Iddu, il film su Matteo Messina Denaro raccontato dalla protagonista femminile Daniela Marra
Iddu, il film di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia raccontato a Vogue...
Iddu, il film di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia raccontato a Vogue Italia da Daniela Marra: «L’integrità è anche qualcosa di coraggioso»
La recitazione vista come assoluto piano “A”, oggi le ha regalato solo soddisfazioni, occasioni in cui mettersi in gioco. Daniela Marra è una di quelle attrici che nelle storie non passano mai inosservate, basta vedere il personaggio di Ariana Faranda, interpretato nella serie di Marco Bellocchio, Esterno Notte, per il quale è stata candidata come attrice non protagonista sia al David di Donatello che ai Nastri d’Argento. Tanto teatro, tv, e cinema, il luogo dove adesso la ritroviamo nel cast di Iddu, il film diretto da Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, passato in concorso al Festival di Venezia 2024.
Dopo "Salvo" e "Sicilian Ghost Story", i due registi tornano dietro la macchina da presa per raccontare una vicenda di tradimenti e destini segnati liberamente ispirata a un periodo della vita del mafioso Matteo Messina Denaro, con protagonisti Toni Servillo ed Elio Germano.
Iddu, la trama
Nella Sicilia dei primi anni 2000 Catello (Toni Servillo), politico di lungo corso, dopo alcuni anni in prigione per mafia, ha perso tutto. Quando i Servizi Segreti italiani gli chiedono aiuto per catturare il suo figlioccio Matteo (Elio Germano), ultimo grande latitante di mafia in circolazione, Catello coglie l'occasione per rimettersi in gioco. Uomo furbo dalle cento maschere, instancabile illusionista che trasforma verità in menzogna e menzogna in verità, Catello dà vita a un unico quanto improbabile scambio epistolare con il latitante, del cui vuoto emotivo cerca d’approfittare. Un azzardo che con uno dei criminali più ricercati al mondo comporta un certo rischio. Una pellicola che, liberamente, si ispira alla figura di Matteo Messina Denaro (Elio Germano), e nella quale vediamo un ex politico, accusato di mafia, ma appena uscito di prigione (Toni Servillo), essere coinvolto ad avvicinarsi ad uno dei latitanti e criminali più famosi.
Dal 27 gennaio, il film in home video
Dal 29 gennaio Iddu - L’ultimo Padrino sarà disponibile in Dvd e Blu-Ray, distribuito da Eagle Pictures. Entrambi i formati sono ricchi di contenuti extra, tra cui un backstage di 30 minuti e due scene eliminate.
Intervista a Daniela Marra
A spiccare in Iddu è l'unico personaggio protagonista femminile, Daniela Marra, che nella pellicola interpreta con forza Rita Mancuso, un’agente dei servizi segreti.
Partiamo dal film: com’è andata?
Conoscevo i due registi Fabio e Antonio, i loro lavori, non li avevo mai incontrati. Un giorno mi dicono, “ti facciamo leggere la sceneggiatura”: ne resto folgorata, non solo per il tema, ma dal meccanismo drammaturgico che mettono in atto, le due linee narrative, la grande maestria e originalità, l’idea di saper parlare ancora di mafia, andando a scardinare e osservare dei meccanismi antropologici universali, come il maschile tossico, una certa cultura patriarcale, della generazione in cui ci troviamo. Quando è avvenuto il secondo incontro era la mattina dell’arresto di Messina Denaro.
Cosa ti ha attratto del tuo personaggio?
Il fascino che sta nella sua integrità e onestà, e che purtroppo vengono schiacciati. È una professionista repressa dal sistema di cui fa parte, mi è piaciuto il suo essere spoglia, quasi ingenua, non si cura nel vestire, indossa abiti quasi maschili, non è ispirato a nessuna di reale, qui ho lavorato sulla caratterizzazione linguistica e il lavoro interpretativo. È monolitica, una dura e pura, e a me affascinano le persone così. Essere integri è anche qualcosa di coraggioso.
Toni Servillo ed Elio Germano: una parola per definirli
Artisti. Hanno un livello di mestiere, una libertà creativa, una profondità di lettura delle cose, che è incredibilmente arricchente, crea connessione.
Trovarti in un Festival come Venezia che cosa ti suscita?
Rivedo un viaggio bellissimo, il film, una squadra eccezionale. La vivo con grande curiosità e pochissima ansia, perché abbiamo condiviso tutto. L’emozione arriverà dopo.
Che look hai scelto? Com’è il tuo stile?
Elie Saab: è un vestito smanicato con una gonna lunga e delle paillettes. Sono abbastanza esplorativa nello stile, ma semplice nel quotidiano. Capi feticci? Jeans a vita alta, non troppo stretti, è passaporto per tutto, sei comoda, dinamica.
A breve compirai 40 anni. Momento di bilanci?
Il lavoro è un piacere e così la recitazione. All’università stavo facendo Archeologia, sono cresciuta in mezzo ai reperti in Calabria, mi piace la storia, poi ho ripreso e mi sono laureata in Storia della Cultura in Età Moderna. A quell’età volevo diventasse professione, cultura, formazione, studi. Crescendo ho capito quanto serva per migliorarti.
Tu sei nata a Reggio Calabria: che rapporto hai con la tua terra?
Conflittuale, non facile, c’è una gratitudine da un lato, ma anche un totale opporsi, vedo anche le cose positive. Sono cresciuta negli anni ‘90, in un periodo durante la seconda guerra di Ndrangheta, ero una bambina. Ho ricordi nitidi di cose e fatti sgradevoli. Qui non è solo una questione di “calabresità”, ma di provincialità, in senso anche positivo del termine. La provincia, di cui è costituita prevalentemente l’Italia, sono proprio quei piccoli centri compressori che riescono a parlare, a spingere, a premere dai margini, da dentro, verso altro. Questa, alla fine è la ricchezza che prescinde da qualsiasi provenienza, da situazioni più o meno difficili.
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