Il Conte di Montecristo, la serie-evento di August su Rai1 dal 13 gennaio
AGI - La vendetta, ma anche il potere della vendetta. E poi, le relazioni e gli intrecci umani. Intrigo, complotto, odio e amore, perdono e vendetta, speranza e disperazione. Questi i temi universali al centro de 'Il Conte di Montecristo', capolavoro di Alexandre Dumas, che arriva su Rai 1 dal 13 gennaio sotto forma di mini serie diretta dal regista danese premio Oscar, Bille August. Dopo la proiezione, lo scorso ottobre, in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, la serie evento in quattro puntate è stata presentata in una delle splendide location nelle quali è stata girata, nel Salone d'Ercole a Palazzo Farnese, sede dell'ambasciata di Francia a Roma. Presente il 'padrone' di casa, l'ambasciatore francese in Italia, Martin Briens: "Sono molto felice, adesso possiamo dire che c'è una storia d'amore tra Palazzo Farnese e Il Conte di Montecristo che - ha sottolineato - è uno dei miei libri preferiti. Per me è un onore e un piacere, la serie è un bell'esempio di cooperazione europea".
AGI - La vendetta, ma anche il potere della vendetta. E poi, le relazioni e gli intrecci umani. Intrigo, complotto, odio e amore, perdono e vendetta, speranza e disperazione. Questi i temi universali al centro de 'Il Conte di Montecristo', capolavoro di Alexandre Dumas, che arriva su Rai 1 dal 13 gennaio sotto forma di mini serie diretta dal regista danese premio Oscar, Bille August.
Dopo la proiezione, lo scorso ottobre, in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, la serie evento in quattro puntate è stata presentata in una delle splendide location nelle quali è stata girata, nel Salone d'Ercole a Palazzo Farnese, sede dell'ambasciata di Francia a Roma. Presente il 'padrone' di casa, l'ambasciatore francese in Italia, Martin Briens: "Sono molto felice, adesso possiamo dire che c'è una storia d'amore tra Palazzo Farnese e Il Conte di Montecristo che - ha sottolineato - è uno dei miei libri preferiti. Per me è un onore e un piacere, la serie è un bell'esempio di cooperazione europea".
E sul tema della vendetta, ha aggiunto: "Come vediamo proprio in questi giorni in Medio Oriente, c'è sempre il rischio della vendetta che porta all'escalation. C'è la tentazione della vendetta ma forse non è la soluzione migliore anche perché - ha osservato pronunciando il detto in lingua francese, nei contenuti simile a quello italiano - la vendetta è un piatto che va consumato freddo".
La direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati, ha sostenuto che "il Conte di Montecristo fonde il cuore italiano con quello francese" e spiegando che ci sono voluti "oltre due anni e mezzo per costruire e realizzare questa produzione imponente" ha sottolineato che questo risultato è stato possibile grazie "alla grandezza del regista" e a un "grandissimo cast con i nostri quattro italiani importantissimi".
- La serie -
Prodotta da Palomar (a Mediawan Company) in collaborazione con DEMD Productions e in collaborazione con Rai Fiction, France Tèlévisions, Mediawan Rights ed Entourage Media - ha un cast internazionale che vede Sam Claflin nei panni del protagonista Edmond Dantés-Il conte di Montecristo; e poi ci sono Mikkel Boe Flsgaard (Gèrard Villefort), Ana Girardot (Mercedes), Blake Ritson (Danglars), Karla-Simone Spence (Haydée), Lino Guanciale (Vampa-Il conte Spada), Michele Riondino (Jacopo), Gabriella Pession (Hermine Danglars), Harry Taurasi (Fernand), Poppy Corby-Tuech (He'loise), Nicolas Maupas (Albert), Amaryllis August (Valentine), Jason Barnett (Caderousse) e il premio Oscar Jeremy Irons nel ruolo dell'Abate Faria.
La storia è nota, tratta dal romanzo feuilleton di Alexander Dumas con alcune 'libertà' come ha spiegato lo stesso regista Bille August: "Ogni volta che si fa un adattamento, per essere fedeli bisogna essere infedeli, è una regola. La serie è abbastanza fedele per le scene della messa in atto della vendetta".
E su questo tema centrale, la vendetta, ha aggiunto: "Ho rivisto l'intervista a Nixon che dopo lo scandalo Watergate disse che non è così importante quanto ti possano umiliare e buttare giù, ma quando ti cominciano a erodere dentro i pensieri della vendetta".
Sull'esperienza sul set, nel dirigere il cast, ha raccontato: "È stata un'avventura professionale molto bella. Avevamo 92 personaggi da scegliere e ho scelto i migliori attori in tutto il mondo, anche per i ruoli minori. Mi interessava costruire le relazioni tra i personaggi perché questo fa sì che la storia sia ancora attuale oggi e interessi il pubblico. Inoltre - ha concluso - ho cercato sempre di creare un ambiente buono per tutti, consono per creare la magia".
E gli attori, gli italiani in conferenza stampa a Palazzo Farnese, confermano la presenza di questa aria "magica" respirata sul set e di grande collaborazione tra attori nostrani e stranieri. Il tutto, recitato in inglese. Michele Riondino ha sottolineato che il regista "è riuscito nel creare un ambiente nel quale far crescere la magia" e ha parlato di "esperienza che mi ha lasciato qualcosa di nuovo, mi ha insegnato una modalità di lavoro nuovo. Lavorare con colleghi di altre scuole ci ha dato l'occasione anche di osservare molto. Non è stato per niente noioso stare sul set e guardare" ha spiegato.
Concorda Lino Guanciale: "Il regista ha avuto un amore nei confronti di attori e attrici e l'ha declinato non per utilitarismo servile ma con vero interesse, con sobrietà ed eleganza. C'è stato grande rispetto tra tutti noi e Bille ha creato un'atmosfera collaborativa". Mentre, sul tema cruciale della vendetta, ha aggiunto: "Io sposterei il punto dal tema della vendetta al tema del potere della vendetta: se hai il potere, puoi fare tutto. Decidi tu cosa fare, dove vuoi andare".
Un tema, quello della vendetta, che risuona ai nostri giorni, c'è un riferimento all'oggi?
"Mi riferisco a chi il potere ce l'ha - ha risposto Guanciale ai giornalisti - ma non si restringe solo a chi gestisce il governo ma a chiunque gestisca il potere, ai vari livelli".
Il protagonista, Sam Claflin, non è presente a Roma, ma ha partecipato in videocollegamento: "La preparazione di questo ruolo non è stato facile - ha detto l'attore - per la capacità mentale e l'adattamento fisico. È stato tutto una sfida".
La scena della tempesta, girata a Malta con un clima abbastanza freddo: "La sequenza della tempesta, una grande sfida, anche da un punto di vista fisico. E poi trovare questa calma e non andare sopra le righe per me è stato molto importante. Lui - ha continuato - così attaccato a questa vendetta perde il senso di sé. Difficile non piangere, specialmente nella parte finale. Mi sento molto fortunato, è una benedizione per me aver lavorato in questo ambiente che mi ha molto aiutato".
Cosa ha lasciato il personaggio Edmond Dante's-Conte di Montecristo nell'attore?
"Un segno profondo - ha risposto Claflin - la vendetta è una cosa sbagliata, io personalmente non sono vendicativo e mai arriverei a quello a cui è arrivato il Conte ma apprezzo la sua determinazione. Ci sono tanti elementi in lui come persona che ho amato molto. Bisogna entrare dentro questo ruolo, capirlo e amarlo". Per entrare nel personaggio ha preferito "non vedere altri adattamenti, non volevo - ha spiegato - essere fuorviato da altre interpretazioni. Avevo letto il libro naturalmente, quello era la mia Bibbia".
Assente alla conferenza stampa Jeremy Irons che ne 'Il Conte di Montecristo' interpreta mirabilmente l'Abate Faria e grazie a lui, Edmond Dantes riuscirà a scappare dalle segrete del Castello d'If dove era rimasto rinchiuso ingiustamente per 15 lunghi anni. In quella complicità tra i due, molti dialoghi significativi e lo sprone dell'Abate Faria a non arrendersi: "Sperare è un dovere, non potete vivere senza speranza" gli dice a un certo punto per incalzarlo a non rassegnarsi. Anche se poi Dantes nelle vesti del Conte di Montecristo, userà le sue rinnovate energie e il tesoro di cui entra in possesso per mettere in atto la sua spietata vendetta nei confronti di chi lo aveva condannato a un ingiusto destino. Non uccidendo i colpevoli ma "distruggendoli senza che loro se ne accorgano".
Qual è la vostra reazione?