi per avidità, intrighi per gelosia, tradimenti, inganni per amore e l’immancabile supereroe invulnerabile o… quasi.
Il regista Elmar Ottenthal ha costruito uno spettacolo di pura avanguardia centrato su un solo attore con i testi di Michael Korth, le illustrazioni di Klaus Pitter e le musiche di Aino Laos.
La formula vincente: autoironia, satira e un pizzico di cinismo dosati con leggerezza che fa digerire, anche ai giovani ormai lontani dai classici, uno dei mattoni più pesanti della letteratura tedesca.
Nel racconto condensato in due ore di spettacolo, Sigfrido, supereroe invincibile, ma solo al 99,9 per cento, una specie di Achille d’oltralpe, ammazza il drago di Alberich, nano, piccolo e brutto ma che sa rendersi invisibile. Ne ruba il tesoro, aiuta un tizio a conquistare una specie di Wonder Woman in Islanda, ma solo per sposare la sorella di questo innamorato, e diventa addirittura re. Però, alla fine, viene accoppato a tradimento, colpito nell’unico punto vulnerabile del suo corpo. La vedova, che dopo anni è ancora perdutamente innamorata e addolorata, si vendica, organizzando un vero e proprio massacro. Nel finale travolgente, crepano tutti. Tutti tranne… Alberich-Marotta!
Marotta interpreta con la stessa maschera Sigfrido, Brunilde, Grimilde, Hagen e compagnia bella, riuscendo a dare a tutti i personaggi la loro peculiarità e la loro caratteristica. L’attore ha così soddisfatto tutte le esigenze del regista Ottenthal concentrate nella riuscita fusione della Commedia dell’Arte con la tetra mitologia germanica.
Ed Elmar Ottenthal non è un regista qualunque. Gode di fama internazionale, ha diretto importanti teatri a Berlino, Aquisgrana, Colonia fino a Pechino, dove è stato docente e direttore di Joint Ventures teatrali.
Elmar Ottenthal ha puntato sul cavallo vincente, riponendo in Michele Marotta una grande fiducia guidata da un’esperienza e un istinto sinora infallibili.
Michele Marotta si è fidato, dal canto suo, ciecamente di Ottenthal, mettendo il futuro della sua carriera di attore nelle sue mani e nelle mani di Alberich, un nano che Marotta ha saputo trasformare in un gigante da palcoscenico.
“Ich Alberich” è messo in scena con una parsimonia di requisiti incredibile. Basta un proiettore, una sedia, due altoparlanti, rendendolo così realizzabile in un’aula scolastica, in un teatro tenda, in una sala riunioni e, se avete una casa comoda e spaziosa, pure nel giardino di casa vostra.
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