Il dupe della ‘Birkin’ di Hermès è il primo fenomeno fashion dell’anno

Jessy My è diventata un’influencer da dieci milioni di views grazie al video della sua nuova borsa acquistata da Walmart. Kristi Stephens, una casalinga della South Carolina, ha dichiarato a Glamour: “Penso sia una borsa davvero ben fatta. Anche se non fosse un dupe la amerei comunque. È fantastica per contenere un sacco di cose. […]

Il dupe della ‘Birkin’ di Hermès è il primo fenomeno fashion dell’anno
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Jessy My è diventata un’influencer da dieci milioni di views grazie al video della sua nuova borsa acquistata da Walmart. Kristi Stephens, una casalinga della South Carolina, ha dichiarato a Glamour: “Penso sia una borsa davvero ben fatta. Anche se non fosse un dupe la amerei comunque. È fantastica per contenere un sacco di cose. L’ho usata in viaggio, per lavoro e persino per contenere la spesa”. “Penso che parli davvero a quella massa di persone che vogliono qualcosa che trasudi status, senza guardare il cartellino del prezzo”, afferma Kaleigh Durkin, marketing manager del Massachusetts. Le tre donne condividono il medesimo entusiasmo per la ‘Wirkin’, borsa venduta dal maxi retailer statunitense Walmart a meno di 80 dollari nei propri store e online. L’accessorio è a tutti gli effetti il ‘dupe’, ossia la versione a basso costo di un modello già esistente, della celebre ‘Birkin’ di Hermès.

Da alcune settimane i social network, TikTok in testa, stanno dedicando video, post, stories e reel a un fenomeno che, per una volta, può essere a tutti gli effetti definito virale. Nel giro di pochi giorni la ‘Wirkin’ (nome coniato spontaneamente sul web), è diventata il nuovo must have presentando indubbiamente molti dei tratti distintivi della più celebre ‘Birkin’. Ovviamente il logo Hermès non c’è e la fattura è molto elementare. Il modello è sold out sul sito di Walmart ma è ancora possibile trovarne qualcuno su TikTok Shop. La borsa era in vendita anche attraverso siti terzi legati a Walmart, in primis Kamugo, Bestspr, Ymtq e Judy con prezzi che sfiorano i 300 dollari, a seconda di taglia e colore.

Secondo Douglas Hand, avvocato esperto di moda e membro del comitato consultivo aziendale del Council of Fashion Designers of America, Hermès potrebbe intentare una causa per violazione dell’immagine aziendale contro Walmart e i rispettivi venditori terzi che la vendono, riporta Wwd. “Per un prodotto estremamente prezioso come la ‘Birkin’, che potrebbe essere diluito e svalutato attraverso la sua sovraesposizione, non sarebbe sorprendente per Hermès adottare un approccio aggressivo”, ha detto Hand. Walmart ha forse già intuito una possibile mossa da parte del luxury brand dato che, a partire dal 2 gennaio, tutti i dupe sono stati rimossi dall’e-commerce che, per aggiungere ulteriore confusione, è allo stesso tempo rivenditore di borse Hermès second hand.

Non è la prima volta che un prodotto low cost diventa un must have popolare, basti pensare alla famosa borsa Uniqlo venduta a 15 euro o al successo, per restare nel segmento mass retailer, delle sneakers Lidl. In questo caso però l’oggetto del desiderio è un fake che non ha nulla da invidiare ai modelli contraffatti in vendita sui marciapiedi di tante città. “Le fan della Wirkin non si preoccupano dell’autenticità. Dieci anni fa, la maggior parte delle persone che acquistavano borse false su Canal Street passavano le loro dubbie ‘Neverfull’ di Louis Vuitton e i modelli in nylon di Prada come se fossero vere. Ma questo è stato prima che i prezzi delle borse di lusso salissero alle stelle e diventasse facile acquistare versioni economiche di articoli di lusso online”, riflette The Cut, testata dedicata alla moda del New York, concludendo: “Al giorno d’oggi tutti amano gli affari, il che significa che le imitazioni sono diventate qualcosa di cui vantarsi e da pubblicare”. A ciò si aggiunge un senso di rivalsa nei confronti delle maison del lusso, come spiega a Business of Fashion Milton Pedraza, fondatore e CEO della società di consulenza Luxury Institute: “I marchi di lusso non sono i baluardi etici della qualità che dovrebbero essere, quindi i dupe sono più aggressivi e più accettabili. I consumatori pensano ‘Beh, te lo meriti’. E non è una buona cosa”.

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