"Idea autoritaria". Il solito Landini: così rilancia la "rivolta sociale" e gli scioperi
Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini non si smentisce e, anzi, rilancia a gran voce la "rivolta sociale", ribadendo anche l'invito a scioperare e a opporsi al governo Meloni. L'obiettivo è quello di sposare in automatico qualsiasi battaglia rossa che sia contro la maggioranza e di appoggiare, ora, le toghe che vogliono ostacolare il progetto della premier per l'Italia. "Se riutilizzerei quel termine? Assolutamente sì. Non incitavo nulla. Quando parlo di rivolta sociale, penso due cose: la mobilitazione con gli scioperi e il voto. La rivolta sociale è andare a votare", ha scandito Landini nello studio di Piazzapulita, il talk-show condotto da Corrado Formigli. "Si deve rimettere al centro il lavoro e le persone che lavorano e si deve dire che quello è il centro della politica. Qui invece si continua a mettere al centro il profitto, la speculazione, si continua a fare marchette elettorali con condoni, c'è un'idea di privatizzazione e dall'altra c'è un'idea autorit
Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini non si smentisce e, anzi, rilancia a gran voce la "rivolta sociale", ribadendo anche l'invito a scioperare e a opporsi al governo Meloni. L'obiettivo è quello di sposare in automatico qualsiasi battaglia rossa che sia contro la maggioranza e di appoggiare, ora, le toghe che vogliono ostacolare il progetto della premier per l'Italia. "Se riutilizzerei quel termine? Assolutamente sì. Non incitavo nulla. Quando parlo di rivolta sociale, penso due cose: la mobilitazione con gli scioperi e il voto. La rivolta sociale è andare a votare", ha scandito Landini nello studio di Piazzapulita, il talk-show condotto da Corrado Formigli.
"Si deve rimettere al centro il lavoro e le persone che lavorano e si deve dire che quello è il centro della politica. Qui invece si continua a mettere al centro il profitto, la speculazione, si continua a fare marchette elettorali con condoni, c'è un'idea di privatizzazione e dall'altra c'è un'idea autoritaria, e mi assumo la responsabilità di quello che sto dicendo, della gestione della vita sociale e politica di questo Paese", ha detto il leader della Cgil, alzando il tono della voce e gettando il solito fango sulla maggioranza. "È da tempo - ha continuato - che chiediamo, perché non fanno una legge sulla rappresentanza? Perché non danno diritto ai lavoratori tutti di votare, di scegliere i loro sindacati e di scegliere loro sui contratti?".
Poi il focus è stato spostato sul tema che più accende lo scontro politico e Landini ha attaccato ancora, rispolverando il ritornello della democrazia a rischio: "Perché si sta attaccando la magistratura al punto di pensare che i magistrati anziché rispondere alla Costituzione e alla legge devono rispondere al politico che c'è? Perché si sta mettendo il bavaglio all'informazione e si sta lottizzando l'informazione? Perché sta succedendo tutto questo? Perché io penso che ci sia un rischio vero di tenuta democratica del nostro Paese. E in questo senso, insisto, i referendum oggi sono uno strumento di partecipazione democratica", ha aggiunto.
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