Il grande flop dei Bike Box: li utilizzano solo i rider di Glovo
Da incentivo all'intermodalità tra bici e trasporto pubblico, a «casa» dei rider: Il servizio Bike Parking di Roma Capitale è un progetto lanciato ufficialmente il 22 settembre del 2023, con lo scopo di incoraggiare l'utilizzo della bicicletta per coprire il «primo miglio» da casa alla stazione metro più vicina. I Bike Box avrebbero dovuto offrire un parcheggio sicuro presso 18 stazioni metropolitane, distribuite tra linea A, B e C, con la prospettiva di estendere il servizio fino a 40 hub urbani. A distanza di oltre un anno dal lancio dell'iniziativa, un sopralluogo effettuato nel mese corrente dimostra che non tutti i piani stanno funzionando come previsto: la maggior parte dei box per i mezzi a due ruote (646 in totale) sono inutilizzati. Alla stazione San Paolo, sulla linea B, meno di un terzo delle celle risulta occupata; in più, alle spalle della struttura, attira l'attenzione una grande quantità di biciclette ammassate e legate con catenacci. Un dato che suggerisce che molti cic
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Da incentivo all'intermodalità tra bici e trasporto pubblico, a «casa» dei rider: Il servizio Bike Parking di Roma Capitale è un progetto lanciato ufficialmente il 22 settembre del 2023, con lo scopo di incoraggiare l'utilizzo della bicicletta per coprire il «primo miglio» da casa alla stazione metro più vicina. I Bike Box avrebbero dovuto offrire un parcheggio sicuro presso 18 stazioni metropolitane, distribuite tra linea A, B e C, con la prospettiva di estendere il servizio fino a 40 hub urbani. A distanza di oltre un anno dal lancio dell'iniziativa, un sopralluogo effettuato nel mese corrente dimostra che non tutti i piani stanno funzionando come previsto: la maggior parte dei box per i mezzi a due ruote (646 in totale) sono inutilizzati. Alla stazione San Paolo, sulla linea B, meno di un terzo delle celle risulta occupata; in più, alle spalle della struttura, attira l'attenzione una grande quantità di biciclette ammassate e legate con catenacci. Un dato che suggerisce che molti ciclisti, privi della tessera Metrebus, preferiscono lasciare il mezzo semi-incustodito nonostante i rischi di furto.
I Bike Box, infatti, pur essendo gratuiti, sono accessibili esclusivamente ai maggiorenni che siano in possesso di un abbonamento Atac mensile o annuale. Una restrizione inserita per garantire la sicurezza dell'opera, ora sembra solo scoraggiarne l'utilizzo da parte dei privati. Lo stallo si apre e chiude attraverso l'utilizzo di un'app, che nel corso dei mesi ha collezionato una sequela di recensioni negative da parte degli utenti, a causa di bug ed errori di login. Grande parte degli utenti ha lamentato per molto tempo il fatto di non poter accedere alla piattaforma digitale pur disponendo di un abbonamento. Il dato ricorrente in tutte le stazioni è la forte presenza di mezzi appartenenti a rider Glovo e Just Eat. In quasi tutti i box occupati, gli zaini termici dei corrieri sono chiaramente visibili accanto alle biciclette parcheggiate; un fenomeno che ricorre in tutte le linee metro, ma particolarmente visibile nelle stazioni Lucio Sestio, Giulio Agricola e Subaugusta. Solo ad Anagnina tra i 15 box occupati, su 108 totali, non salta all'occhio il giallo degli zainetti Glovo.
Evidenti anche i problemi di manutenzione e sicurezza: a Eur Magliana i box sembrano essere abbandonati al degrado, con ragnatele e detriti sulla struttura in acciaio, che comprovano l'inutilizzo dei portelli. Non è da meno la periferia della linea A: giunti di fronte al Bike Parking ad Arco di Travertino il servizio è molto isolato dai tornelli. Si percepisce subito un forte odore di urina, il pavimento è completamente bagnato e sono visibili escrementi umani in prossimità dei box. Nella stazione di San Paolo un operatore Atac ha confermato che in passato si sono verificati furti di biciclette parcheggiate negli stalli; un problema che mina ulteriormente la fiducia degli utenti nel servizio. Nelle celle adibite al parcheggio è visibile anche qualche monopattino, il cui stazionamento è proibito dalle condizioni generali del servizio, che ammette solo biciclette tradizionali. Neppure le bici elettriche o le fat bike possono usufruire del servizio per motivi di sicurezza, eppure spesso sono proprio i rider ad utilizzarle. Il progetto è partito con le migliori intenzioni: incentivare la sostenibilità, la flessibilità negli spostamenti e la riduzione del traffico urbano. Ma oggi queste intenzioni si scontrano con un dato di fatto: la cultura della mobilità urbana sostenibile, seppur diffusa in molte capitali europee, non è la priorità a Roma, e l'utilizzo della bicicletta come mezzo principale è lontano dagli standard.
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